Lavoratori stranieri in Italia: il quadro generale 2024

Secondo i dati ufficiali dell’Osservatorio sugli stranieri dell’Inps relativi all’anno 2024, sono presenti complessivamente 4.611.267 cittadini stranieri, sia comunitari che non comunitari, all’interno delle banche dati dell’Inps. Di questi, ben 3.980.609 risultano essere lavoratori attivi, rappresentando l’86,3% del totale degli stranieri censiti dall’istituto previdenziale.

Oltre ai lavoratori, si registrano 378.645 pensionati (pari all’8,2%) e 252.013 percettori di prestazioni a sostegno del reddito, ossia 5,5% della platea, tra cui chi beneficia di disoccupazione o mobilità. L’analisi sottolinea come la percentuale maggiore di queste persone sia composta da non comunitari, che costituiscono il 75,4% del totale, ovvero più di 3,5 milioni di individui.

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Coloro che provengono dai Paesi membri dell’Ue15 (oggi senza il Regno Unito a seguito della Brexit del 2021) sono circa 287.000 (pari al 6,2%), mentre gli stranieri provenienti dagli altri Paesi dell’Unione Europea raggiungono quota 850.000 (circa 18,4%). La forte presenza di cittadini extracomunitari riflette le recenti tendenze migratorie verso il nostro Paese.

In questo scenario, comprendere employability e occupabilità degli stranieri assume un ruolo cruciale, dato l’elevato numero di lavoratori attivi e la necessità di valorizzare competenze e integrazione aziendale.

Paesi di provenienza e caratteristiche demografiche

Dall’analisi per nazionalità svolta dall’Inps emerge che, nel 2024, la Romania si conferma come principale Paese di provenienza con 697.000 cittadini (pari al 15,1% del totale stranieri presenti nei dati dell’istituto). Seguono Albania (445.800, cioè il 9,7%), Marocco (366.000, 7,9%), Cina (229.000, 5%) e Ucraina (225.000, 4,9%).

Il genere maschile prevale tra i cittadini stranieri, costituendo il 57,4%. Tuttavia, le differenze tra singoli Paesi sono marcate: i valori più alti riguardano il Pakistan (94,5% maschi), Bangladesh (93,9%), Egitto (92,2%), Senegal (82,4%), India (78,2%) e Marocco (71,3%); i più bassi si riscontrano in Ucraina (21,8% maschi), Moldova (33,6%), Perù (41,3%) e Filippine (42,8%).

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Per quanto concerne l’età, i non comunitari risultano generalmente più giovani: quasi il 46,1% ha meno di 39 anni, rispetto al 29,9% dei comunitari. I 40-59enni rappresentano il 42,4% dei non comunitari (contro il 52,7% dei comunitari), mentre gli over 60 sono l’11,5% tra i non comunitari e il 17,3% tra i comunitari. Questi dati sono di interesse per chi desidera costruire una rete professionale internazionale e valorizzare l’inclusione generazionale.

Ogni gruppo nazionale e fascia d’età porta specificità che si riflettono anche nei diversi settori economici e nelle modalità di inserimento lavorativo sul territorio italiano.

Distribuzione geografica e incidenza sulla popolazione

Nell’anno 2024, il 61,8% degli stranieri registrati negli archivi dell’Inps risiede o lavora nell’Italia settentrionale, il 23,1% si trova nell’Italia centrale e il restante 15,1% nel Mezzogiorno, comprendendo anche le Isole. Questa suddivisione geografica segue i maggiori poli di attrazione del mercato del lavoro nel Nord.

L’incidenza degli stranieri sulla popolazione residente varia nettamente tra macroaree: nel Nord si contano 10,3 stranieri ogni 100 italiani, nel Centro 9,1 e nel Sud e Isole solo 3,5. A livello nazionale, tale rapporto si attesta a 7,8* ogni 100 residenti, sottolineando il ruolo crescente della componente straniera nella demografia italiana.

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Questa presenza è un elemento essenziale per settori produttivi come l’industria manifatturiera, l’agricoltura, il settore domestico e i servizi. Queste attività sono fortemente dipendenti dalla manodopera straniera, come ribadito dagli ultimi studi Istat ed Eurostat.

Negli ultimi anni, la capacità di fare rete e trovare lavoro attraverso canali informali o formali è aumentata tra gli stranieri, una dinamica ben illustrata dalle pratiche di networking e ricerca attiva che contribuiscono al consolidamento della presenza nei territori.

Occupazione, settori e retribuzioni dei lavoratori stranieri

I lavoratori stranieri attivi in Italia nel 2024 sono 3.980.609, con un’incidenza particolarmente alta nei contratti da dipendente privato che rappresentano circa 3,5 milioni di occupati (58,3% maschi). La retribuzione media annua per questa categoria è di circa 16.700 euro.

Più in dettaglio, i lavoratori impiegati al di fuori dell’agricoltura ammontano a 2,7 milioni (65,1% maschi), con una retribuzione media annua che si attesta intorno ai 18.800 euro. Coloro che operano nel settore agricolo sono 314.000 (75,4% maschi), con una media salariale di circa 9.700 euro, mentre quasi 500.000 addetti ai lavori domestici (solo 11,0% maschi) percepiscono una media di 9.800 euro.

Le condizioni occupazionali degli stranieri restano spesso caratterizzate da lavori ad alta intensità, talvolta stagionali, che incidono sulle possibilità di stabilità occupazionale e di progresso professionale. Resta centrale la questione delle soft skills nel CV, fondamentali sia per l’integrazione lavorativa sia per la crescita personale all’interno delle aziende italiane.

L’analisi delle retribuzioni e delle posizioni ricoperte offre indicazioni preziose sul contributo degli stranieri all’economia e invita a una riflessione su contratti, tutele normative e percorsi di formazione professionale.

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