Il contratto a tempo indeterminato è una delle tipologie contrattuali che è possibile stipulare in Italia tra dipendente e datore di lavoro. Come si evince dal nome stesso, si tratta di una forma di contratto che, oltre ad essere tra le più comunemente utilizzate – a differenza di quello a tempo determinato – non prevede vincoli di durata prefissati per il lavoratore.
Data la sua importanza e diffusione, approfondiamo in questo articolo come funziona il contratto a tempo indeterminato, la sua definizione, così come quali sono i suoi vantaggi.
Contratto a tempo indeterminato: definizione
Prima di capire nel dettaglio come funziona il contratto a tempo indeterminato, è bene soffermarci sulla definizione di questa tipologia contrattuale.
Quello a tempo indeterminato è il contratto di lavoro subordinato con cui il lavoratore dipendente si impegna a mettere in pratica la propria attività a tempo indeterminato, senza cioè una data di scadenza stabilita. Si tratta di un documento che, redatto in forma scritta, deve contenere tutte le informazioni necessarie a disciplinare il rapporto di lavoro, ossia mansione, inquadramento, data di inizio del rapporto (con l’aggiunta di eventuali indicazioni sul periodo di prova) e importo della retribuzione. Oltre a queste informazioni, devono essere presenti anche elementi costitutivi quali luogo e orario di lavoro, giorni di ferie e permessi, termini di preavviso in caso di recesso. Se alcuni di questi fattori fossero per qualche ragione omessi, si deve fare riferimento al Contratto Nazionale del Lavoro (CCNL) di riferimento.
Come funziona il contratto a tempo indeterminato nel dettaglio
Come già anticipato, il contratto a tempo indeterminato rappresenta un accordo tra due parti:
- il lavoratore, che si impegna a prestare attività subordinata ad un datore di lavoro;
- il datore di lavoro, che può essere un soggetto fisico, giuridico o un ente e che si impegna a retribuire il lavoratore per l’attività svolta e a versargli contributi previdenziali e assistenziali.
A questo punto, vediamo in maniera più approfondita come funziona il contratto a tempo indeterminato partendo dall’aspetto dell’orario di lavoro.
Orario di lavoro del contratto a tempo indeterminato
Di norma l’orario di lavoro dipende dal CCNL a cui il contratto fa riferimento. Solitamente, l’orario lavorativo che le aziende prediligono per i dipendenti inquadrati con questa tipologia contrattuale è di 40 ore settimanali.
Tuttavia, il contratto a tempo indeterminato prevede anche la possibilità di lavorare part-time attraverso tre tipologie di impiego ridotto:
- verticale: modalità di impiego che avviene quando il lavoratore svolge il lavoro a tempo pieno solo in determinati giorni della settimana o in periodi predefiniti nel corso del mese o dell’anno;
- orizzontale: si verifica quando il dipendente svolge una quantità di ore lavorative giornaliere inferiore rispetto al full-time;
- misto: come si può comprendere dal nome stesso, si tratta di una modalità di impiego che prevede una modalità lavorativa mista, ossia in parte seguendo i criteri di quella verticale, in parte di quella orizzontale.
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Contratto a tempo indeterminato: recesso e licenziamento
Per capire il funzionamento del contratto a tempo indeterminato, è molto utile anche soffermarsi sulle modalità di recesso e licenziamento. Si tratta di due punti importanti che è bene approfondire anche per capire poi i vantaggi del contratto a tempo indeterminato.
La fine del rapporto lavorativo che intercorre tra dipendente e datore di lavoro può avvenire in due modi:
- le dimissioni, che avvengono quando è il lavoratore a decidere di porre fine al rapporto;
- il licenziamento, che avviene quando è il datore di lavoro a prendere questa decisione.
Per quanto riguarda questa tipologia di contratto, le dimissioni e il licenziamento presentano, però, condizioni differenti.
In merito alle dimissioni, queste ultime possono essere rassegnate dal lavoratore senza l’obbligo di esplicitare le motivazioni. Nel caso del licenziamento, invece, il datore di lavoro può licenziare un dipendente con un contratto a tempo indeterminato solo se sussistono valide ragioni.
In particolare, il licenziamento può avvenire solo se sono presenti:
- una giusta causa: ossia quando si verificano comportamenti e/o azioni gravi compiute dal lavoratore, tali da non consentire il proseguimento del rapporto lavorativo tra le due parti.
- un giustificato motivo: ossia quando è presente un motivo oggettivo (cioè legato all’attività dell’azienda) o soggettivo (cioè motivato da un’inadempienza del lavoratore subordinato).
Mentre nel primo caso, ossia in quello del licenziamento per giusta causa, il lavoratore può essere licenziato senza preavviso, nel secondo non vale questa regola.
Contratto a tempo indeterminato: i vantaggi
Una volta compreso nel dettaglio il funzionamento di questa tipologia contrattuale, è utile approfondire anche i vantaggi del contratto a tempo indeterminato.
Tra gli aspetti positivi del contratto a tempo indeterminato ci sono sicuramente:
- la stabilità nel tempo
Come detto sopra, il contratto a tempo indeterminato è una tipologia contrattuale che non prevede una data di scadenza del rapporto di lavoro stipulato tra le due parti. Ciò vuol dire che tale contratto garantisce una stabilità occupazionale nel tempo che è molto vantaggiosa per il lavoratore.
- la tutela del lavoratore contro il licenziamento illegittimo
Considerando il fatto che con il contratto a tempo indeterminato il datore di lavoro può licenziare il dipendente solo in presenza di una giusta causa e di un giustificato motivo, questo implica che il lavoratore è maggiormente tutelato contro ogni tipologia di licenziamento illegittimo.
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