
Indice dei contenuti
- Ristrutturazione aziendale: cos’è?
- Perché le aziende avviano processi di ristrutturazione aziendale
- Le tipologie di crisi aziendali
- Ristrutturazione aziendale: come funziona?
- 4 forme di ristrutturazione aziendale
- L’impatto della ristrutturazione aziendale sui dipendenti
- Aspetti legali e normativi della ristrutturazione aziendale
- Ristrutturazione aziendale: casi studio e best practices
Una tematica interessante e sempre molto attuale è quella che riguarda la ristrutturazione aziendale. Per ristrutturazione aziendale si intende un processo di riorganizzazione che le aziende avviano generalmente quando sono in crisi, ma non solo.
Vediamo, quindi, nei prossimi paragrafi tutto quello che c’è da sapere sul tema della ristrutturazione aziendale: cos’è, come funziona e quali sono le principali tipologie.
Ristrutturazione aziendale: cos’è?
Qual è il significato del termine “ristrutturazione aziendale”? Partiamo innanzitutto dall’approfondire in maniera più dettagliata possibile la natura di questo concetto. Per farlo abbiamo pensato di ricorrere ad alcune definizioni fornite da esperti: “la ristrutturazione aziendale è un’attività che implica il cambiamento delle strutture, dei ruoli, del management e degli investimenti di un’azienda”. Ancora: “ la ristrutturazione aziendale è quel processo in cui un’azienda compie una revisione della sua strategia attuale”.
Come emerge dalle due definizioni riportate, la ristrutturazione aziendale è, dunque, una forma di riorganizzazione di un’azienda, che molto spesso si rivela necessaria in caso di crisi per cercare di risollevare la situazione. Infatti, per superare una fase di difficoltà o, in alcuni casi, per prevenire uno stato critico, le aziende avviano un piano di ristrutturazione aziendale.
Nel contesto economico attuale, caratterizzato da alta competitività e rapidi cambiamenti tecnologici, i piani di ristrutturazione aziendale sono diventati sempre più comuni, non solo come risposta a situazioni di crisi, ma anche come strategia proattiva per mantenere la competitività. La capacità di reinventarsi e adattarsi rapidamente è ormai considerata una competenza essenziale per la sopravvivenza aziendale nel lungo periodo.
Perché le aziende avviano processi di ristrutturazione aziendale
Le motivazioni che spingono un’azienda a intraprendere un piano di riorganizzazione aziendale possono essere molteplici e spesso interconnesse. I processi di riorganizzazione aziendale generalmente vengono avviati per rispondere a una o più delle seguenti esigenze:
Crisi finanziaria e recupero della redditività
Una delle ragioni più comuni che porta alla decisione di avviare una ristrutturazione aziendale è la necessità di fronteggiare una situazione di crisi finanziaria. Cali significativi nei ricavi, margini in erosione, eccessivo indebitamento o problemi di liquidità possono rendere necessario un intervento radicale per garantire la sopravvivenza dell’impresa. In questi casi, i piani di ristrutturazione aziendale mirano principalmente a ripristinare l’equilibrio economico-finanziario attraverso la riduzione dei costi, la dismissione di asset non strategici e la rinegoziazione del debito.
Adattamento ai cambiamenti di mercato
Il panorama competitivo è in continua evoluzione e le aziende che non si adattano rischiano di diventare obsolete. Nuovi concorrenti, tecnologie disruptive, cambiamenti nelle preferenze dei consumatori o modifiche normative possono rendere necessaria una profonda riorganizzazione aziendale. In questi casi, la ristrutturazione aziendale mira a riallineare l’organizzazione con le nuove dinamiche di mercato, modificando il modello di business, i processi produttivi o i canali di distribuzione.
Miglioramento dell’efficienza operativa
Anche in assenza di crisi immediate, molte ristrutturazioni aziendali vengono avviate per migliorare l’efficienza operativa e la competitività. Processi obsoleti, strutture organizzative troppo complesse o poco funzionali, duplicazioni di attività o sprechi possono compromettere la capacità dell’azienda di operare in modo efficiente. In questi casi, i processi di riorganizzazione aziendale mirano a snellire l’organizzazione, ottimizzare i processi e migliorare l’allocazione delle risorse.
Crescita e sviluppo strategico
Non tutte le ristrutturazioni aziendali nascono da situazioni problematiche. In molti casi, la riorganizzazione è parte di una strategia di crescita e sviluppo. Fusioni e acquisizioni, espansione in nuovi mercati, diversificazione del business o introduzione di nuovi prodotti possono richiedere un ripensamento della struttura organizzativa e dei processi aziendali per supportare efficacemente la nuova direzione strategica.
Adeguamento tecnologico e digitalizzazione
La trasformazione digitale ha reso necessario per molte aziende ripensare profondamente il proprio modo di operare. L’adozione di nuove tecnologie, l’automazione dei processi, l’implementazione di sistemi informativi avanzati o lo sviluppo di competenze digitali possono richiedere una profonda riorganizzazione aziendale. In questi casi, il piano di riorganizzazione aziendale è orientato a creare le condizioni organizzative e culturali per sfruttare appieno le opportunità offerte dalla digitalizzazione.
Le tipologie di crisi aziendali
La crisi in cui può trovarsi un’azienda può derivare da cause di carattere “interno”, ossia da inefficienze operative del management, oppure da cause esterne.
Le tipologie di crisi derivanti da cause “interne” all’azienda
1. Crisi di inefficienza
Una crisi di inefficienza può essere di tipo produttivo quando l’azienda utilizza per la sua produzione strumenti o tecnologie obsolete o insufficienti; di tipo commerciale quando le spese di marketing e vendite sono maggiori rispetto ai ricavi; di tipo organizzativo quando mancano strumenti di controllo e programmazione adeguati.
2. Crisi derivante da errori strategici, incapacità di programmazione e/o mancanza di innovazione
Le cause che generano questa tipologia di crisi sono le seguenti: mancanza di innovazione interna, ossia la mancanza di un’area ricerca e sviluppo adeguata; l’incapacità di creare adeguati programmi aziendali e/o la presenza di errori nelle strategie (ad esempio, quando un’azienda decide di continuare a mantenere in vita attività che non sono più profittevoli).
Le principali cause “esterne”
Le tipologie di cause esterne da cui può derivare una crisi aziendale sono:
1. Cause generali
Questo genere di cause è solitamente generato da più fattori come:
- la situazione economica generale (es. disoccupazione, inflazione, ecc.)
- lo stato delle istituzioni (es. il livello di tassazione, la politica del lavoro, etc.)
- il livello di servizi ed infrastrutture
- la politica del territorio
- la situazione demografica ( i suoi cambiamenti influenzano anche l’offerta di prodotti e servizi dell’azienda)
2. Cause tecnologiche
I fattori principali che rientrano in questa tipologia di cause sono:
- la mancanza della tecnologia necessaria a rendere concrete le teorie scientifiche
- lo scarso livello di ricerca
3. Cause di mercato
Ogni settore di mercato può presentare dinamiche che possono poi portare ad uno stato di crisi. I principali settori che possono generare uno stato di crisi aziendale sono:
- mercato del lavoro, da cui si attingono le risorse umane basilari per impostare una crescita aziendale
- mercato dei capitali, in cui vengono scambiate le risorse finanziarie
- mercato di sbocco, in cui risulta fondamentale capire la psicologia dei consumatori, studiare i concorrenti, etc.
È utile sottolineare il fatto che la ristrutturazione aziendale può implicare la ristrutturazione di divisioni e uffici, con la conseguente riduzione e/o licenziamento di personale, purché sia provata una perdita economica o ci sia un giustificato motivo.
Ristrutturazione aziendale: come funziona?
Ma come funziona nel concreto una ristrutturazione aziendale? E come creare un piano di ristrutturazione aziendale di successo?
Solitamente, gli step logici da seguire sono 3:
-
- individuazione delle cause
- individuazione della strategia
- azione
1. Individuazione delle cause
La prima fase per avviare una ristrutturazione aziendale consiste nell’individuazione delle principali cause che hanno portato l’azienda ad uno stato di crisi.
In altre parole, solo capendo qual è il problema alla radice è possibile comprendere poi come e dove intervenire per risanarlo.
2. Individuazione della strategia
A questo punto, si passa allo studio e all’individuazione della strategia più adeguata per far rientrare la crisi e giungere ad una situazione prima di equilibrio, poi di miglioramento.
3. Azione
Dopo aver individuato la strategia più adeguata, si passa all’azione, ossia alla realizzazione concreta di tutte le attività stabilite: per metterle in atto, poi, sono fondamentali determinazione, costanza e rispetto delle deadline. Il piano di risanamento ha come scopo il raggiungimento di obiettivi specifici e molto spesso sfidanti.
4 forme di ristrutturazione aziendale
Come abbiamo visto, le ristrutturazioni aziendali possono avvenire per necessità, ma anche per volontà. Ma, oltre alla già citata crisi, quali sono le circostanze più comuni che spingono volontariamente un’azienda ad una riorganizzazione?
1. Fusioni e acquisizioni
Nel caso di una fusione (due aziende si uniscono per formarne una nuova) o di un’acquisizione (un’azienda ne acquisice un’altra e la incorpora al suo interno) c’è, senz’altro, bisogno di una ristrutturazione aziendale.
2. Cessioni e spin-off
Se un’unità aziendale non è più redditizia o non soddisfa più uno scopo strategico, si può, infatti, prendere in considerazione l’idea di venderla o di chiuderla attraverso cessioni o spin-off.
In entrambi i casi, c’è bisogno di una ristrutturazione aziendale. Nel caso dello spin-off, ad esempio, si tratta di ristrutturare l’unità in modo che diventi una società autonoma di cui si è ancora parzialmente proprietari. Questa soluzione può essere particolarmente utile se si vuole ottenere una valutazione elevata di una parte della vostra attività.
3. Riduzione dei costi
Se l’indebitamento dell’azienda è in aumento, è probabile che i costi di gestione siano troppo elevati. In queste situazioni, la revisione della struttura aziendale può mettere in evidenza gli eccessi di spesa, sia nell’amministrazione che nella gestione dell’impresa.
Per ridurre i costi si può pensare di liquidare le società ridondanti del gruppo per liberare le attività, ridurre il numero di dipendenti o ristrutturare i reparti per eliminare i costi di gestione non necessari.
4. Ristrutturazione legale
In alcuni casi, la ristrutturazione aziendale può essere necessaria non perché l’azienda sia in difficoltà, ma semplicemente perché si verifica un cambiamento di responsabilità ai vertici. Ciò potrebbe includere l’incorporazione di nuovi investitori o un cambiamento nella struttura proprietaria se un’unità aziendale lascia il gruppo.
L’impatto della ristrutturazione aziendale sui dipendenti
Uno degli aspetti più delicati di qualsiasi riorganizzazione aziendale è l’impatto sui dipendenti. La ristrutturazione aziendale dipendenti può generare ansia, incertezza e resistenze che, se non gestite adeguatamente, possono compromettere il successo dell’intero processo. Tra le principali implicazioni per i lavoratori si possono citare:
Cambiamenti nei ruoli e nelle responsabilità
La ristrutturazione aziendale comporta spesso una ridefinizione dei ruoli e delle responsabilità all’interno dell’organizzazione. Alcuni dipendenti possono vedere ampliate le proprie mansioni, altri possono essere spostati in nuove posizioni o aree funzionali, altri ancora possono trovarsi a dover riportare a nuovi superiori o a dover collaborare con nuovi colleghi.
Questi cambiamenti richiedono flessibilità e capacità di adattamento, nonché l’acquisizione di nuove competenze o la modifica di abitudini consolidate. I processi di riorganizzazione aziendale efficaci prevedono percorsi di accompagnamento e formazione per supportare i dipendenti in questa transizione.
Impatto sull’occupazione
In alcuni casi, la ristrutturazione aziendale può comportare una riduzione del personale attraverso licenziamenti, prepensionamenti o incentivi all’esodo. Queste misure, oltre ad avere un impatto diretto sui dipendenti coinvolti, possono generare preoccupazione e insicurezza anche tra i lavoratori che rimangono in azienda.
La gestione delle riduzioni di personale richiede un approccio etico e responsabile, nel rispetto delle normative vigenti e con un’attenzione particolare alle implicazioni sociali. I piani di ristrutturazione aziendale che prevedono tagli occupazionali dovrebbero includere misure di supporto per i dipendenti in uscita, come programmi di outplacement o di riqualificazione professionale.
Modifiche nella cultura e nel clima aziendale
La riorganizzazione aziendale può comportare significativi cambiamenti nella cultura e nel clima aziendale. Nuovi valori possono essere promossi, diverse modalità di lavoro possono essere introdotte, differenti comportamenti possono essere incoraggiati o scoraggiati. Questi cambiamenti possono generare disorientamento e resistenza, soprattutto se percepiti come imposti dall’alto o in contrasto con la cultura precedente.
La costruzione di una nuova cultura aziendale richiede tempo, coerenza e leadership esemplare. I manager hanno un ruolo chiave nel tradurre i principi generali della ristrutturazione aziendale in comportamenti concreti e nel creare un ambiente favorevole al cambiamento.
Stress e benessere psicologico
I periodi di ristrutturazione aziendale sono spesso caratterizzati da alti livelli di stress e incertezza, che possono impattare negativamente sul benessere psicologico dei dipendenti. L’aumento del carico di lavoro, la paura di perdere il posto, l’ansia per le nuove responsabilità o la frustrazione per la perdita di status possono generare tensioni e conflitti.
I processi di riorganizzazione aziendale efficaci includono misure specifiche per gestire lo stress e supportare il benessere psicologico dei dipendenti, come programmi di counseling, iniziative di team building o interventi di work-life balance.
Aspetti legali e normativi della ristrutturazione aziendale
La ristrutturazione aziendale deve rispettare una serie di norme e regolamenti che variano a seconda del paese e del settore di attività. Gli aspetti legali da considerare includono:
Normative sul lavoro
Le leggi sul lavoro regolano numerosi aspetti della ristrutturazione aziendale, in particolare per quanto riguarda le modifiche dei contratti di lavoro, i trasferimenti di personale, i licenziamenti collettivi o l’accesso agli ammortizzatori sociali. In molti paesi, come l’Italia, esistono procedure specifiche da seguire in caso di ristrutturazione aziendale dipendenti, che prevedono l’informazione e la consultazione dei rappresentanti dei lavoratori e, in alcuni casi, l’autorizzazione da parte delle autorità competenti.
Il mancato rispetto di queste normative può comportare sanzioni e contenziosi che rischiano di compromettere il successo della ristrutturazione e di danneggiare la reputazione dell’azienda. È quindi essenziale che i piani di ristrutturazione aziendale siano sviluppati con il supporto di esperti legali e nel pieno rispetto delle leggi vigenti.
Diritto societario e fallimentare
In caso di ristrutturazione aziendale legata a situazioni di crisi finanziaria, entrano in gioco le norme del diritto societario e fallimentare, che regolano aspetti come la rinegoziazione dei debiti, la cessione di rami d’azienda, le fusioni e acquisizioni o l’accesso a procedure concorsuali come il concordato preventivo o l’amministrazione straordinaria.
Queste norme mirano a bilanciare gli interessi dei diversi stakeholder coinvolti nella crisi d’impresa, dai creditori ai dipendenti, dagli azionisti ai clienti e fornitori. La conoscenza e il rispetto di queste regole è fondamentale per gestire efficacemente i processi di riorganizzazione aziendale in contesti di crisi.
Normative fiscali e contabili
La ristrutturazione aziendale ha spesso implicazioni fiscali e contabili significative, in particolare per quanto riguarda la valutazione degli asset, il trattamento fiscale delle plusvalenze o minusvalenze generate dalle cessioni, la deducibilità dei costi di ristrutturazione o l’applicazione di regimi fiscali agevolati per le operazioni straordinarie.
Una pianificazione fiscale accurata può contribuire a ottimizzare i benefici economici della ristrutturazione e a evitare sorprese negative. È quindi importante che i piani di ristrutturazione aziendale siano sviluppati con il supporto di consulenti fiscali e contabili esperti.
Regolamentazioni di settore
In alcuni settori, come quello bancario, assicurativo o energetico, la riorganizzazione aziendale deve rispettare regolamentazioni specifiche e può richiedere l’autorizzazione da parte di autorità di vigilanza come la Banca d’Italia, l’IVASS o l’ARERA. Queste norme mirano a tutelare interessi pubblici rilevanti, come la stabilità del sistema finanziario o la continuità dei servizi essenziali.
Il mancato rispetto di queste regolamentazioni può comportare sanzioni significative e, in alcuni casi, il blocco delle operazioni di ristrutturazione. È quindi essenziale che i piani di ristrutturazione aziendale in questi settori siano sviluppati in stretto coordinamento con le autorità competenti.
Ristrutturazione aziendale: casi studio e best practices
L’analisi di casi di successo e insuccesso può fornire indicazioni preziose per la gestione efficace della ristrutturazione aziendale. Tra le best practices emergenti si possono citare:
1) Visione chiara e condivisa
Le ristrutturazioni aziendali di maggior successo sono guidate da una visione chiara e condivisa del futuro dell’organizzazione, che va oltre l’obiettivo immediato di risolvere i problemi contingenti. Questa visione dovrebbe essere comunicata in modo efficace a tutti gli stakeholder per creare un senso di direzione condivisa e motivare le persone ad impegnarsi nel cambiamento.
La visione dovrebbe essere sufficientemente ambiziosa da ispirare, ma anche realistica e concreta per essere credibile. I piani di ristrutturazione aziendale efficaci traducono questa visione in obiettivi specifici e misurabili che permettono di monitorare i progressi e celebrare i successi intermedi.
2) Approccio olistico e integrato
Le riorganizzazioni aziendali di maggior successo adottano un approccio olistico e integrato, che considera tutte le dimensioni rilevanti dell’organizzazione: strategia, struttura, processi, tecnologia, persone e cultura. Questo approccio permette di evitare interventi parziali o scoordinati che rischiano di generare nuovi problemi mentre ne risolvono altri.
L’integrazione richiede una governance forte e un coordinamento efficace tra le diverse iniziative che compongono il piano di ristrutturazione aziendale, nonché una comprensione profonda delle interdipendenze tra i diversi aspetti dell’organizzazione.
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