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A partire da marzo 2016, dare le dimissioni nel nostro Paese rappresenta un processo che si svolge interamente online tramite apposito portale predisposto dal Ministero del Lavoro. Dare le dimissioni comporta la cessazione del rapporto di lavoro tra il dipendente e il datore di lavoro ed annuncia, di fatto, la volontà del lavoratore di interrompere lo svolgimento delle attività di competenza all’interno dell’organizzazione in questione.

Può capitare, tuttavia, che il lavoratore, dopo aver inviato le sue dimissioni volontarie per via telematica sul suddetto portale, cambi idea per una serie di motivi e decida di revocare quanto disposto precedentemente.

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Che cosa succede, dunque, se il dipendente decide di procedere con la revoca delle dimissioni? Poichè esistono tempistiche e regole specifiche da rispettare, abbiamo deciso di approfondire nei prossimi paragrafi come ritirare le dimissioni e quindi procedere senza intoppi alla revoca delle dimissioni volontarie.

Revoca delle dimissioni: le motivazioni principali per cui può succedere

Come accennato sopra, il dipendente, attraverso una procedura interamente online, può decidere di dare le dimissioni e quindi rinunciare allo svolgimento della propria mansione presso l’azienda/organizzazione in questione.

Le motivazioni per cui un professionista può decidere di dare le dimissioni possono essere molteplici. Tra le principali ci sono sicuramente:

1) Mancanza di opportunità di crescita e sviluppo professionale

Uno dei principali motivi per cui i dipendenti possono decidere di lasciare l’azienda in cui lavorano è la mancanza di opportunità di crescita professionale. Se un lavoratore si sente bloccato nella propria posizione, senza prospettive di avanzamento o di acquisizione di nuove competenze, potrebbe decidere di cercare un’opportunità migliore presso un’altra organizzazione.

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2) Ambiente di lavoro tossico

Un ambiente di lavoro tossico può essere un motivo significativo e più che valido che può spingere un dipendente a lasciare l’azienda in cui lavora. Per ambiente di lavoro tossico si intende un ambiente poco gratificante, nel quale regna eccessiva competizione, cattiveria, poca professionalità e dove c’è una totale assenza di relazioni costruittive e durature con il datore di lavoro e/o i colleghi del team. Un ambiente di lavoro tossico può essere inoltre caratterizzato da cattiva gestione del personale, mobbing e molto altro. In generale, in un ambiente di lavoro tossico i dipendenti si sentono infelici, insoddisfatti e poco motivati.

3) Compensazione e benefici insoddisfacenti

La retribuzione e i benefits offerti da un’azienda possono influenzare la decisione di un dipendente di lasciarla. Se un lavoratore ritiene di essere sottopagato rispetto al proprio valore di mercato o se l’azienda non offre vantaggi competitivi, potrebbe cercare altrove opportunità che sono in grado di offrire una retribuzione o benefits migliori.

4) Mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata

Un altro motivo comune per cui i dipendenti danno le dimissioni è la mancanza di equilibrio tra lavoro e vita privata. Se un dipendente si sente costantemente sopraffatto da carichi di lavoro eccessivi, orari improbabili e totale assenza di flessibilità, potrebbe decidere di cercare un’azienda che valorizzi maggiormente il proprio work life balance.

Ecco, quelli elencati sopra sono soltanto alcuni dei motivi più frequenti per cui un lavoratore potrebbe decidere di dare le dimissioni. Tuttavia, è probabile che la decisione di dare le dimissioni, a volte, venga presa in maniera troppo impulsiva (dettata cioè da situazioni/circostanze contingenti) a tal punto che il dipendente decida di “fare un passo indietro” e chiedere la revoca delle dimissioni.

Perchè può succedere questo? Proviamo a capire quali possono essere alcune delle principali motivazioni per cui un dipendente può decidere di procedere con la revoca delle dimissioni volontarie. Ne abbiamo individuate 2:

1) Una controproposta interessante

Se un lavoratore presenta le dimissioni e l’azienda è riluttante a perderlo, potrebbe decidere di fare una controproposta per cercare di trattenere quel dipendente. Questa controproposta potrebbe includere un aumento di stipendio, un miglioramento delle condizioni lavorative, promozioni o più interessanti opportunità di sviluppo professionale. Se l’azienda riesce a soddisfare le aspettative del dipendente attraverso una controproposta allettante, il lavoratore potrebbe decidere di procedere con la revoca delle dimissioni volontarie e rimanere nell’azienda.

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2) Miglioramento delle circostanze lavorative

A volte, come detto prima, può capitare che, sebbene la situazione/circostanza negativa sia contingente, il lavoratore si faccia comunque influenzare da tale circostanza e decida di prendere una decisione “affrettata”. Ecco, in questi casi, è possibile che l’azienda si faccia avanti e prenda sul serio le preoccupazioni del dipendente in merito a una questione specifica e decida di intraprendere azioni correttive per risolvere i problemi. L’impegno dell’azienda potrebbe convincere il lavoratore alla revoca delle dimissioni.

Revoca delle dimissioni: le tempistiche da rispettare

Vediamo a questo punto come funziona concretamente la revoca delle dimissioni volontarie e, quindi, come ritirare le dimissioni. Innanzitutto, la prima cosa da tenere in considerazione è la seguente: la revoca delle dimissioni può avvenire entro 7 giorni dall’invio delle dimissioni stesse.

Come si fa? Vediamo tutti gli step.

1) Il dipendente entra nel portale del Ministero del Lavoro e invia il modulo di dimissioni online utilizzando appositi modelli predisposti dal Ministero del Lavoro (il modulo arriverà poi al datore di lavoro via PEC);

2) nel momento in cui il lavoratore si rende conto di voler procedere con la revoca delle dimissioni volontarie, ha 7 giorni di tempo per entrare nella sua area riservata e cliccare su “Revoca”;

3) una volta completata la procedura, il sistema segnala all’Ispettorato Territoriale del Lavoro e al datore via PEC che la revoca delle dimissioni precedentemente inviata è stata annullata.

Se, invece, passano 7 giorni dall’invio delle dimissioni online volontarie, la revoca non avrà effetto e varranno le dimissioni che sono state precedentemente inviate.

Revoca delle dimissioni: come funziona per l’azienda?

La revoca delle dimissioni del dipendente comporta, invece, per l’azienda i seguenti step:

1) ricevute le dimissioni del lavoratore, l’azienda deve comunicare al Centro per l’Impiego entro 5 giorni decorrenti dall’ultimo lavorato, utilizzando l’apposito modello Unilav;

2) nel caso in cui il lavoratore presenta la revoca delle dimissioni, l’azienda:
– se ha già comunicato le dimissioni al centro per l’impiego, deve inviare un’altra comunicazione che annulli la precedente;
– se non ha ancora inviato la comunicazione, allora non deve fare nulla, in quanto con la revoca delle dimissioni il lavoratore continuerà regolarmente a lavorare come prima così come continueranno a valere gli obblighi reciproci delle parti.

Revoca delle dimissioni: alcuni consigli da seguire

Con la revoca delle dimissioni, dunque, il lavoratore annulla la precedente scelta volontaria di interrompere il rapporto di lavoro e decide di continuare, al contrario, lo svolgimento della propria attività.

Si tratta di un cambiamento di direzione che, come detto sopra, può derivare da vari fattori, personali o legati all’organizzazione. In ogni caso, vogliamo condividere alcuni consigli da seguire per i lavoratori che si trovano e/o si troveranno ad affrontare una situazione del genere:

1) La sincerità prima di tutto

Il primo consiglio che ci sentiamo di darti è quello di prediligere sempre sincerità e trasparenza, soprattutto con il tuo datore di lavoro. Non c’è niente di male nel non sentirsi soddisfatti e appagati nell’azienda in cui si lavora, così come non c’è nulla di male nel cambiare idea dal voler andarsene al voler restare. Si tratta indubbiamente di decisioni importanti che, se anticipate al proprio datore di lavoro, rendono tutto il processo sicuramente più semplice. Non c’è certamente alcun obbligo di comunicarlo al tuo capo, ma parlare a quest’ultimo del tuo malessere, del tuo disagio e della tua generale insoddisfazione nei confronti del tuo lavoro, ti permette anche di capire quanto l’azienda è disposta a venirti incontro. In questo modo, capisci prima e meglio anche tu se vale la pena o meno proseguire con le dimissioni. Ovviamente, se la motivazione delle tue dimissioni non dipende dall’azienda, il discorso cambia.

2) Dai la giusta importanza alla riflessione, in autonomia o con un esperto

Oltre a trasparenza e sincerità, l’altra parola d’ordine per tutti i lavoratori che si trovano in questa situazione è riflessione. Rifletti bene e a lungo sulle motivazioni che ti stanno portando a dare le dimissioni o a revocarle. Prendere decisioni troppo impulsive può appunto farti pentire di ciò che hai messo in pratica precedentemente e contribuisce ad aumentare la tua confusione. Pertanto, quando cominci ad avvertire un certo disagio o un certo malessere al lavoro, fermati un attimo e rifletti, in autonomia o con l’aiuto di un career coach. Vedrai che in questo modo tutte le decisioni che prenderai saranno basate su una maggiore consapevolezza.

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