Perchè e quando lasciare un lavoro? - Jobiri

C’è sempre un momento della carriera in cui qualsiasi professionista si pone la seguente domanda: “Dovrei lasciare il mio lavoro?”. Si tratta di un quesito complesso, che arriva molto spesso dopo tanti anni di lavoro all’interno di una stessa organizzazione o dopo aver riscontrato problematiche di vario genere in quel contesto.

In ogni caso, la maggior parte delle volte, può essere molto difficile prendere la decisione di lasciare il lavoro, una decisione che va valutata con attenzione e ponderazione per non fare passi falsi e pentirsene. Dopo quest’attenta valutazione due, quindi, possono essere le strade da percorrere:

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1) aver cambiato qualcosa nel contesto lavorativo in cui sei e avere soddisfatto una esigenza/necessità specifica;
2) aver capito che lasciare il lavoro è la decisione più giusta e, pertanto, metterti alla ricerca di un nuovo impiego.

Poichè si tratta di una tematica delicata quanto estremamente soggettiva, abbiamo pensato di racchiudere nei prossimi paragrafi tutti i nostri consigli su quali sono i motivi “più idonei” e quali meno per lasciare un lavoro.

I motivi più comuni per cui si lascia un lavoro

Numerose ricerche hanno messo in luce come i fattori più comunemente citati dai professionisti che vogliono lasciare il proprio lavoro siano i seguenti:

  • ambiente di lavoro tossico
  • mancanza di opportunità di promozione e di crescita
  • retribuzione o benefit inferiori alla norma
  • scarso equilibrio tra lavoro e vita privata
  • mancanza di passione per il lavoro
  • volontà di rimettersi in gioco

Sulla base di queste (e molte altre) motivazioni è facile intuire come l’insoddisfazione e il desiderio di cambiare lavoro abbiano 2 fonti:

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  • una fonte esterna, costituita dal contesto lavorativo che può risultare poco adatto per molteplici cause;
  • una fonte interna, costituita dalla tua personalità e dal tuo atteggiamento nei confronti delle situazioni e delle persone, atteggiamento che può appunto diventare sempre più scontroso e negativo a seconda della situazione che stai vivendo.

9 motivi validi per lasciare un lavoro

Come detto prima, non esiste un’unica regola da seguire che garantisce il successo o meno di questa scelta. Esistono piuttosto circostanze e contesti lavorativi differenti in cui ogni professionista viene a trovarsi e che possono determinare più o meno difficoltà e problematiche.

Abbiamo raccolto 9 motivi “validi” per i quali scegliere di cambiare lavoro può rappresentare una scelta giusta:

1) Non c’è possibilità di crescita

2) Mancanza di stimoli nei confronti del lavoro

3) Presenza di un’opportunità di lavoro migliore

4) Presenza di problemi familiari o medici

5) Trasferimento

6) Difficile rapporto con il capo

7) Volontà di cambiare carriera

8)Insoddisfazione nei confronti della retribuzione

9) Bisogno di un maggior equilibrio tra vita professionale e vita privata

1) Non c’è possibilità di crescita

La mancanza di opportunità di crescita rappresenta uno dei motivi principali per cui molte persone decidono di lasciare il proprio lavoro. Mentre in passato i professionisti tendevano a rimanere per decenni all’interno della stessa azienda, oggi le cose vanno diversamente e si cambia molto più spesso lavoro.

Molte volte, tuttavia, il desiderio di crescita di molti dipendenti si scontra con l’impossibilità di soddisfare questa esigenza da parte dell’azienda. D’altra parte, però, si sa che se non si apprendono nuove competenze o non si seguono nuovi progetti, le proprie capacità diventano obsolete e la carriera stagnante. Pertanto, se l’azienda in cui stai attualmente lavorando non offre alcuna possibilità di avanzamento di carriera, valuta lo sviluppo di un piano d’azione per cercare un nuovo impiego.

2) Mancanza di stimoli nei confronti del lavoro

Un altro buon motivo per lasciare il tuo lavoro è la totale assenza di stimoli. La mancanza di stimoli porta infatti alla perdita di motivazione e determinazione che sono componenti fondamentali per qualsiasi professionista. Certo, ammettiamolo: non tutti i lavori prospettano sempre giornate felici e piacevoli, ma vale la pena continuare nel momento in cui ti senti soddisfatto dei risultati che raggiungi dopo tanta fatica.

Tuttavia, se inizi a provare una completa demotivazione nei confronti del tuo lavoro, non avvertirai nemmeno più questa soddisfazione per i risultati che raggiungi. Tutto passa in secondo piano e ciò che prevale è uno stato d’animo negativo. Avvertire un vuoto e un’infelicità continui ti porterà a capire che quello non è il posto per te e che è arrivato il momento di cercare un altro lavoro che ti faccia sentire bene e ti renda entusiasta.

3) Presenza di un’opportunità di lavoro migliore

Hai dubbi e perplessità sul tuo attuale lavoro. Nel frattempo, hai ricevuto un’offerta migliore e ti stai chiedendo se sia il caso di lasciare: che cosa fare? Il nostro consiglio è quello di prenderla in considerazione. Come sicuramente saprai, non è mai una buona idea lasciare il tuo attuale lavoro in maniera impulsiva, anche perchè hai un preavviso da rispettare (che dipende dal tuo contratto e che solitamente è di almeno 2 settimane).

Dunque, in merito alla nuova offerta ricevuta, è importante prendere in considerazione diversi fattori prima di prendere la decisione finale. Poniti domande utili del tipo:

  • Quali sono i “tasti dolenti” del mio attuale lavoro?
  • Che cosa non mi soddisfa?
  • Che cosa sto cercando?
  • Come potrebbe soddisfarmi di più e meglio questa nuova opportunità? Mi offre una retribuzione migliore? Mi offre maggiori possibilità di crescita?

Se rispondendo a queste domande capisci che la nuova opportunità offerta è maggiormente compatibile con quanto stai cercando, allora è arrivato il momento di cambiare lavoro.

4) Presenza di problemi familiari o medici

Può capitare a tutti, purtroppo, di dover lasciare il lavoro per problemi familiari o medici. Quando si presentano, ad esempio, problemi di salute che riguardano te o un membro della tua famiglia, può essere una scelta obbligata quella di lasciare il lavoro. Nel caso di malattie personali, l’abbandono del lavoro ti permette di avere il tempo necessario per le tue cure, così come se capitasse ad un membro della tua famiglia, la tua presenza costante potrebbe essere fondamentale.

5) Trasferimento

Il trasferimento in una nuova città è un altro motivo valido per lasciare il lavoro. Le ragioni per cui il trasferimento può essere necessario sono molteplici. Potresti essere costretto a trasferirti perché il tuo partner ha trovato lavoro in una località lontana. O, forse, questa scelta deriva dall’elevato costo della vita nella città in cui ti trovi; o ancora, il tuo trasferimento potrebbe derivare da motivi personali (vuoi stare più vicino alla tua famiglia, vuoi fare un’esperienza nuova in un’altra città, etc).

In ogni caso, se ti trovi bene nel contesto in cui sei, potresti esplorare la possibilità di non lasciarlo e richiedere un contratto per lavorare completamente in smartworking. Se ciò non è assolutamente possibile, allora hai bisogno di cercare un altro lavoro altrove.

6) Difficile rapporto con il capo

Altro motivo valido per lasciare un lavoro è un rapporto pessimo con il tuo capo. Si tratta, purtroppo, di un motivo che accomuna molti professionisti. Se le maggiori problematiche sono causate dal tuo capo, il nostro consiglio è sicuramente quello di provare a parlargli, mostrando apertura. Nel caso in cui questo spirito di collaborazione non viene apprezzato e non cambiano le cose, allora una scelta drastica è l’unica soluzione percorribile. Restare in un contesto dove non c’è comunicazione e nel quale la leadership viene esercitata in modo poco adeguato, non ti permette di crescere e di fare progressi.

7) Volontà di cambiare carriera

Per cambiare carriera è normale che prima o poi devi lasciare il tuo lavoro. Molti professionisti raggiungono un punto della propria carriera in cui sentono che è arrivato il momento di cambiare, il che può significare l’aver scoperto un nuovo interesse, il voler coltivare una nuova passione o il voler perseguire qualcosa che sia in grado di offrire maggiori opportunità. Ovviamente, lasciare il lavoro per questa motivazione implica un’attenta valutazione e l’acquisizione di una certa consapevolezza su come gestire tale transizione.

8) Insoddisfazione nei confronti della retribuzione

Tra i motivi per lasciare il lavoro c’è anche quello di avvertire una forte insoddisfazione nei confronti della retribuzione. Se, infatti, dopo averne parlato con il datore di lavoro e/o con il reparto hr, pensi non ci siano possibilità di raggiungere il tuo obiettivo, allora può essere utile decidere di lasciare il lavoro e cambiare ambiente. Questa decisione potrebbe, infatti, permetterti di sentirti più valorizzato e maggiormente apprezzato per le attività che svolgi e le competenze che possiedi.

9) Bisogno di un maggior equilibrio tra vita professionale e vita privata

In alcune situazioni, dietro alla decisione di lasciare il lavoro ci può essere anche il bisogno di avere un maggiore equilibrio tra vita professionale e vita privata. Questo può essere particolarmente rilevante per coloro che affrontano eccessivi carichi di lavoro,viaggi frequenti o che hanno particolari responsabilità. Un lavoro che offre maggiore flessibilità in termini di orari, possibilità di smart working o una settimana lavorativa corta, può contribuire significativamente a migliorare la qualità della vita della persona e ad aumentare i suoi livelli di soddisfazione e motivazione.

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I motivi “poco validi” per lasciare il lavoro

Ci sono poi dei motivi non sufficientemente validi per prendere una decisione importante e drastica come quella di lasciare il tuo lavoro. Tenendo sempre presente che ogni situazione lavorativa è a sè, i motivi poco validi sono sostanzialmente 3:

1) Promozioni perse
2) Conflitti personali con altri
3) Critiche, note e feedback negativi

1) Promozione perse

Essere scartati per una promozione non è mai una bella sensazione e può spesso generare insoddisfazione. Ma.. non permettere che questo possa essere l’unico motivo per cui lasciare il tuo lavoro. Prova piuttosto a chiedere al tuo capo e agli altri manager il perchè non ti hanno preso in considerazione: nella maggior parte dei casi saranno disposti a fornirti un feedback da cui puoi capire meglio cosa cambiare e dove migliorare.

2) Conflitti personali con altri

Alcuni conflitti personali possono avere come unica soluzione quella di farti lasciare il lavoro. Per conflitti personali intendiamo principalmente difficili rapporti con i colleghi. In questi casi, se la tua situazione è proprio insostenibile, prendi in considerazione la possibilità di parlarne con i responsabili delle risorse umane; se il problema poi persiste, potresti chiedere un cambio reparto o l’inserimento in un altro team.

3) Critiche, note e feedback negativi

Le critiche fanno parte del gioco. I manager esamineranno le tue prestazioni e non sempre avranno cose positive da dire. È comprensibile essere turbati da un feedback negativo ma.. vorresti cambiare il tuo lavoro unicamente per questo motivo? Nella maggior parte dei casi, la risposta è no. La chiave è imparare ad accettare un feedback costruttivo. È un’abilità che manca ancora a molti professionisti che tendono, al contrario, a “prenderla sul personale”.

Come lasciare il lavoro: procedure e norme generali per le dimissioni

Dopo aver visto i motivi validi e non per lasciare il lavoro, ti proponiamo una panoramica generale sul come lasciare un lavoro e quindi dare le dimissioni. Ci sono una serie di step, alcuni obbligatori altri no, da seguire per lasciare il lavoro senza intoppi, errori o incomprensioni. Eccoli di seguito:

1) Comunicazione formale delle dimissioni

Dopo aver preso la decisione di lasciare il lavoro, il primo step da mettere in pratica è la comunicazione formale al proprio datore di lavoro. Questo dovrebbe avvenire tramite una lettera di dimissioni scritta, nella quale rendi esplicita la tua volontà di lasciare l’azienda, indicando la data prevista per l’ultimo giorno di lavoro. Questa lettera di dimissioni deve essere professionale, chiara, concisa e formale.

2) Preavviso

Molte aziende richiedono un periodo di preavviso, stabilito nel contratto di lavoro che il lavoratore ha stipulato con l’azienda al momento dell’assunzione. Il periodo di preavviso può variare da alcune settimane a diversi mesi. È importante rispettare questo termine sia per mantenere buoni rapporti professionali e ricevere eventuali referenze positive da parte del tuo datore di lavoro e del tuo team di colleghi, sia per aiutare l’azienda a prepararsi alla tua assenza.

3) Trasferimento di responsabilità e passaggio di consegna

Proprio durante il periodo di preavviso, è opportuno collaborare con il proprio datore di lavoro per un efficace trasferimento delle responsabilità e per effettuare quello che viene solitamente chiamato “passaggio di consegna”. Questo può includere la formazione di un collega, la documentazione dei processi lavorativi, o l’assistenza nella ricerca di un sostituto.

4) Questioni amministrative

Nella procedura del come lasciare un lavoro c’è anche il completamento di tutte le formalità amministrative, come la restituzione di attrezzature aziendali, l’aggiornamento delle informazioni di contatto e la finalizzazione di eventuali questioni relative alla retribuzione o ai benefits.

5) Feedback costruttivo

Molte aziende propongono interviste di uscita per ottenere feedback sull’esperienza lavorativa. Si tratta di un’opportunità per fornire commenti costruttivi che possono aiutare l’azienda a capire dove e come migliorare. Ricordati in questa circostanza di mantenere un tono professionale e rispettoso.

6) Mantenimento delle relazioni professionali

Anche dopo aver lasciato il lavoro, è importante mantenere buone relazioni con ex colleghi e datori di lavoro. Questi contatti possono rivelarsi preziosi per la tua rete professionale futura.

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