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Le novità della manovra: maxi emendamento e impatto economico

La manovra di bilancio per il 2025 vede un’importante svolta grazie all’approvazione di un maxi emendamento da 3,5 miliardi di euro. Questo intervento, promosso dal governo italiano, mira a rafforzare il sostegno alle imprese con misure strategiche, tra cui un’estensione triennale dell’iperammortamento e nuove risorse per il credito di imposta nella Transizione 4.0.

Le modifiche sono state più volte richieste dalle principali associazioni di impresa. In particolare, Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria, ha dichiarato che sono passi nella giusta direzione per realizzare un piano industriale nazionale più efficace.

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Il nuovo pacchetto prevede anche un incremento di 532 milioni di euro a favore della Zes e una dotazione aggiuntiva di 1,3 miliardi per imprese. Questi numeri sottolineano l’impatto significativo della manovra sull’economia italiana nel suo complesso.

L’attenzione verso l’innovazione tecnologica si riflette anche nel sostegno alle aziende che investono in beni strumentali materiali e immateriali. La misura dovrebbe stimolare competitività e crescita sostenibile nel medio periodo. L’employability e occupabilità diventano così elementi chiave nell’attuale scenario del mercato del lavoro.

Pensioni anticipate e requisiti di accesso: tutte le modifiche

Uno degli aspetti più discussi riguarda le pensioni anticipate. L’emendamento del governo interviene sull’innalzamento progressivo dei requisiti a partire dal 2027, anno in cui sarà necessario attendere un mese in più per l’uscita, seguito da 2 mesi nel 2028.

Dal 2032, la durata della finestra mobile passerà dagli attuali 3 mesi a 4 mesi, per poi aumentare progressivamente a 5 mesi nel 2033 e 6 mesi dal 2034. Vengono inoltre ridefiniti i criteri di riscatto della laurea, che vedranno una riduzione del valore ai fini del prepensionamento: si passa da 6 mesi in meno dal 2031 a 30 mesi di riduzione nel 2035.

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La legislazione sulle pensioni italiana si basa sull’aggiornamento periodico dei requisiti legati all’aspettativa di vita. Di conseguenza, queste riforme puntano a garantire la sostenibilità del sistema pensionistico in un contesto demografico in mutamento.

Lo scenario in evoluzione obbliga lavoratori e aziende a considerare con maggiore attenzione la previdenza complementare, che sta assumendo crescente importanza nel nostro Paese. Chi fosse intenzionato a trovare lavoro dopo la laurea deve tenere conto delle nuove prospettive previdenziali già dal primo impiego.

Tfr, fondi pensione e silenzio assenso: cosa cambia per i lavoratori

Un’importante novità interessa i neo assunti nel settore privato dal 1 luglio 2026: sarà attivato il meccanismo del silenzio assenso per l’accesso automatico alla previdenza complementare. In assenza di esplicita contrarietà entro 60 giorni dalla firma del contratto, i nuovi dipendenti saranno iscritti d’ufficio ad un fondo pensione.

Attualmente, i lavoratori possono scegliere se lasciare il proprio Tfr in azienda oppure destinarlo a una soluzione previdenziale complementare. La riforma vuole favorire una maggiore partecipazione alla previdenza integrativa, in linea con le più recenti best practice europee.

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I cambiamenti riguardano anche le modalità di conferimento del Tfr. Gli importi potranno essere trasferiti nella forma di previdenza preferita dal lavoratore, anche tramite adesione a soluzioni diverse da quelle aziendali, a condizione che sia rispettata la finestra temporale di 60 giorni.

Queste modifiche influenzeranno sia la pianificazione finanziaria personale sia la capacità dei dipendenti di proiettarsi in un orizzonte di maggior tutela pensionistica. Per rafforzare la propria posizione è cruciale dotarsi di un curriculum efficace e favorire una carriera orientata alla continuità e all’aggiornamento.

Risorse per le imprese, il ponte sullo Stretto e le prossime tappe parlamentari

Nel pacchetto approvato, il Ministero dell’Economia e delle Finanze ha stanziato un fondo da 1,3 miliardi di euro per il 2026, destinato a rafforzare le dotazioni previste dal credito di imposta Transizione 4.0 e allargare i benefici fiscali alle imprese che investono in beni Made in EU.

L’iperammortamento resterà attivo fino al 30 settembre 2028, sostenendo la trasformazione digitale e il passaggio alle tecnologie 5.0 e green. È stata eliminata la maggiorazione aggiuntiva per gli investimenti esclusivamente “green”, puntando su un utilizzo più mirato delle risorse pubbliche.

Un’altra voce significativa riguarda la ripartizione temporale dei fondi per il Ponte sullo Stretto di Messina. Secondo la relazione tecnica, le risorse saranno redistribuite con un incremento specifico nel 2033, mantenendo invariato il valore complessivo.

Sul fronte parlamentare, la Commissione Bilancio del Senato ha dato inizio alla votazione degli emendamenti condivisi da maggioranza e opposizione. L’arrivo in aula della manovra è previsto per il 23 dicembre 2025. La questione di fiducia sarà posta direttamente dal governo a Palazzo Madama, con l’obiettivo di accelerare i tempi di approvazione. In questa fase è fondamentale saper negoziare un contratto che garantisca tutele in un mercato in rapida evoluzione.

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