
La contrattazione di secondo livello è un meccanismo di negoziazione collettiva tra lavoratori e datori di lavoro che avviene direttamente a livello aziendale o territoriale. Si distingue dalla contrattazione nazionale poiché permette di adattare gli accordi alle specifiche esigenze di una singola azienda o di un determinato territorio.
Questo tipo di contrattazione si focalizza su aspetti che vanno oltre quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali, come la retribuzione variabile, l’organizzazione del lavoro, il welfare aziendale e la flessibilità degli orari. Grazie a questa flessibilità, la contrattazione di secondo livello gioca un ruolo cruciale nel garantire maggiore adattabilità alle dinamiche del mercato del lavoro e nel promuovere l’efficienza all’interno delle aziende.
Cos’è la contrattazione di secondo livello e perché è importante
La contrattazione di secondo livello permette di negoziare condizioni che rispondano meglio alle esigenze specifiche di un contesto produttivo o di un’azienda, adattando in modo più flessibile le regole stabilite a livello nazionale. Viene utilizzata principalmente per concordare aspetti legati alla produttività, al welfare aziendale e ai premi di risultato. La sua importanza risiede nella capacità di:
- Migliorare la competitività delle aziende, incentivando una maggiore produttività tramite premi legati agli obiettivi
- Garantire flessibilità nei rapporti di lavoro, adattando le condizioni di lavoro alle esigenze delle singole aziende o del contesto locale
- Incrementare il benessere dei lavoratori, grazie alla negoziazione di benefici aggiuntivi come il welfare aziendale (ad esempio, sanità integrativa, asili nido aziendali o buoni pasto)
- Ridurre conflitti: il dialogo diretto tra sindacati e imprese a livello locale consente di gestire problematiche specifiche e trovare soluzioni condivise.
Differenze tra la contrattazione collettiva nazionale e quella di secondo livello
La contrattazione collettiva nazionale stabilisce le condizioni di base per i lavoratori di un determinato settore in tutto il paese, includendo retribuzione minima, diritti sindacali, ferie, malattia e altre tutele fondamentali. Tuttavia, la contrattazione nazionale non può tenere conto delle peculiarità di ogni singola azienda o delle differenze territoriali. Per questo motivo, la contrattazione di secondo livello viene introdotta per permettere una maggiore personalizzazione delle condizioni lavorative. Le principali differenze tra le due tipologie di contrattazione sono le seguenti:
1) Ambito di applicazione
- Contrattazione collettiva nazionale: valida per tutti i lavoratori di uno specifico settore economico su scala nazionale, come industria, commercio o servizi
- Contrattazione di secondo livello: si applica a livello aziendale o territoriale, e riguarda accordi specifici per un’azienda o per un determinato ambito geografico.
2) Tematiche trattate
- Contrattazione collettiva nazionale: stabilisce gli aspetti fondamentali del rapporto di lavoro, come il salario base, l’orario di lavoro e le ferie
- Contrattazione di secondo livello: si concentra su aspetti variabili come premi di produttività, welfare aziendale, flessibilità oraria e formazione professionale.
3) Flessibilità
- Contrattazione collettiva nazionale: definisce regole standard che devono essere rispettate su tutto il territorio nazionale
- Contrattazione di secondo livello: offre maggiore flessibilità, permettendo di personalizzare gli accordi alle esigenze specifiche di un’azienda o di una regione.
4) Retribuzione
- Contrattazione collettiva nazionale: stabilisce il salario minimo garantito
- Contrattazione di secondo livello: introduce meccanismi di retribuzione variabile, come i premi di risultato, che dipendono dalle performance dell’azienda o dei singoli lavoratori.
5) Durata e rinnovo
- Contrattazione collettiva nazionale: generalmente ha una durata pluriennale e viene rinnovata periodicamente tramite negoziazioni tra le parti sociali
- Contrattazione di secondo livello: gli accordi possono avere durate più flessibili e spesso dipendono dagli obiettivi aziendali o dall’andamento del mercato locale.
Contrattazione di secondo livello: definizione
La contrattazione di secondo livello è un processo negoziale che si svolge a livello aziendale o territoriale, con l’obiettivo di definire accordi specifici su alcune condizioni di lavoro che vanno oltre quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali. Questo tipo di contrattazione permette una maggiore flessibilità, consentendo di adattare le condizioni lavorative alle esigenze di una specifica azienda o di un territorio particolare. Tra gli aspetti trattati nella contrattazione di secondo livello troviamo la retribuzione variabile, gli incentivi alla produttività, il welfare aziendale, l’organizzazione del lavoro e la formazione.
A differenza della contrattazione nazionale, che stabilisce norme generali valide per tutti i lavoratori di un settore, la contrattazione collettiva di secondo livello consente di negoziare aspetti legati alla singola realtà aziendale o al contesto economico locale, offrendo vantaggi sia ai datori di lavoro che ai lavoratori. Questo tipo di accordo, infatti, può prevedere premi di risultato, flexible benefits e altre forme di compensazione variabile che incentivano la produttività e migliorano il benessere del personale.
Definizione di contrattazione di secondo livello
La contrattazione di secondo livello si riferisce agli accordi collettivi stipulati a livello aziendale o territoriale che integrano o modificano alcune condizioni previste dai contratti collettivi nazionali. È uno strumento che offre maggiore adattabilità, poiché permette di rispondere in modo più specifico alle esigenze di una singola azienda o di un’area geografica, garantendo soluzioni su misura per le parti coinvolte. La contrattazione di secondo livello può riguardare diversi aspetti:
- Retribuzione aggiuntiva: come premi legati ai risultati aziendali, bonus di produttività o incentivi economici legati al raggiungimento di obiettivi aziendali
- Welfare aziendale: servizi e benefici offerti ai dipendenti, come assistenza sanitaria, piani di pensione integrativa, buoni pasto, e soluzioni di conciliazione vita-lavoro
- Flessibilità oraria: organizzazione degli orari di lavoro in modo da rispondere alle esigenze dei lavoratori e dell’azienda
- Formazione e aggiornamento professionale: programmi formativi su misura per migliorare le competenze dei dipendenti e aumentare la loro qualificazione professionale.
In sostanza, la contrattazione collettiva di secondo livello non sostituisce la contrattazione nazionale, ma la integra, adattando le regole generali del contratto collettivo alle specifiche esigenze di un’azienda o di un settore locale.
Inquadramento normativo: leggi e regolamenti che la disciplinano
La contrattazione di secondo livello è regolata dalla legislazione italiana e dalle disposizioni contenute nei contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL). A partire dagli anni ‘90, il legislatore ha progressivamente ampliato l’importanza di questa forma di contrattazione, riconoscendone il valore per la flessibilità e l’adattabilità alle esigenze aziendali e territoriali. Alcune delle principali norme che disciplinano la contrattazione di secondo livello includono:
1) Legge n. 59/1992
Questa legge ha aperto la strada alla contrattazione di secondo livello in Italia, consentendo la negoziazione di premi di risultato e benefici economici legati alla produttività, separati dagli standard retributivi fissati a livello nazionale.
2) Riforma del 1993 (Protocollo Ciampi)
Il Protocollo Ciampi del 1993 ha ufficialmente introdotto e regolamentato la contrattazione decentrata, riconoscendo il diritto alle parti sociali di negoziare accordi a livello aziendale o territoriale, su base integrativa rispetto al CCNL. Questo accordo ha anche stabilito che i premi legati ai risultati aziendali fossero esenti da contribuzione fiscale e previdenziale, incentivando ulteriormente l’adozione della contrattazione di secondo livello.
3) Legge di Stabilità 2016
La Legge di Stabilità 2016 ha fornito ulteriori incentivi per i premi di produttività e i benefit legati alla contrattazione di secondo livello, prevedendo agevolazioni fiscali. I premi di produttività fino a un massimo di 3.000 euro, concordati a livello aziendale o territoriale, beneficiano di una tassazione agevolata (detta anche “flat tax” al 10%).
4) Legge n. 145/2018 (Legge di Bilancio 2019)
Questa legge ha ampliato ulteriormente il sistema dei premi di produttività e ha rafforzato le misure fiscali di incentivo per il welfare aziendale. Viene confermata la riduzione della tassazione sui premi legati alla contrattazione di secondo livello e sui servizi di welfare aziendale, stimolando le aziende ad adottare questo tipo di accordi.
5) Contratti collettivi nazionali di lavoro (CCNL)
I CCNL stabiliscono i parametri generali entro cui deve avvenire la contrattazione di secondo livello. Ogni contratto collettivo prevede specifici spazi di intervento per la contrattazione aziendale o territoriale, come la definizione dei premi di produttività, la flessibilità degli orari di lavoro e i programmi di welfare aziendale.
Contrattazione di secondo livello: come funziona?
La contrattazione di secondo livello è uno strumento che permette di adattare le condizioni di lavoro alle esigenze specifiche di un’azienda o di un territorio, integrando quanto stabilito dai contratti collettivi nazionali. Questa forma di contrattazione si focalizza su tematiche come la retribuzione variabile, il welfare aziendale, la flessibilità oraria e i premi di risultato, creando accordi su misura che tengono conto delle particolari esigenze delle parti coinvolte.
Struttura e funzionamento della contrattazione di secondo livello
La contrattazione di secondo livello si svolge a due livelli principali:
- A livello aziendale: accordi specifici vengono negoziati direttamente tra il datore di lavoro e i rappresentanti dei lavoratori all’interno di una singola azienda. Questa tipologia di contrattazione permette di adattare le condizioni di lavoro e di retribuzione alle esigenze operative e produttive della singola realtà aziendale
- A livello territoriale: in questo caso, la contrattazione coinvolge aziende che operano in uno stesso settore o area geografica e mira a definire condizioni specifiche valide per tutte le imprese di un determinato distretto produttivo o area regionale.
Entrambi i livelli hanno lo scopo di integrare e personalizzare quanto stabilito a livello nazionale, fornendo soluzioni più adatte al contesto produttivo specifico.
Soggetti coinvolti: datori di lavoro, sindacati e rappresentanze aziendali
I soggetti coinvolti nella contrattazione collettiva di secondo livello sono:
1) Datori di lavoro
- Il datore di lavoro (o un’associazione di categoria che rappresenta gli interessi degli imprenditori) è uno degli attori principali della contrattazione di secondo livello. Il suo ruolo è quello di negoziare condizioni contrattuali che soddisfino le necessità aziendali, come la produttività, l’efficienza e la flessibilità operativa
- Il datore di lavoro può negoziare accordi che incentivino la produttività aziendale, ad esempio introducendo premi di risultato, bonus legati agli obiettivi aziendali, e altre forme di retribuzione variabile legata alle performance.
2) Sindacati
- I sindacati sono l’altro attore chiave nella contrattazione di secondo livello. Sono chiamati a rappresentare i diritti e gli interessi dei lavoratori, garantendo che gli accordi siglati siano equi e migliorino le condizioni lavorative
- In ambito aziendale, i sindacati possono collaborare con le rappresentanze sindacali unitarie (RSU) o le rappresentanze sindacali aziendali (RSA) per negoziare condizioni favorevoli per i dipendenti, come benefit aziendali, welfare aziendale, conciliazione vita-lavoro, e orari flessibili.
3) Rappresentanze aziendali dei lavoratori
- All’interno delle aziende, le RSU o le RSA hanno il compito di rappresentare direttamente i lavoratori nel processo di negoziazione. Queste rappresentanze collaborano con i sindacati per definire gli accordi che meglio rispondano alle esigenze della forza lavoro
- Le RSU sono elette dai lavoratori e hanno il ruolo di negoziare e firmare gli accordi di secondo livello con il datore di lavoro, focalizzandosi su aspetti che possano migliorare le condizioni lavorative come premi di produttività, flessibilità e salute e sicurezza sul lavoro.
Modalità di negoziazione e firma degli accordi
Il processo di negoziazione nella contrattazione di secondo livello si sviluppa attraverso diverse fasi, coinvolgendo i rappresentanti dei lavoratori e dei datori di lavoro per raggiungere un accordo che soddisfi entrambe le parti. Ecco come funziona il processo:
1) Proposta e avvio delle negoziazioni
Il processo di contrattazione di secondo livello inizia quando una delle parti (datore di lavoro o rappresentanza sindacale) propone l’apertura delle trattative. Questo può avvenire in seguito a modifiche organizzative, necessità di migliorare la produttività, o cambiamenti normativi che impongono la revisione delle condizioni di lavoro.
2) Presentazione delle richieste
I rappresentanti dei lavoratori presentano le loro richieste, che possono includere miglioramenti retributivi, flessibilità lavorativa, benefit aziendali e iniziative di welfare. Dall’altra parte, i datori di lavoro possono proporre soluzioni per incentivare la produttività e l’efficienza aziendale, come premi di risultato o incentivi legati agli obiettivi aziendali.
3) Discussione e mediazione
Nella fase di negoziazione, entrambe le parti discutono le proposte e cercano di raggiungere un compromesso. Le trattative possono essere complesse, soprattutto quando si tratta di temi legati alla retribuzione variabile e agli orari di lavoro, che spesso rappresentano punti di maggiore tensione. In alcuni casi, può essere coinvolto un mediatore esterno, come un consulente del lavoro o un rappresentante del Ministero del Lavoro, per facilitare la mediazione e superare eventuali stalli nelle trattative.
4) Firma dell’accordo
Una volta raggiunto un accordo, le parti stipulano e firmano un documento ufficiale, che diventa vincolante per l’azienda e i lavoratori. Gli accordi di secondo livello sono generalmente validi per un periodo di tempo definito (solitamente 2 o 3 anni) e possono essere rinegoziati alla scadenza o in caso di cambiamenti significativi all’interno dell’azienda.
5) Applicazione e monitoraggio dell’accordo
Dopo la firma, l’accordo viene applicato e monitorato. Le RSU e i sindacati, insieme alla direzione aziendale, verificano che i termini dell’accordo siano rispettati e che eventuali problemi vengano risolti attraverso un dialogo continuo. L’accordo di secondo livello può prevedere clausole di revisione per adattarlo ai cambiamenti organizzativi o economici nel corso del tempo.
Contrattazione di secondo livello esempio
La contrattazione di secondo livello è uno strumento fondamentale che consente di personalizzare le condizioni di lavoro in base alle esigenze specifiche di un’azienda o di un territorio. Esploriamo di seguito alcuni casi pratici di contrattazione di secondo livello, i settori in cui è maggiormente utilizzata e forniremo un esempio concreto di un accordo aziendale.
Contrattazione di secondo livello esempio: casi pratici e settori che adottano questa modalità
La contrattazione di secondo livello è particolarmente diffusa in quei settori dove c’è una forte necessità di adattare le condizioni di lavoro alle specificità produttive dell’azienda, come l’industria manifatturiera, i servizi, la logistica, e l’informatica. Questo tipo di contrattazione permette di affrontare esigenze specifiche, come incentivare la produttività, promuovere il welfare aziendale o migliorare la flessibilità oraria.
Un esempio pratico di contrattazione di secondo livello riguarda l’introduzione di premi di risultato legati alla produttività aziendale. In molti settori, le aziende stabiliscono obiettivi specifici per i propri dipendenti, come il raggiungimento di un certo livello di produzione o di fatturato e offrono bonus o incentivi economici al raggiungimento di tali obiettivi. Questo approccio non solo incentiva i lavoratori a migliorare la propria performance, ma aiuta anche l’azienda a mantenere elevata la competitività.
Un altro esempio comune è la contrattazione su welfare aziendale: molte aziende negoziano con i rappresentanti dei lavoratori la possibilità di offrire benefici aggiuntivi come assistenza sanitaria integrativa, buoni pasto, flessibilità oraria per migliorare il bilanciamento tra vita professionale e personale, o piani di pensione integrativa.
Settori in cui la contrattazione di secondo livello è maggiormente utilizzata
Alcuni settori dell’economia italiana si distinguono per l’ampio utilizzo della contrattazione di secondo livello, grazie alla necessità di adattare le condizioni di lavoro alle dinamiche produttive. I principali settori che adottano questo tipo di contrattazione includono:
1) Industria manifatturiera
La contrattazione di secondo livello è molto diffusa nell’industria, in particolare nei settori manifatturieri come l’automotive, il tessile, la meccanica e la chimica. Qui, gli accordi sono spesso legati alla produttività e alla flessibilità oraria, permettendo alle aziende di adattare gli orari di lavoro alle esigenze produttive e incentivare i dipendenti attraverso premi di risultato.
2) Settore dei servizi
Nel settore dei servizi, come il commercio e la grande distribuzione organizzata (GDO), la contrattazione di secondo livello è utilizzata per negoziare orari di lavoro flessibili, premi di produttività legati ai volumi di vendita e benefit aziendali come buoni pasto o assicurazioni sanitarie.
3) Logistica e trasporti
Nella logistica e nei trasporti, gli accordi di secondo livello si concentrano spesso sulla gestione di turni e orari di lavoro, necessari per garantire l’efficienza operativa. Sono frequenti anche negoziazioni legate alla sicurezza sul lavoro e alla gestione del lavoro notturno.
4) Informatica e tecnologie
Le aziende del settore informatico e tecnologico, caratterizzate da dinamiche lavorative flessibili e orientate ai progetti, utilizzano la contrattazione di secondo livello per offrire welfare aziendale come smart working, flessibilità oraria e bonus legati al raggiungimento di obiettivi di progetto o di vendita.
Contrattazione di secondo livello: vantaggi e svantaggi
La contrattazione di secondo livello offre numerosi vantaggi sia per i datori di lavoro che per i lavoratori, poiché permette di adattare gli accordi collettivi nazionali alle esigenze specifiche di un’azienda o di un territorio. Tuttavia, presenta anche alcuni svantaggi e criticità, soprattutto nelle piccole e medie imprese (PMI) e in settori meno strutturati. In questa sezione analizzeremo in dettaglio i principali vantaggi e svantaggi della contrattazione di secondo livello, evidenziando come questo strumento possa influenzare il benessere dei lavoratori e la competitività aziendale.
Vantaggi della contrattazione di secondo livello
1) Maggiore flessibilità per aziende e lavoratori
- Uno dei principali vantaggi della contrattazione di secondo livello è la possibilità di personalizzare le condizioni di lavoro, rendendole più adatte alle esigenze specifiche di una determinata azienda o contesto produttivo. Questo permette una gestione più efficiente degli orari di lavoro, della produttività e delle dinamiche aziendali, portando benefici sia all’azienda che ai lavoratori
- Ad esempio, l’introduzione di orari flessibili, smart working, o lavoro a turni consente di migliorare l’equilibrio tra vita lavorativa e privata, aumentando la soddisfazione dei dipendenti e riducendo l’assenteismo.
2) Incentivazione della produttività e premi di risultato
- La contrattazione di secondo livello permette di negoziare premi di produttività legati agli obiettivi aziendali. Questi premi sono un forte incentivo per i lavoratori, che vedono riconosciuti i loro sforzi e risultati in termini economici. L’azienda, d’altra parte, beneficia di un miglioramento delle performance e di una maggiore competitività
- I premi di produttività, spesso soggetti a regimi fiscali agevolati, rappresentano un vantaggio sia per l’azienda (che riduce i costi) sia per i lavoratori (che ricevono una retribuzione aggiuntiva).
3) Miglioramento del welfare aziendale
- Grazie alla contrattazione di secondo livello, molte aziende possono offrire ai propri dipendenti un pacchetto di welfare aziendale personalizzato, includendo benefit come assicurazione sanitaria integrativa, buoni pasto, piani pensionistici e sostegno alle famiglie (come il rimborso delle spese scolastiche per i figli)
- Il welfare aziendale migliora il benessere dei lavoratori e aiuta a costruire un ambiente di lavoro positivo più stimolante e motivante. Inoltre, contribuisce a ridurre il turnover, rafforzando la fidelizzazione dei dipendenti.
4) Dialogo diretto tra aziende e lavoratori
- La contrattazione di secondo livello promuove un dialogo costruttivo tra datori di lavoro e lavoratori, favorendo il confronto e la ricerca di soluzioni condivise. Questo aiuta a risolvere eventuali conflitti e a migliorare le relazioni industriali all’interno dell’azienda
- Il dialogo costante permette anche una maggiore trasparenza e una migliore comprensione delle dinamiche aziendali, rendendo più semplice per i lavoratori partecipare attivamente alla vita aziendale e ai processi decisionali.
5) Maggiore adattabilità ai cambiamenti del mercato
- In un mercato del lavoro sempre più dinamico e competitivo, la contrattazione di secondo livello offre alle aziende una maggiore capacità di adattarsi rapidamente alle fluttuazioni economiche e ai cambiamenti di mercato. Le aziende possono rinegoziare i termini degli accordi in base alle nuove esigenze produttive, mantenendo la competitività e garantendo la sostenibilità economica.
Svantaggi della contrattazione di secondo livello
1) Disomogeneità tra lavoratori e aziende
- Uno degli svantaggi della contrattazione di secondo livello è la possibilità di creare disomogeneità tra lavoratori dello stesso settore ma impiegati in aziende diverse. Se le condizioni di lavoro e i benefit variano notevolmente tra le aziende che adottano la contrattazione di secondo livello e quelle che non lo fanno, possono emergere disparità che penalizzano alcuni lavoratori
- Ad esempio, in alcune aziende possono essere concessi premi di risultato più elevati o benefit aggiuntivi rispetto ad altre realtà che non adottano la contrattazione di secondo livello, creando una disparità di trattamento tra lavoratori dello stesso settore.
2) Applicazione limitata nelle PMI
- La contrattazione di secondo livello è meno diffusa nelle piccole e medie imprese (PMI), che spesso non hanno le risorse o le competenze necessarie per negoziare accordi specifici. Questo svantaggio limita l’accesso ai benefici della contrattazione per molti lavoratori impiegati in PMI, che costituiscono una parte significativa del tessuto economico italiano
- Inoltre, molte PMI non hanno una rappresentanza sindacale interna strutturata, il che rende difficile avviare negoziati di secondo livello e ottenere accordi personalizzati per i dipendenti.
3) Complessità della negoziazione
- La negoziazione di un accordo di secondo livello può essere complessa e richiedere molto tempo. Trovare un compromesso tra le esigenze dell’azienda e quelle dei lavoratori può richiedere mesi di trattative e, in alcuni casi, potrebbe non essere possibile raggiungere un accordo soddisfacente per entrambe le parti
- Questa complessità può comportare costi aggiuntivi per l’azienda, legati alla consulenza legale, alle negoziazioni e al monitoraggio continuo dell’applicazione degli accordi.
4) Potenziali conflitti
- In alcuni casi, la contrattazione di secondo livello può generare conflitti tra i lavoratori e i datori di lavoro, soprattutto se le aspettative delle parti sono molto distanti. Se la negoziazione fallisce, questo potrebbe portare a situazioni di tensione e a potenziali scioperi o proteste all’interno dell’azienda.
5) Possibili riduzioni retributive
- In situazioni economiche difficili, la contrattazione di secondo livello può essere utilizzata per ridurre temporaneamente le retribuzioni o introdurre misure di flessibilità che comportano una diminuzione dei costi per l’azienda, come la riduzione degli orari di lavoro o il congelamento degli scatti di anzianità. Queste misure, pur essendo concordate con i sindacati, possono generare malcontento tra i lavoratori.
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