
Le lavoratrici che diventano madri si trovano sempre di fronte ad una grande sfida, ossia quella di riuscire a conciliare lavoro e vita familiare nel migliore dei modi.
Infatti, la nascita di un figlio e la successiva cura del bambino richiedono tanto tempo, molte energie e un certo impegno che, se la neomamma vuole tornare a lavoro, devono essere maggiormente circoscritti e ben distribuiti tra le varie sfere (personale e professionale) in vista della ripresa dopo il periodo di congedo di maternità.
Al fine di agevolare tutte le donne che, durante la gravidanza e dopo la nascita di un figlio, si trovano a dover gestire nuove routine e ad affrontare importanti cambiamenti, in questo articolo abbiamo pensato di fare un riepilogo di tutti i diritti delle madri lavoratrici in Italia.
La tutela della madre lavoratrice è infatti fondamentale per permetterle di vivere e gestire serenamente sia la sfera familiare sia quella professionale.
Diritti madri lavoratrici: i principali vantaggi
I diritti delle madri lavoratrici non sono solo un segno di civiltà e progresso sociale, ma portano anche numerosi vantaggi sia per le lavoratrici stesse che per le aziende. Vediamo in dettaglio i principali benefici di garantire e rispettare questi diritti.
1) Miglioramento del benessere della madre e del bambino
I diritti delle madri lavoratrici sono fondamentali per il benessere fisico e psicologico sia delle madri che dei loro bambini.
- Congedo di maternità: garantisce alle madri il tempo necessario per recuperare dopo il parto e per stabilire un legame forte con il neonato, contribuendo positivamente alla salute mentale e fisica di entrambi
- Permessi per allattamento: favoriscono l’allattamento al seno, che è benefico per la salute del bambino e della madre. L’allattamento al seno è associato a un minore rischio di infezioni infantili e di alcune malattie materne
- Equilibrio vita persona e lavoro: I diritti di conciliazione lavoro-famiglia riducono lo stress delle madri, migliorando il loro benessere complessivo e permettendo loro di dedicare tempo di qualità ai loro figli.
2) Aumento della produttività e fedeltà al lavoro
Le madri lavoratrici che si sentono sostenute e valorizzate tendono a essere più produttive e fedeli all’azienda.
- Motivazione: le lavoratrici che possono beneficiare di diritti come il congedo di maternità e i permessi per allattamento sono generalmente più motivate e soddisfatte del loro lavoro
- Ritorno sull’investimento: un ambiente di lavoro che supporta le madri lavoratrici incoraggia il ritorno al lavoro dopo la maternità, riducendo l’assenteismo e aumentando la produttività complessiva
- Loyalty: le dipendenti che si sentono rispettate e supportate tendono a sviluppare un forte senso di lealtà verso l’azienda, riducendo il rischio di abbandono.
3) Riduzione del turnover del personale
Il turnover del personale è costoso e dispendioso in termini di tempo per le aziende. Garantire i diritti delle madri lavoratrici può contribuire a ridurre significativamente il turnover.
- Retention: le politiche aziendali che supportano le madri lavoratrici promuovono la fidelizzazione dei dipendenti, riducendo la necessità di assumere e formare nuovo personale
- Esperienza e continuità: la riduzione del turnover permette di mantenere l’esperienza e la continuità all’interno dell’azienda, migliorando l’efficienza e la coesione del team.
4) Promozione di una cultura aziendale inclusiva
Garantire e rispettare i diritti delle madri lavoratrici contribuisce a creare una cultura aziendale inclusiva e attenta alle esigenze di tutti i dipendenti.
- Diversità e inclusione: un ambiente di lavoro inclusivo che rispetta e valorizza le esigenze delle madri lavoratrici promuove la diversità e l’inclusione, migliorando la creatività e l’innovazione all’interno dell’azienda
- Immagine aziendale: le aziende che dimostrano un impegno reale verso la tutela delle lavoratrici madri migliorano la loro reputazione, attirando talenti e guadagnando la fiducia dei clienti
- Responsabilità sociale: le politiche aziendali che supportano i diritti delle madri lavoratrici riflettono una forte responsabilità sociale, rafforzando il legame con la comunità e migliorando l’immagine pubblica dell’azienda.
Diritti madri lavoratrici: ecco come si articola la tutela della lavoratrice madre in Italia
In Italia per le madri lavoratrici sono previste una serie di tutele e diritti che sono regolati da diversi articoli di legge.
Per chi vuole conciliare maternità e carriera è quindi fondamentale conoscere nel dettaglio tutti quelli che sono i diritti di una madre lavoratrice, così da avere un quadro più chiaro della situazione legislativa attualmente vigente in Italia.
Quali sono dunque le principali tutele delle madri lavoratrici? Di seguito una descrizione dettagliata di ognuno di questi diritti.
1) Permessi retribuiti per controlli medici durante la gravidanza
Nell’ottica di una maggiore tutela delle madri lavoratrici, uno dei diritti di cui queste ultime possono godere è sicuramente quello di assentarsi dal lavoro per controlli medici o simili durante la gravidanza.
In questo caso, la richiesta di un permesso dal lavoro deve essere fatta dalla madre lavoratrice in forma scritta, specificando la tipologia di visita a cui si deve sottoporre. I permessi che la madre lavoratrice richiede durante la gravidanza per visite mediche e controlli sono regolarmente retribuiti.
2) Congedo di maternità
Tra i diritti di una madre lavoratrice, il congedo di maternità ricopre sicuramente un ruolo fondamentale. Si tratta di una tutela che prevede un periodo di astensione dal lavoro di cui si può godere per 5 mesi, che possono distribuiti come segue:
- 2 mesi prima della presunta data del parto e 3 mesi dopo la nascita del bambino;
- 1 mese prima della presunta data del parto e 4 mesi dopo (in questo caso, però, c’è bisogno dell’approvazione da parte del medico).
È bene sottolineare che il congedo di maternità spetta alle madri lavoratrici anche in caso di adozione o affidamento a partire dall’entrata in famiglia del minore. In questi casi, la madre può scegliere di assentarsi dal lavoro per tutti i 5 mesi successivi.
Per quanto riguarda lo stipendio percepito, alla madre lavoratrice che gode del congedo di maternità spetta una retribuzione pari all’80% dell’ultima busta paga, anche se in alcuni casi questa è pari al 100%.
Per una piena tutela della madre lavoratrice, esiste inoltre la possibilità di richiedere la maternità anticipata. Si tratta di un periodo di astensione dal lavoro che si aggiunge al congedo di maternità e che viene richiesto in presenza di gravidanze a rischio o di particolari complicanze che mettono in pericolo la salute della madre e/o del bambino.
Più nel dettaglio, la maternità anticipata si può richiedere nelle seguenti circostanze:
- quando si presentano gravi complicanze in gravidanza;
- quando le condizioni di lavoro o ambientali sono rischiose per la salute della madre e del bambino;
- quando la lavoratrice dipendente svolge un lavoro che prevede sollevamento di pesi o simili e non può essere ricollocata.
3) Congedo parentale
Tra i diritti delle madri lavoratrici non si può non menzionare il congedo parentale. Si tratta di un periodo di astensione dal lavoro che spetta sia alla madre che al padre e che ha una durata di 10 mesi. La madre lavoratrice (e anche il padre) può godere di questo diritto fino al dodicesimo anno di età del bambino in maniera frazionata o continuativa.
Per quanto riguarda lo stipendio, alla madre lavoratrice dipendente spetta il 30% della retribuzione giornaliera fino agli 8 anni di vita del bambino; dagli 8 anni in poi, invece, non è prevista alcuna retribuzione.
4) Divieto di svolgimento di lavori pericolosi, faticosi o insalubri
Tra i diritti di una madre lavoratrice abbiamo anche quello relativo al divieto per quest’ultima di svolgere, durante la gravidanza e fino ai 7 mesi dopo il parto, lavori che prevedono sollevamento di pesi o che sono pericolosi, dannosi, faticosi e insalubri per lei e il bambino.
In questa circostanza, la madre lavoratrice che non può occuparsi di questo tipo di mansioni viene solitamente preposta allo svolgimento di altri ruoli, pur sempre mantenendo lo stesso trattamento stabilito precedentemente.
5) Rifiuto del lavoro notturno
Al fine di garantire la tutela delle madri lavoratrici, la legge prevede anche per loro la possibilità di rifiutare lo svolgimento di lavori notturni (dalle ore 24 alle 6) durante la gravidanza e fino al primo anno di età del bambino.
6) Permessi per allattamento
Il permesso per allattamento è un altro dei diritti delle madri lavoratrici. Si tratta di un permesso che la madre può appunto richiedere per allattare il bambino o per soddisfare qualsiasi altra necessità a lui legata. Le madri lavoratrici possono quindi ottenere fino a 2 ore di permesso al giorno retribuito fino al primo anno di età del bambino.
7) Divieto di licenziamento
Tra i più importanti diritti di una madre lavoratrice c’è poi il divieto di licenziamento. La legge italiana prevede infatti il divieto di licenziamento fino al primo anno di età del bambino per le madri lavoratrici dipendenti.
Le sole circostanze in cui questo divieto può essere infranto sono le seguenti:
- nel caso di licenziamento per “giusta causa”
- nel caso di chiusura dell’attività aziendale
- nel caso in cui sono il periodo di gravidanza coincide con la scadenza del contratto a tempo determinato
- nel caso di non superamento del periodo di prova
Esistono altri ambiti del lavoro in cui le lavoratrici madri o future madri sono tutelate, uno di questi è la procedura delle dimissioni.
Infatti, se una professionista decide di dimettersi dal suo posto di lavoro durante il periodo di gravidanza e fino al primo anno di età del bambino, dovrà seguire una procedura ad hoc, proprio in ottica di maggiore tutela. L’obiettivo è evitare che il datore di lavoro, non potendo licenziare la professionista durante il periodo protetto, la induca a dare le dimissioni. Per questo, la lavoratrice dovrà fare convalidare le proprie dimissioni dall’Ispettorato Territoriale del Lavoro competente.
Inoltre, per le madri lavoratrici non è previsto alcun obbligo di preavviso nel caso di dimissioni nel periodo protetto: potranno quindi dimettersi con effetto immediato.
Infine, tra le forme di tutela delle madri lavoratrici, è da menzionare la possibilità di richiedere una maggiore flessibilità o una riduzione dell’orario di lavoro al rientro dalla maternità; nella maggioranza dei casi il contratto di lavoro verrà trasformato in part-time.
Diritti lavoratrici madri: novità 2025
Le novità 2025 per il congedo parentale
La Legge di Bilancio 2025 ha introdotto importanti cambiamenti per quanto riguarda l’indennizzazione del congedo parentale:
- Tre mesi retribuiti all’80% della retribuzione (invece dei precedenti due mesi)
- Questi tre mesi devono essere utilizzati entro il sesto anno di vita del bambino
- I restanti mesi sono indennizzati al 30% della retribuzione
- Possibilità di fruizione anche in modalità oraria
Per quanto riguarda lo stipendio, alla madre lavoratrice dipendente spettano ora tre mesi indennizzati all’80% della retribuzione giornaliera, seguiti da ulteriori mesi al 30% fino agli 8 anni di vita del bambino. Dagli 8 anni in poi, il congedo può essere utilizzato ma non è retribuito.
Congedo parentale per genitori soli
Nel caso di genitore solo, la durata massima del congedo parentale sale a 11 mesi, tutti usufruibili dalla stessa persona. Questo rappresenta un importante riconoscimento delle difficoltà aggiuntive che devono affrontare le madri lavoratrici che crescono i figli da sole.
Bonus Mamme 2025: le nuove agevolazioni contributive
Una delle novità più significative del 2025 riguarda l’estensione del cosiddetto “Bonus Mamme”, una misura di decontribuzione che sostiene economicamente le lavoratrici madri. Questa agevolazione rappresenta un importante passo avanti nella tutela lavoratrici madri e nel sostegno all’occupazione femminile.
Chi può beneficiare del Bonus Mamme 2025
Il Bonus Mamme 2025 è destinato a:
- Lavoratrici dipendenti a tempo determinato e indeterminato (escluse le lavoratrici domestiche)
- Lavoratrici autonome, incluse quelle con reddito d’impresa (escluso regime forfettario)
- Madri con almeno due figli fino al compimento del 10° anno del figlio più piccolo
- Dal 2027: solo madri con almeno tre figli fino al 18° anno del figlio più piccolo
- Limite di reddito: massimo 40.000 euro annui
Come funziona il Bonus
Per il 2025, il contributo si traduce in un beneficio di 40 euro al mese per tutto l’anno per le lavoratrici madri con due figli. La somma viene erogata dall’INPS, su richiesta dell’interessata, in un’unica soluzione nel mese di dicembre, per un totale di 480 euro netti, esenti da prelievi fiscali e contributivi.
Per le madri con tre o più figli titolari di contratto a tempo indeterminato, continuano gli incentivi già previsti dalla manovra precedente, che proseguiranno per tutto il 2026 con una decontribuzione del 100% fino a 3.000 euro annui.
Lavoratrici madri orari di lavoro: flessibilità e part-time
Infine, tra le forme di tutela delle madri lavoratrici, è da menzionare la possibilità di richiedere una maggiore flessibilità o una riduzione dell’orario di lavoro al rientro dalla maternità. Le lavoratrici madri orari di lavoro possono essere modificati per venire incontro alle nuove esigenze familiari, nella maggioranza dei casi il contratto di lavoro verrà trasformato in part-time.
Diritti delle mamme lavoratrici part time
I diritti delle mamme lavoratrici part time sono sostanzialmente gli stessi delle lavoratrici a tempo pieno, con alcuni adattamenti specifici legati al tipo di contratto. La tutela lavoratrici madri non diminuisce in base all’orario di lavoro, ma si adatta alle specifiche esigenze.
Trasformazione da full-time a part-time
Le lavoratrici hanno diritto a richiedere la trasformazione del contratto da tempo pieno a tempo parziale:
- Una sola volta per figlio
- Riduzione massima del 50% dell’orario
- Mantenimento di tutti i diritti fondamentali
- Possibilità di ritorno al tempo pieno
Diritti specifici per lavoratrici part-time
I diritti mamme lavoratrici part time includono:
- Congedo di maternità: la durata rimane di 5 mesi, ma l’indennità viene calcolata proporzionalmente all’orario ridotto
- Permessi per allattamento: per orari inferiori a 6 ore giornaliere, spetta 1 ora di permesso invece di 2.
- Congedo parentale: i diritti rimangono invariati, ma l’indennità viene calcolata sulla base della retribuzione part-time.
- Permessi per malattia del figlio: stessi diritti delle lavoratrici a tempo pieno.
Come richiedere la flessibilità oraria
Per ottenere modifiche agli orari di lavoro dopo la maternità, la lavoratrice deve:
- Presentare richiesta scritta al datore di lavoro
- Specificare il tipo di flessibilità richiesta
- Indicare la durata del periodo di riduzione
- Fornire un preavviso di almeno 60 giorni
- Motivare la richiesta con le esigenze familiari
È importante notare che, mentre alcuni contratti collettivi (come quello del commercio) prevedono un diritto alla trasformazione part-time post-maternità, nella legislazione generale il datore di lavoro mantiene un potere discrezionale, pur dovendo considerare seriamente le richieste motivate.
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