trasferimento del lavoratore

Il trasferimento del lavoratore è una modifica del luogo di lavoro che comporta lo spostamento fisico del dipendente da una sede aziendale a un’altra, che può essere situata all’interno dello stesso comune o, più spesso, in una diversa città o regione. Questo cambiamento non riguarda il ruolo o le mansioni del lavoratore, ma esclusivamente la sede in cui svolge la propria attività.

Nel contesto italiano, il trasferimento del lavoratore è regolamentato da diverse norme, come l’articolo 2103 del Codice Civile, che garantisce la tutela del lavoratore rispetto a spostamenti non giustificati o arbitrari. Inoltre, può essere disciplinato da contratti collettivi nazionali del lavoro (CCNL) specifici per ogni settore, che stabiliscono le condizioni e le modalità attraverso cui può avvenire.

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Importanza del trasferimento del lavoratore nelle dinamiche aziendali

Il trasferimento dei lavoratori è uno strumento cruciale per le aziende che operano su più sedi o che sono in fase di espansione. È spesso utilizzato per:

  • Ottimizzare le risorse umane: trasferire un dipendente esperto in una sede in crescita può rafforzare il team locale e migliorare le performance dell’azienda
  • Rispondere a cambiamenti organizzativi: in caso di ristrutturazioni aziendali o chiusure di sedi, il trasferimento può evitare licenziamenti e garantire la continuità lavorativa
  • Supportare lo sviluppo professionale: per il lavoratore, un trasferimento può rappresentare un’opportunità di crescita, permettendo di acquisire nuove competenze o assumere ruoli di maggiore responsabilità in una nuova sede
  • Gestire esigenze specifiche: ad esempio, il trasferimento può essere legato a esigenze familiari o personali del dipendente, come nella Legge 104 per l’assistenza ai familiari disabili, che può prevedere agevolazioni particolari in materia di mobilità lavorativa.

Dal punto di vista aziendale, la gestione dei trasferimenti deve essere pianificata con attenzione, poiché ha un impatto non solo sulle risorse finanziarie (indennità di trasferimento, costi di logistica), ma anche sul morale e sulla produttività del personale.
In definitiva, il trasferimento del lavoratore rappresenta una leva importante per le aziende moderne, che devono essere flessibili e pronte ad adattarsi ai cambiamenti di mercato, ma anche attente a rispettare i diritti e le esigenze dei propri dipendenti.

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Tipologie di trasferimento del lavoratore

Il trasferimento del lavoratore può assumere diverse forme, a seconda delle modalità con cui avviene e delle motivazioni che lo sottendono. Esistono quattro tipologie principali di trasferimento: richiesto dal lavoratore, imposto dal datore di lavoro, temporaneo e definitivo. Ogni tipologia ha caratteristiche, diritti e obblighi specifici che è importante conoscere, sia per i lavoratori che per i datori di lavoro.

Trasferimento richiesto dal lavoratore

Il trasferimento richiesto dal lavoratore rappresenta una delle situazioni più comuni nel mondo del lavoro, specialmente in contesti aziendali con più sedi o filiali. Questa tipologia di trasferimento avviene quando è il dipendente a domandare formalmente lo spostamento in un’altra sede aziendale. I motivi possono essere vari:

  • Esigenze familiari: situazioni come il ricongiungimento familiare, la necessità di assistenza a un familiare malato o anziano (Legge 104), o la necessità di avvicinarsi alla propria residenza
  • Motivi personali: la ricerca di un miglior equilibrio tra vita privata e lavoro, ad esempio riducendo i tempi di spostamento o trasferendosi in una località con un costo della vita inferiore
  • Motivazioni professionali: ambizione di assumere maggiori responsabilità, desiderio di acquisire nuove competenze o esperienze, partecipazione a progetti più stimolanti o la ricerca di nuove opportunità di carriera all’interno dell’azienda
  • Miglioramento della qualità della vita: trasferirsi in una sede che offre migliori condizioni di lavoro o un ambiente più favorevole (ad esempio, uffici più moderni o vicini a servizi)
  • Esigenze di formazione o aggiornamento: desiderio di lavorare in una sede che offre maggiori opportunità di formazione o crescita professionale.

Come presentare una richiesta di trasferimento

Ecco alcuni passaggi chiave per presentare una richiesta efficace:

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1) Redazione di una lettera formale contenente le seguenti informazioni

  • Intestazione con i dati del lavoratore e dell’azienda
  • Esplicitazione della richiesta di trasferimento e la sede desiderata
  • Motivazioni chiare e dettagliate che giustificano il trasferimento
  • Data in cui si vorrebbe effettuare il trasferimento (se rilevante)
  • Chiusura con una richiesta di valutazione e un ringraziamento per l’attenzione

2) Incontro con il responsabile o HR

Prima di inviare la lettera, è consigliabile avere un incontro con il proprio superiore o con il reparto risorse umane per discutere la richiesta, spiegare le motivazioni a voce e verificare la disponibilità aziendale per il trasferimento.

3) Seguire i canali aziendali

Ogni azienda può avere procedure interne diverse per gestire le richieste di trasferimento. È importante assicurarsi di seguire i canali corretti, rispettando le politiche aziendali e le disposizioni contrattuali.

Dunque, il lavoratore deve seguire una procedura formale per inoltrare la richiesta di trasferimento e la concessione è a discrezione dell’azienda, che valuterà l’adeguatezza della domanda in base alle esigenze aziendali e organizzative. In alcuni casi, i contratti collettivi possono prevedere norme specifiche per gestire queste richieste, agevolando il processo per determinate categorie di lavoratori (ad esempio, genitori con figli piccoli).

Trasferimento imposto dal datore di lavoro

Il trasferimento imposto dal datore di lavoro rappresenta una situazione delicata, in cui è l’azienda a prendere l’iniziativa di spostare un dipendente da una sede all’altra. Anche se questa pratica è legittima in molte circostanze, deve avvenire nel rispetto di specifici limiti e condizioni legali per evitare abusi e garantire la tutela dei diritti del lavoratore.

Quando il datore di lavoro può imporre un trasferimento

Il datore di lavoro può imporre un trasferimento quando esistono comprovate ragioni tecniche, organizzative o produttive che rendono necessario lo spostamento del lavoratore in un’altra sede. Secondo l’articolo 2103 del Codice Civile, le motivazioni devono essere valide e documentabili, e possono includere situazioni come:

  • Riorganizzazione aziendale: in caso di ristrutturazione interna, fusione, acquisizione o chiusura di sedi, l’azienda può decidere di trasferire i dipendenti in nuove filiali o sedi esistenti
  • Necessità di riequilibrio del personale: se una sede soffre di carenza di personale qualificato, il datore può decidere di spostare risorse da una sede all’altra per garantire il buon funzionamento delle operazioni
  • Miglioramento della produttività: l’azienda può trasferire un dipendente per migliorare l’efficienza produttiva, assegnandolo a progetti che richiedono la sua specifica competenza in un’altra sede
  • Chiusura o ridimensionamento di una sede: quando un ufficio o una fabbrica viene chiusa o ridimensionata, il trasferimento può essere una soluzione per evitare licenziamenti e mantenere i lavoratori attivi in altre località.

Limiti e condizioni per un trasferimento legittimo

Il trasferimento imposto dal datore di lavoro deve rispettare una serie di limiti e condizioni stabilite dalla legge e dai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL). Questi vincoli sono progettati per evitare abusi e proteggere il lavoratore. Ecco i principali limiti e condizioni che un datore di lavoro deve considerare:

  • Comprovate ragioni organizzative: come indicato, il trasferimento deve essere giustificato da motivi reali e concreti. Il datore di lavoro non può decidere arbitrariamente di spostare un dipendente per penalizzarlo o per altre motivazioni personali non correlate all’attività lavorativa
  • Comunicazione formale e preavviso: il trasferimento deve essere comunicato formalmente per iscritto, con un adeguato preavviso, che varia a seconda del contratto collettivo applicabile. Il preavviso deve essere sufficiente per permettere al lavoratore di organizzarsi, soprattutto se il trasferimento comporta un cambiamento di residenza o altre implicazioni logistiche
  • Tutela delle categorie protette: alcuni lavoratori, come coloro che beneficiano della Legge 104/1992 per l’assistenza a familiari disabili, non possono essere trasferiti senza il loro consenso. La stessa protezione può essere estesa ad altre categorie vulnerabili, come lavoratrici in gravidanza o genitori con figli piccoli, in base ai contratti collettivi
  • Indennità di trasferimento: in molti casi, i contratti collettivi o gli accordi interni aziendali prevedono il pagamento di un’indennità di trasferimento, che copre le spese sostenute dal lavoratore per il trasloco, i viaggi e altre necessità legate al trasferimento.

Rifiuto del trasferimento: diritti del lavoratore e risoluzioni

Il lavoratore ha il diritto di opporsi al trasferimento, ma il rifiuto deve essere ben motivato e fondato su ragioni legittime. Se un lavoratore ritiene che il trasferimento non sia giustificato o non rispetti i limiti legali, può esercitare i suoi diritti attraverso diverse vie:
Un lavoratore può rifiutare il trasferimento se:

  • Non esistono valide motivazioni tecniche, organizzative o produttive per lo spostamento
  • Il trasferimento viola diritti protetti, come quelli previsti dalla Legge 104 o dalla protezione di genitori e lavoratori in situazioni delicate
  • Il trasferimento comporta un cambiamento significativo delle condizioni di lavoro non concordato (ad esempio, un demansionamento mascherato da trasferimento)
  • Risoluzione delle controversie: se il lavoratore ritiene che il trasferimento sia illegittimo, può rivolgersi al sindacato, al proprio rappresentante del personale o a un consulente legale per cercare una soluzione. In molti casi, i contratti collettivi prevedono procedure di conciliazione o arbitrato per risolvere questi conflitti senza dover ricorrere a vie legali
  • Risoluzione del contratto: in casi estremi, se il trasferimento è imposto senza rispettare i requisiti legali o contrattuali, il lavoratore può chiedere la risoluzione del contratto per giusta causa, richiedendo eventuali danni. Tuttavia, questa è una soluzione drastica che viene adottata solo se non è possibile raggiungere un accordo attraverso altre vie.

Trasferimento temporaneo del lavoratore

Il trasferimento temporaneo del lavoratore è una forma di mobilità interna limitata nel tempo. In questo caso, il lavoratore viene spostato in un’altra sede per un periodo definito, al termine del quale dovrebbe rientrare nella sede originaria. Questo tipo di trasferimento viene utilizzato in diverse circostanze, come ad esempio:

  • Progetti specifici: il lavoratore può essere inviato temporaneamente in una sede per seguire un progetto o una missione che richiede la sua presenza in loco
  • Formazione: un dipendente può essere trasferito temporaneamente per seguire un corso di formazione, un addestramento o per sviluppare nuove competenze
  • Sostituzioni temporanee: in caso di assenze prolungate di altri lavoratori (malattia, maternità, ecc.), il trasferimento temporaneo può essere usato per coprire ruoli vacanti.

Il trasferimento temporaneo offre flessibilità sia al lavoratore che all’azienda, ma comporta diritti e tutele specifiche: il dipendente conserva il diritto al rientro nella sede di partenza e può avere un’indennità di trasferta o un rimborso delle spese sostenute, a seconda delle condizioni contrattuali.

Trasferimento definitivo del lavoratore

Il trasferimento definitivo del lavoratore implica uno spostamento permanente del dipendente da una sede aziendale a un’altra. A differenza del trasferimento temporaneo, il lavoratore non ha prospettive di rientro nella sede originale, e lo spostamento diventa parte stabile del rapporto di lavoro. Questo tipo di trasferimento è generalmente legato a riorganizzazioni strutturali dell’azienda o a decisioni strategiche a lungo termine. In alcuni casi, il trasferimento definitivo può rappresentare un’opportunità per il lavoratore, offrendogli l’accesso a ruoli più rilevanti o a opportunità di carriera in nuove sedi.

Tuttavia, può anche comportare cambiamenti significativi nella vita personale e familiare del dipendente, ed è quindi fondamentale che sia gestito con sensibilità e trasparenza da parte dell’azienda.

In caso di trasferimento definitivo, il lavoratore potrebbe avere diritto a ricevere un’indennità di trasferimento per coprire le spese legate al trasloco e alla sistemazione nella nuova sede. La durata e l’importo dell’indennità dipendono dal contratto collettivo o dalle politiche aziendali. Inoltre, è importante che il lavoratore consideri attentamente gli impatti a lungo termine del trasferimento, valutando fattori come il costo della vita, la qualità della vita e le opportunità di carriera nella nuova località.

Requisiti per il trasferimento del lavoratore

Il trasferimento di un lavoratore, sia che venga richiesto dal dipendente o imposto dal datore di lavoro, deve avvenire nel rispetto di specifici requisiti legali e contrattuali. Questi requisiti stabiliscono le condizioni entro cui un trasferimento è legittimo e tutelano i diritti del lavoratore, garantendo che il processo avvenga in modo equo e trasparente.

Requisiti legali e contrattuali

I requisiti per il trasferimento del lavoratore sono principalmente regolati dall’articolo 2103 del Codice Civile, che tutela il lavoratore contro trasferimenti arbitrari o ingiustificati. Secondo la normativa, il trasferimento è legittimo solo se il datore di lavoro può dimostrare l’esistenza di comprovate ragioni tecniche, organizzative o produttive, il trasferimento non può essere usato come strumento punitivo o per penalizzare il lavoratore. Ecco alcuni dei principali requisiti legali e contrattuali da considerare:

  • Giustificato motivo: il datore di lavoro deve fornire una motivazione adeguata per il trasferimento, come la necessità di riequilibrare le risorse aziendali, la chiusura di una sede o il rafforzamento di un’altra sede
  • Compatibilità con le mansioni: il trasferimento non può comportare una modifica delle mansioni del lavoratore a meno che non sia concordata con il dipendente. Il lavoratore deve continuare a svolgere le sue attività professionali in linea con la sua qualifica e le competenze previste dal contratto
  • Notifica e tempistiche: il trasferimento deve essere comunicato per iscritto al lavoratore con un congruo preavviso, che varia in base ai contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL). Questo dà tempo al dipendente di organizzarsi, specialmente in caso di trasferimenti a lunga distanza.

Norme collettive e regolamenti interni

Oltre ai requisiti legali previsti dal Codice Civile, molti trasferimenti sono regolati anche da contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL) e da regolamenti interni aziendali, che possono stabilire norme più specifiche o condizioni favorevoli per determinate categorie di lavoratori.

Ad esempio, i CCNL di alcuni settori possono prevedere:

  • Indennità di trasferimento: alcuni contratti collettivi stabiliscono che i lavoratori trasferiti abbiano diritto a un’indennità economica aggiuntiva per compensare le spese sostenute durante il trasferimento (costi di alloggio o trasporto). Queste indennità variano in base al settore e alla distanza del trasferimento
  • Tutela per determinate categorie di lavoratori: alcuni contratti collettivi prevedono che lavoratori con particolari condizioni, come genitori con figli piccoli, lavoratori con disabilità o coloro che assistono familiari disabili, abbiano diritto a protezioni aggiuntive o limitazioni ai trasferimenti
  • Procedure di consultazione: in alcune aziende, prima di effettuare trasferimenti, il datore di lavoro deve consultare i sindacati o i rappresentanti dei lavoratori per garantire che il trasferimento avvenga nel rispetto delle normative vigenti e delle esigenze del personale.

I regolamenti interni aziendali possono stabilire ulteriori politiche di trasferimento, come ad esempio l’esistenza di piani di mobilità volontaria o programmi di sostegno per il trasferimento che includono assistenza nella ricerca di alloggio o supporto per l’integrazione nella nuova sede lavorativa.

Legge 104 e il trasferimento del lavoratore

La Legge 104/1992 è una normativa creata per garantire l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. Essa si applica a:

  • Persone con disabilità: individui che hanno una certificazione di disabilità grave rilasciata dall’INPS o da una commissione medica competente. La disabilità grave, secondo la legge, è una condizione di invalidità che richiede assistenza continua per lo svolgimento delle attività quotidiane o un supporto costante per superare difficoltà permanenti di autonomia
  • Familiari delle persone con disabilità: lavoratori che prestano assistenza a un familiare con disabilità grave. In questo caso, i familiari possono essere genitori, figli, coniugi o parenti fino al secondo grado (e, in alcuni casi, fino al terzo grado).

Le persone che rientrano nei criteri stabiliti dalla Legge 104 possono richiedere una serie di benefici, tra cui permessi lavorativi retribuiti, congedi straordinari e, in particolare, agevolazioni per il trasferimento o l’avvicinamento alla sede di lavoro.

Come richiedere il trasferimento per motivi legati alla Legge 104

Ecco i passaggi per richiedere un trasferimento legato alla Legge 104:

1) Certificazione di disabilità: prima di presentare una richiesta di trasferimento, il lavoratore deve disporre della certificazione di disabilità grave per il familiare assistito, come previsto dall’articolo 3, comma 3, della Legge 104. Questa certificazione è rilasciata dalle commissioni mediche competenti dopo un’attenta valutazione della condizione della persona disabile

2) Domanda scritta al datore di lavoro: una volta ottenuta la certificazione, il lavoratore può presentare una richiesta formale di trasferimento al proprio datore di lavoro. La domanda deve contenere i seguenti elementi

  • Dichiarazione di assistenza a un familiare con disabilità grave, allegando la documentazione medica relativa alla certificazione
  • Richiesta specifica di trasferimento o assegnazione a una sede di lavoro più vicina al domicilio del familiare
  • Motivazioni che giustificano la necessità del trasferimento, come la necessità di assistenza continua.

3) Valutazione da parte del datore di lavoro: una volta ricevuta la richiesta, il datore di lavoro è tenuto a valutare la domanda, considerando le esigenze organizzative dell’azienda e le possibilità di trasferimento. Tuttavia, il datore di lavoro può rifiutare la richiesta solo in presenza di comprovate esigenze aziendali, che devono essere documentate.

4) Accettazione o rifiuto del trasferimento: se il trasferimento è accettato, il lavoratore verrà assegnato alla nuova sede. Se, invece, il datore di lavoro rifiuta il trasferimento, il lavoratore può fare ricorso, anche tramite il sindacato o una consulenza legale, per verificare se il rifiuto sia giustificato.

Diritti del lavoratore e doveri del datore di lavoro

Dunque, la Legge 104 stabilisce chiaramente i diritti del lavoratore che assiste un familiare con disabilità grave, e impone obblighi specifici al datore di lavoro. Vediamo i principali:

Diritti del lavoratore:

  • Richiesta di trasferimento o avvicinamento: il lavoratore che assiste un familiare con disabilità grave ha il diritto di chiedere il trasferimento o di essere assegnato a una sede di lavoro più vicina al domicilio della persona assistita
  • Tutela contro il trasferimento forzato: il lavoratore che beneficia delle tutele previste dalla Legge 104 non può essere trasferito d’ufficio senza il suo consenso, a meno che non vi siano motivi organizzativi estremamente urgenti e comprovati
  • Permessi retribuiti: oltre al diritto di richiedere il trasferimento, il lavoratore ha diritto a tre giorni di permesso retribuito al mese per prestare assistenza al familiare disabile, o a permessi giornalieri o orari a seconda della situazione specifica.

Doveri del datore di lavoro:

  • Valutare la richiesta di trasferimento: il datore di lavoro è obbligato a valutare attentamente la richiesta di trasferimento per motivi di assistenza familiare, tenendo conto sia delle esigenze organizzative aziendali che dei diritti del lavoratore
  • Giustificare eventuali rifiuti: se l’azienda non può concedere il trasferimento per ragioni organizzative, queste devono essere documentate in modo dettagliato. Il rifiuto non può essere arbitrario o pretestuoso, ma deve basarsi su esigenze tecniche o produttive non aggirabili
  • Garantire i diritti del lavoratore: il datore di lavoro è tenuto a garantire i diritti del lavoratore riconosciuti dalla Legge 104, inclusi i permessi retribuiti, e a non adottare misure che possano discriminare il lavoratore che usufruisce di tali diritti.

Cosa considerare prima di accettare un trasferimento

Accettare un trasferimento, che sia richiesto dal datore di lavoro o dal lavoratore stesso, è una decisione importante che può influenzare vari aspetti della carriera e della vita personale. Prima di accettare, è fondamentale valutare attentamente tutte le conseguenze, dal punto di vista professionale e personale, e negoziare i termini per garantire condizioni favorevoli. Di seguito, esploriamo i principali fattori da considerare.

Impatti sulla carriera e sullo stile di vita

Come il trasferimento influenzerà la tua carriera e il tuo stile di vita?

1) Carriera

  • Avanzamento professionale: il trasferimento offre possibilità di crescita professionale? Verifica se nella nuova sede ci sono opportunità di carriera, possibilità di avanzamento o progetti che ti permetteranno di sviluppare nuove competenze
  • Visibilità aziendale: in alcune situazioni, trasferirsi in una sede più grande o più strategica può darti maggiore visibilità all’interno dell’azienda, aumentando le tue possibilità di promozione
  • Riduzione delle responsabilità: al contrario, è possibile che un trasferimento in una sede più piccola o in una regione meno centrale comporti una riduzione delle responsabilità o una stagnazione della carriera. Valuta se questa decisione potrebbe rallentare il tuo percorso professionale a lungo termine.

2) Stile di vita

  • Equilibrio vita-lavoro: il trasferimento potrebbe influenzare l’equilibrio tra vita personale e professionale. Ad esempio, trasferirsi in una città più piccola potrebbe migliorare la qualità della vita, ma aumentare i tempi di spostamento o l’isolamento sociale. Al contrario, una sede in una grande città potrebbe comportare un ritmo lavorativo più intenso
  • Famiglia e relazioni: se hai una famiglia o relazioni stabili, un trasferimento potrebbe comportare sfide significative. Valuta l’impatto che il trasferimento avrà sui tuoi cari: il trasferimento comporta la necessità di cambiare scuole, cercare nuovi alloggi o riorganizzare la vita familiare?
  • Costi della vita: le spese per vivere nella nuova sede potrebbero essere significativamente diverse rispetto alla tua situazione attuale. Prima di accettare, verifica il costo della vita nella nuova area: affitti, trasporti, servizi e persino l’inflazione locale possono influenzare il tuo benessere finanziario.

3) Valutazione del contesto aziendale e opportunità future

Prima di accettare un trasferimento, è importante comprendere il contesto aziendale in cui ti troverai a operare e le opportunità future che il trasferimento può offrire. Valuta i seguenti fattori:

  • Stabilità aziendale: la sede di destinazione è economicamente stabile? È coinvolta in progetti di espansione o si trova in un momento di difficoltà? Prima di accettare un trasferimento, fai ricerche approfondite
  • Cultura organizzativa: ogni sede aziendale può avere una cultura organizzativa diversa. Assicurati che la sede di destinazione abbia una cultura del lavoro e valori aziendali compatibili con i tuoi
  • Opportunità di networking: il trasferimento potrebbe offrirti l’opportunità di ampliare il tuo network professionale. Lavorare in una nuova sede o in un nuovo mercato può aiutarti a entrare in contatto con colleghi, clienti o fornitori diversi, costruendo relazioni preziose per la tua carriera
  • Progetti e sfide future: verifica se ci sono nuovi progetti o sfide interessanti che ti permetteranno di accrescere le tue competenze e migliorare la tua posizione lavorativa. Un trasferimento potrebbe aprire nuove porte per la tua crescita professionale
  • Possibilità di ritorno o evoluzione: prima di accettare, valuta le possibilità di tornare alla sede originale o di progredire ulteriormente nella tua carriera. È possibile che il trasferimento sia un trampolino di lancio verso posizioni più elevate? È chiaro se esistono possibilità di mobilità futura all’interno dell’azienda?

Come negoziare i termini del trasferimento

Prima di accettare un trasferimento, è fondamentale negoziare i termini con il datore di lavoro per garantire che il cambiamento sia vantaggioso per entrambe le parti. Alcuni punti chiave da discutere:

  • Indennità di trasferimento: chiedi al datore di lavoro se è prevista un’indennità di trasferimento, che copra le spese di trasloco, viaggi, alloggio temporaneo o spese correlate. Verifica se l’azienda offre supporto per la ricerca di alloggio nella nuova città o se coprirà parte dei costi di sistemazione
  • Rimborsi spese: se il trasferimento comporta la necessità di spostamenti frequenti o temporanei, negozia il rimborso delle spese di viaggio, vitto e alloggio. Assicurati che questi rimborsi siano chiaramente stabiliti e documentati
  • Durata del trasferimento: se temporaneo, è importante chiarire in anticipo la durata del periodo di trasferimento e le condizioni per il ritorno nella sede originale. Chiedi una stima del tempo in cui sarai destinato alla nuova sede e discuti se esiste la possibilità di estendere o ridurre la durata del trasferimento in base alle tue necessità e alle esigenze aziendali
  • Condizioni di lavoro: verifica che le tue condizioni di lavoro rimangano invariate o migliorino con il trasferimento. Questo include il livello di retribuzione, benefit e le mansioni assegnate. Se ti viene assegnato un ruolo con responsabilità maggiori, valuta se è possibile negoziare un aumento di stipendio o un bonus
  • Supporto per la famiglia: se il trasferimento implica uno spostamento della tua famiglia, negozia il supporto che l’azienda può offrirti. Alcune aziende offrono assistenza per la ricerca di scuole per i figli, supporto per il coniuge nella ricerca di lavoro nella nuova località o aiuti per il trasloco di tutta la famiglia
  • Orari di lavoro e flessibilità: un trasferimento in una nuova sede potrebbe comportare un cambiamento negli orari o nel carico di lavoro. Discuti con il tuo datore di lavoro su eventuali esigenze di flessibilità, come lavoro da remoto o orari di lavoro flessibili, soprattutto durante la fase di adattamento.

Il trasferimento del lavoratore è un processo che può presentare molte opportunità, ma anche sfide, per entrambe le parti coinvolte: lavoratori e datori di lavoro.

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