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Il preavviso dimissioni è un concetto cruciale nel mondo del lavoro, ma spesso può generare confusione tra i lavoratori. Capire esattamente cosa sia e come funzioni è fondamentale per chiunque stia considerando di lasciare il proprio impiego.
Il preavviso dimissioni è un periodo di tempo che il lavoratore deve rispettare prima di lasciare definitivamente il proprio posto di lavoro dopo aver presentato le dimissioni volontarie. In pratica, rappresenta il tempo che intercorre tra il momento in cui il lavoratore comunica formalmente al datore di lavoro l’intenzione di dimettersi e l’effettiva cessazione del rapporto di lavoro.
Il preavviso dimissioni è regolato da specifiche normative, che possono variare a seconda del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) applicabile, del tipo di contratto (a tempo determinato o indeterminato), dell’anzianità di servizio e del livello professionale del lavoratore. Durante questo periodo, il lavoratore continua a svolgere le proprie mansioni e ad essere retribuito normalmente.
Approfondiamo nei prossimi paragrafi tutto quello che c’è da sapere sulla tematica, focalizzandoci su dimissioni volontarie preavviso,
preavviso dimissioni contratto a tempo determinato, che cosa succede in caso di mancato preavviso dimissioni e in caso di dimissioni volontarie senza preavviso, quanti giorni preavviso dimissioni spettano secondo la normativa e calcolo preavviso dimissioni.
Come funziona il preavviso dimissioni e come comunicarlo?
Il preavviso dimissioni è un aspetto fondamentale da comprendere quando si decide di lasciare un lavoro. Le modalità di comunicazione delle dimissioni, la differenza tra contratti a tempo determinato e indeterminato e le possibili conseguenze di un mancato preavviso dimissioni sono temi cruciali che ogni lavoratore deve conoscere per gestire al meglio la propria uscita dall’azienda. Partiamo dal come comunicare correttamente il preavviso dimissioni.
Quando un lavoratore decide di dimettersi volontariamente, deve seguire una procedura specifica per comunicare correttamente le proprie dimissioni al datore di lavoro. Ecco i passi da seguire per garantire che la comunicazione sia effettuata in modo appropriato:
1) Presentare le dimissioni in forma scritta
La comunicazione delle dimissioni deve essere effettuata in forma scritta tramite il portale online dedicato del Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali (in Italia, il portale INPS). Questa procedura è obbligatoria dal 2016 per tutte le dimissioni volontarie, con l’obiettivo di prevenire fenomeni di dimissioni in bianco e garantire la tracciabilità dell’intero processo. Il lavoratore deve, dunque, accedere al portale con le proprie credenziali SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi) e compilare il modulo per le dimissioni online, indicando il periodo di preavviso e la data effettiva di cessazione del rapporto di lavoro.
2) Comunicare il preavviso al datore di lavoro
Dopo aver compilato il modulo online, il lavoratore deve informare il proprio datore di lavoro delle dimissioni in modo tempestivo. È buona norma comunicare verbalmente la propria decisione prima di formalizzarla online, in modo da mantenere un rapporto di trasparenza e correttezza professionale.
3) Rispetto del periodo di preavviso dimissioni
Una volta presentate le dimissioni, il lavoratore deve rispettare il periodo di preavviso stabilito dal contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) applicabile o dal contratto individuale di lavoro. Il periodo di preavviso varia a seconda del contratto, dell’anzianità di servizio e del livello professionale del lavoratore.
Preavviso dimissioni contratto a tempo determinato vs. tempo indeterminato
Il preavviso dimissioni può variare significativamente a seconda del tipo di contratto di lavoro. Vediamo le differenze principali tra i contratti a tempo determinato e quelli a tempo indeterminato:
Contratto a tempo indeterminato
Nel contratto a tempo indeterminato, il preavviso dimissioni è stabilito dal CCNL applicabile, e può variare in base al settore, alla posizione lavorativa, all’anzianità di servizio e al livello contrattuale del lavoratore. Ad esempio, un impiegato con molti anni di servizio potrebbe avere un periodo di preavviso più lungo rispetto a un neoassunto. Di solito, il periodo di preavviso varia da 15 giorni a 3 mesi, a seconda del CCNL e delle condizioni specifiche. È importante controllare il contratto collettivo di riferimento per conoscere il periodo esatto di preavviso richiesto.
Contratto a tempo determinato
Nel contratto a tempo determinato, il lavoratore non è generalmente tenuto a rispettare un periodo di preavviso se decide di dimettersi alla scadenza naturale del contratto. Tuttavia, se il lavoratore intende dimettersi prima della scadenza del contratto, potrebbe essere tenuto a fornire un preavviso o a pagare una penale per risarcire l’azienda del danno subito a causa della cessazione anticipata. In caso di dimissioni anticipate, le condizioni e le eventuali penali per il mancato preavviso sono di solito stabilite nel contratto individuale di lavoro o nei regolamenti interni dell’azienda.
Dimissioni dirigenti industria: come funzionano? Leggi qui l’articolo dedicato!
A cosa serve il preavviso dimissioni?
Il preavviso dimissioni ha un ruolo fondamentale sia per il datore di lavoro che per il lavoratore e serve a:
1) Garantire una transizione agevole
Il preavviso permette all’azienda di avere il tempo necessario per cercare un sostituto adeguato, evitando interruzioni improvvise nelle operazioni quotidiane. Questo periodo di transizione è essenziale per garantire la continuità aziendale e minimizzare l’impatto negativo dell’uscita di un dipendente.
2) Proteggere gli interessi del datore di lavoro
Il preavviso dimissioni serve a proteggere gli interessi del datore di lavoro, assicurando che l’uscita del lavoratore non avvenga in modo improvviso e destabilizzante. In caso di mancato preavviso dimissioni, il datore di lavoro ha il diritto di trattenere una somma equivalente al periodo di preavviso non rispettato, conosciuta come “indennità di mancato preavviso”.
3) Permettere al lavoratore di concludere adeguatamente le proprie mansioni
Durante il periodo di preavviso dimissioni, il lavoratore ha l’opportunità di concludere le attività in corso, trasferire competenze e conoscenze ai colleghi o al sostituto e risolvere eventuali questioni aperte. Questo processo è importante per mantenere buoni rapporti professionali e garantire una chiusura ordinata del rapporto di lavoro.
4) Garantire il rispetto delle norme contrattuali e legali
Il preavviso dimissioni è stabilito da normative contrattuali e legali che devono essere rispettate per evitare sanzioni o penali. Seguire correttamente le regole del preavviso aiuta a evitare problemi legali e dispute tra il lavoratore e il datore di lavoro.
5) Mantenere buoni rapporti professionali
Offrire un preavviso dimissioni adeguato dimostra professionalità e rispetto nei confronti del datore di lavoro e dei colleghi. Mantenere buoni rapporti lavorativi è importante per il proprio network professionale e può facilitare future collaborazioni o referenze.
6) Consentire al lavoratore di organizzare il proprio futuro professionale
Il periodo di preavviso offre anche al lavoratore il tempo necessario per organizzare la propria transizione verso una nuova opportunità lavorativa, preparandosi adeguatamente per il nuovo ruolo e risolvendo eventuali questioni logistiche o personali.
Dimissioni volontarie senza preavviso: rischi e conseguenze
Il mancato preavviso dimissioni può comportare diverse conseguenze per il lavoratore, sia a livello economico che professionale. Comprendere i rischi associati a questa scelta e sapere come gestirla può aiutarti a evitare problemi futuri e a mantenere un buon rapporto con il datore di lavoro. Quando un lavoratore decide di dimettersi senza rispettare il periodo di preavviso stabilito dal contratto, può andare incontro a diverse conseguenze. Ecco cosa potrebbe accadere:
1) Trattenuta dell’indennità di mancato preavviso
In caso di mancato preavviso dimissioni, il datore di lavoro ha il diritto di trattenere dal trattamento di fine rapporto (TFR) e da eventuali altre spettanze (come ferie non godute, tredicesima, quattordicesima, ecc.) un importo equivalente al periodo di preavviso non rispettato. Questa trattenuta rappresenta una compensazione economica per il danno subito dall’azienda a causa dell’uscita improvvisa del lavoratore.
2) Perdita di buone referenze
Non rispettare il periodo di preavviso può compromettere i rapporti con il datore di lavoro e con i colleghi, portando a una perdita di buone referenze. Le referenze sono spesso importanti per future opportunità lavorative, e un’uscita poco professionale può avere un impatto negativo sul tuo percorso di carriera.
3) Possibili azioni legali da parte del datore di lavoro
In casi estremi, soprattutto quando il lavoratore ricopre una posizione di responsabilità o critica per l’azienda, il datore di lavoro potrebbe decidere di intraprendere azioni legali per ottenere un risarcimento aggiuntivo rispetto all’indennità di mancato preavviso. Questo accade soprattutto se il contratto prevede clausole specifiche che impongono ulteriori sanzioni per il mancato rispetto del preavviso dimissioni.
4) Rischio di espulsione immediata
In alcuni casi, il datore di lavoro potrebbe decidere di allontanare immediatamente il lavoratore dall’azienda, soprattutto se ritiene che la presenza del dipendente possa creare conflitti o problemi operativi. Questo può accadere, ad esempio, se il lavoratore è in possesso di informazioni sensibili o ricopre un ruolo strategico.
Penali e sanzioni previste per il lavoratore
Le penali e le sanzioni previste in caso di mancato preavviso dimissioni possono variare a seconda del contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) applicabile, del contratto individuale di lavoro e delle politiche aziendali. Tuttavia, esistono alcune conseguenze comuni:
1) Indennità di mancato preavviso
Come menzionato, il datore di lavoro può trattenere un importo pari al salario del periodo di preavviso non rispettato. Ad esempio, se il periodo di preavviso richiesto è di 30 giorni e il lavoratore decide di lasciare senza preavviso, il datore di lavoro può trattenere l’equivalente di un mese di stipendio.
2) Sanzioni contrattuali
Alcuni contratti prevedono sanzioni specifiche per il mancato rispetto del preavviso, come penali economiche o il pagamento di una somma aggiuntiva a titolo di risarcimento danni. È importante verificare il proprio contratto individuale di lavoro per conoscere le eventuali clausole in merito.
3) Risarcimento danni
In casi particolari, il datore di lavoro potrebbe chiedere un risarcimento danni se riesce a dimostrare che il mancato preavviso dimissioni ha causato un danno economico significativo all’azienda. Questo risarcimento potrebbe essere richiesto tramite vie legali, e l’importo potrebbe variare in base alla gravità del danno subito.
Come negoziare con il datore di lavoro per ridurre il periodo di preavviso dimissioni
In alcuni casi, è possibile negoziare con il datore di lavoro per ridurre il periodo di preavviso dimissioni richiesto o per evitarne le conseguenze. Ecco alcuni consigli pratici su come procedere:
1) Comunica apertamente e tempestivamente
Se prevedi di dimetterti senza poter rispettare l’intero periodo di preavviso, comunica la tua intenzione al datore di lavoro il prima possibile. Spiega le ragioni della tua decisione e cerca di essere trasparente e onesto. Un dialogo aperto può aiutare a trovare una soluzione che soddisfi entrambe le parti.
2) Offri una soluzione per agevolare la transizione
Proponi una soluzione per agevolare la transizione, in modo tale da ridurre l’impatto della tua partenza sull’azienda. Ad esempio, potresti offrire il tuo aiuto nella formazione di un sostituto, completare progetti urgenti o fornire supporto remoto dopo la tua uscita. Questi gesti dimostrano responsabilità e disponibilità a collaborare.
3) Chiedi una riduzione o esenzione dal periodo di preavviso
In alcuni casi, il datore di lavoro potrebbe accettare di ridurre o annullare il periodo di preavviso dimissioni se comprende le tue motivazioni e se le circostanze lo permettono. Ad esempio, situazioni di emergenza personale, nuove opportunità di carriera o difficoltà logistiche possono giustificare una riduzione del preavviso.
4) Negozia una compensazione alternativa
Se non è possibile ottenere una riduzione del preavviso, potresti negoziare una compensazione alternativa, come il pagamento parziale dell’indennità di mancato preavviso. Ad esempio, potresti proporre di coprire solo una parte dell’indennità o di accettare un’altra forma di accordo che riduca l’onere economico per entrambe le parti.
5) Verifica le condizioni contrattuali e legali
Prima di avviare qualsiasi negoziazione, verifica attentamente le condizioni del tuo contratto di lavoro e le disposizioni del CCNL applicabile. Questo ti aiuterà a comprendere i tuoi diritti e le tue obbligazioni e a prepararti meglio per una discussione con il datore di lavoro.
6) Richiedi supporto legale o sindacale
Se ti trovi in una situazione complessa o se il datore di lavoro non accetta di negoziare, considera di consultare un avvocato del lavoro o di richiedere supporto al tuo sindacato di riferimento. Un esperto può aiutarti a comprendere meglio le tue opzioni e a negoziare in modo più efficace.
Giorni preavviso dimissioni: quanti sono necessari?
Il preavviso dimissioni è un periodo obbligatorio che il lavoratore deve rispettare prima di cessare il rapporto di lavoro. La durata del preavviso dimissioni varia a seconda di diversi fattori, come il tipo di contratto, l’anzianità di servizio e le norme specifiche del Contratto Collettivo Nazionale del Lavoro (CCNL) applicabile.
Calcolo preavviso dimissioni
Per calcolare il periodo di preavviso dimissioni, è necessario prendere in considerazione i seguenti elementi:
1) Tipo di contratto di lavoro
Il contratto di lavoro (a tempo determinato o indeterminato) e il CCNL di riferimento stabiliscono i termini e le condizioni specifiche del preavviso. Il periodo di preavviso può variare notevolmente tra i diversi contratti collettivi, quindi è essenziale controllare sempre il proprio CCNL per conoscere i dettagli esatti.
2) Anzianità di servizio
L’anzianità di servizio del lavoratore nell’azienda gioca un ruolo fondamentale nel determinare la durata del preavviso. In generale, più anni di servizio corrispondono a un periodo di preavviso più lungo. Ad esempio, un lavoratore con meno di cinque anni di servizio potrebbe avere un preavviso di 15 giorni, mentre uno con oltre dieci anni potrebbe avere un preavviso di tre mesi.
3) Livello contrattuale o posizione
Il livello contrattuale del lavoratore (operaio, impiegato, quadro, dirigente) e la posizione lavorativa influenzano la durata del preavviso. Di solito, per posizioni più elevate, come quadri o dirigenti, il periodo di preavviso richiesto è più lungo rispetto a quello previsto per operai o impiegati.
4) Norme specifiche del CCNL
Ogni CCNL può prevedere regole differenti per il preavviso dimissioni. È fondamentale consultare il proprio contratto collettivo per conoscere i dettagli specifici applicabili alla propria situazione.
Differenze nei giorni di preavviso in base al contratto di lavoro (CCNL)
I giorni di preavviso dimissioni variano in base al contratto collettivo nazionale del lavoro (CCNL) applicabile e possono differire anche all’interno dello stesso settore. Ecco alcune delle differenze più comuni:
CCNL Commercio
- Per gli impiegati con meno di 5 anni di servizio, il preavviso richiesto è di 15 giorni
- Per gli impiegati con più di 5 anni e fino a 10 anni di servizio, il preavviso è di 30 giorni
- Per gli impiegati con più di 10 anni di servizio, il preavviso sale a 45 giorni
- Per i quadri, il preavviso varia da 60 a 90 giorni a seconda dell’anzianità di servizio
CCNL Metalmeccanici
- Operai e impiegati con meno di 5 anni di anzianità: 10 giorni di preavviso dimissioni
- Operai e impiegati con più di 5 anni di anzianità: 15 giorni di preavviso
- : 15 giorni di preavviso dimissioni
- Per impiegati con più di 2 anni ma meno di 5 anni di anzianità: 30 giorni di preavviso
- Per impiegati con più di 5 anni di anzianità: 45 giorni di preavviso
- Quadri e dirigenti: da 60 a 90 giorni a seconda dell’anzianità e della posizione
CCNL Bancari
- Per impiegati e quadri: il preavviso dimissioni varia da 30 a 90 giorni, in base all’anzianità di servizio e al livello contrattuale
- Per dirigenti: il preavviso dimissioni può arrivare fino a 6 mesi in caso di dimissioni.
Queste sono solo alcune delle principali differenze nei giorni di preavviso in base al CCNL. È sempre importante consultare il proprio contratto collettivo per conoscere esattamente i termini applicabili alla propria situazione.
Normativa sul preavviso dimissioni in Italia
In Italia, il preavviso dimissioni è regolato dal Codice Civile, in particolare dagli articoli 2118 e 2119 e dai vari Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL). Vediamo cosa dicono queste norme:
1) Articolo 2118 del Codice Civile
Questo articolo stabilisce che ciascuna delle parti, lavoratore e datore di lavoro, può recedere dal contratto di lavoro a tempo indeterminato, ma deve dare un preavviso entro i termini e secondo le modalità previste dal contratto collettivo applicabile o dal contratto individuale. Se il preavviso non viene rispettato, la parte inadempiente è tenuta a pagare un’indennità pari alla retribuzione che sarebbe spettata per il periodo di preavviso.
2) Articolo 2119 del Codice Civile
Questo articolo disciplina le dimissioni per giusta causa, che si verificano quando il lavoratore decide di dimettersi senza preavviso a causa di un comportamento gravemente lesivo da parte del datore di lavoro (come molestie, mancato pagamento della retribuzione, cambiamenti sostanziali delle mansioni non concordati, ecc.). In tali casi, il lavoratore non è tenuto a rispettare il periodo di preavviso e non è soggetto a indennità di mancato preavviso.
3) Contratti Collettivi Nazionali del Lavoro (CCNL)
I CCNL stabiliscono specifiche regole per il preavviso dimissioni, inclusi i giorni necessari in base all’anzianità di servizio, al livello contrattuale e al tipo di rapporto di lavoro. Ogni contratto collettivo ha le proprie disposizioni, e queste devono essere rispettate da entrambi le parti. Pertanto, è fondamentale consultare il proprio CCNL per conoscere i dettagli applicabili.
4) D.Lgs. n. 151/2015 – Jobs Act
A partire dal 2016, il Decreto Legislativo n. 151/2015 ha introdotto l’obbligo di presentare le dimissioni volontarie in modalità telematica attraverso il portale del Ministero del Lavoro (INPS). Questa normativa ha l’obiettivo di prevenire fenomeni di dimissioni in bianco e garantire la trasparenza e la tracciabilità del processo di dimissioni.
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