come licenziarsi

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Hai deciso che è giunto il momento di cambiare: ma sai esattamente come licenziarsi nel modo corretto? Questa guida completa ti accompagnerà in ogni fase del processo, dalle procedure formali agli aspetti pratici, per garantirti una transizione professionale senza intoppi.

La decisione di licenziarsi è spesso complessa e può nascere da diverse motivazioni: nuove opportunità professionali, insoddisfazione lavorativa, necessità personali o familiari, o semplicemente il desiderio di cambiare direzione nella propria carriera.

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Prima di scoprire nel dettaglio come fare per licenziarsi, è fondamentale essere certi della propria scelta. Ti consigliamo, pertanto, di valutare attentamente la tua situazione finanziaria attuale, le prospettive future e le alternative disponibili, l’impatto emotivo e pratico del cambiamento e il timing ottimale per le dimissioni.

Una volta presa la decisione, è importante conoscere tutti gli aspetti legali e procedurali per gestire correttamente il processo di dimissioni.

Come licenziarsi: le procedure di base

Il processo per licenziarsi segue regole precise stabilite dal diritto del lavoro italiano. Ecco gli elementi fondamentali.

Comunicazione formale

Indipendentemente dal motivo, le dimissioni devono sempre essere formalizzate per iscritto. La lettera di dimissioni dovrebbe essere indirizzata al datore di lavoro e all’ufficio risorse umane, indicare chiaramente l’intenzione di rassegnare le dimissioni, specificare la data di decorrenza considerando il periodo di preavviso, mantenere un tono professionale e cortese, ed essere datata e firmata.

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Tempistiche da rispettare

Il periodo di preavviso è l’intervallo di tempo che deve intercorrere tra la comunicazione delle dimissioni e l’effettiva cessazione del rapporto di lavoro. La durata varia in base al CCNL applicato, all’anzianità di servizio e al livello di inquadramento.

Documentazione necessaria

Per completare correttamente la procedura di dimissioni, dovrai preparare e inviare la lettera di dimissioni, compilare la modulistica telematica obbligatoria (ne parleremo nella sezione dedicata a come licenziarsi online), conservare copia della documentazione e delle comunicazioni relative alle dimissioni, e verificare eventuali documenti specifici richiesti dal tuo contratto o azienda.

Come licenziarsi: preavviso per tipologia contrattuale

Come licenziarsi da un contratto a tempo indeterminato

In caso di contratto a tempo indeterminato, le regole per licenziarsi sono ben definite. Il periodo di preavviso è stabilito dal CCNL di riferimento e generalmente varia da 15 giorni a 4 mesi. Durante il preavviso, il rapporto di lavoro prosegue normalmente con tutti i diritti e i doveri. È possibile concordare con il datore di lavoro l’esonero dal preavviso, rinunciando alla retribuzione per tale periodo. Se non si rispetta il preavviso, il datore può trattenere dalla liquidazione un importo equivalente alla retribuzione del periodo non lavorato (indennità sostitutiva di preavviso).

Dimissioni da contratti a tempo determinato

Per quanto riguarda il contratto a tempo determinato, è possibile licenziarsi prima della scadenza solo per giusta causa. In assenza di giusta causa, le dimissioni anticipate possono comportare il risarcimento del danno al datore di lavoro. Il contratto termina automaticamente alla data di scadenza senza necessità di preavviso.

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Casi particolari

  • Durante il periodo di prova: sia il lavoratore che il datore possono interrompere il rapporto in qualsiasi momento. Non è richiesto un periodo di preavviso, salvo diversa previsione contrattuale, e non è necessario specificare le motivazioni
  • Per i contratti di apprendistato: valgono le stesse regole del contratto a tempo indeterminato. Il periodo di preavviso è quello stabilito dal CCNL applicato.

Come licenziarsi online: la procedura telematica

Dal 2016, le dimissioni devono essere comunicate esclusivamente online attraverso una procedura telematica specifica. Ecco come licenziarsi online in modo corretto:

Piattaforme e strumenti ufficiali

La procedura telematica può essere effettuata attraverso il portale ClicLavoro del Ministero del Lavoro (www.cliclavoro.gov.it), il sito dell’INPS accedendo con le proprie credenziali, oppure tramite patronati, sindacati o consulenti del lavoro abilitati.

Guida passo-passo per licenziarsi online

Il processo per licenziarsi online inizia con l’accesso al sistema utilizzando le credenziali SPID, CIE o CNS. Successivamente, dovrai compilare il modulo con i tuoi dati personali, quelli del datore di lavoro e le informazioni sul rapporto di lavoro. È necessario indicare la data di cessazione, considerando il periodo di preavviso e verificare attentamente tutti i dati inseriti prima di procedere all’invio. Una volta inviata la comunicazione, conserva la ricevuta con il codice identificativo.

Errori comuni da evitare

Quando si tratta di capire come licenziarsi online, è facile commettere errori che possono invalidare la procedura. Gli errori più frequenti includono l’inserimento di dati errati relativi all’azienda o al contratto, il calcolo erroneo del periodo di preavviso, la mancata conservazione della ricevuta di invio e il dimenticare di consegnare anche la lettera di dimissioni cartacea (non obbligatoria ma consigliata).

Come licenziarsi per giusta causa

Le dimissioni per giusta causa rappresentano un caso particolare che consente di interrompere immediatamente il rapporto di lavoro, senza rispettare il periodo di preavviso. Questa modalità di recesso dal contratto è disciplinata dall’articolo 2119 del Codice Civile, che prevede la possibilità di risolvere il rapporto “qualora si verifichi una causa che non consenta la prosecuzione, anche provvisoria, del rapporto”.

Cosa costituisce giusta causa

Si può licenziarsi per giusta causa quando si verificano situazioni di particolare gravità che rendono impossibile la prosecuzione, anche temporanea, del rapporto di lavoro. La giurisprudenza ha elaborato nel tempo un’ampia casistica di situazioni che possono legittimare le dimissioni per giusta causa.

  • Mancato pagamento della retribuzione: non solo il mancato pagamento totale, ma anche ritardi sistematici o pagamenti parziali possono costituire giusta causa, specialmente se reiterati nel tempo. La Cassazione ha stabilito che anche il ritardo di un solo mese, in determinate circostanze di particolare necessità del lavoratore, può giustificare le dimissioni immediate
  • Molestie, mobbing e comportamenti vessatori: qualsiasi forma di molestia (sessuale, morale o psicologica), comportamenti intimidatori o persecutori, insulti o aggressioni verbali reiterate costituiscono validi motivi per rassegnare dimissioni per giusta causa. Il mobbing, caratterizzato da condotte sistematiche volte a isolare o espellere il lavoratore dall’ambiente di lavoro, è riconosciuto dalla giurisprudenza come legittima motivazione
  • Demansionamento e dequalificazione professionale: l’assegnazione a mansioni inferiori rispetto al proprio inquadramento contrattuale, in violazione dell’art. 2103 del Codice Civile, costituisce giusta causa, soprattutto quando comporta una significativa riduzione delle responsabilità o l’utilizzo di competenze nettamente inferiori rispetto alla qualifica
  • Modifiche sostanziali delle condizioni di lavoro: cambiamenti unilaterali e peggiorativi delle condizioni lavorative, come trasferimenti ingiustificati a sedi distanti, modifiche dell’orario incompatibili con esigenze familiari documentate, o variazioni sostanziali delle mansioni possono legittimare le dimissioni immediate
  • Condizioni di lavoro pericolose: la mancata adozione delle misure di sicurezza previste dalla legge (D.Lgs. 81/2008) o l’esposizione a rischi per la salute fisica o psichica rappresentano una valida motivazione. Un esempio emblematico è la sentenza della Cassazione n. 5546/2006, che ha riconosciuto la legittimità delle dimissioni per giusta causa in un caso di mancata protezione da fumo passivo
  • Comportamenti illeciti o irregolari dell’azienda: essere costretti a svolgere attività illecite, lavorare in nero parzialmente, falsificare documenti o violare normative di settore sono situazioni che giustificano pienamente le dimissioni immediate
  • Molestie o discriminazioni: qualsiasi forma di discriminazione basata su genere, orientamento sessuale, origine etnica, religione, opinioni politiche o appartenenza sindacale può costituire giusta causa di dimissioni, come stabilito dal D.Lgs. 216/2003 e confermato da numerose sentenze
  • Mancato versamento dei contributi previdenziali: la scoperta del mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro, comportando un danno alla posizione previdenziale del lavoratore, è stata riconosciuta dalla giurisprudenza come valido motivo di dimissioni per giusta causa.

È importante sottolineare che la valutazione della giusta causa è sempre di natura soggettiva e viene determinata caso per caso dai giudici, secondo il principio di proporzionalità tra il fatto contestato e la reazione del lavoratore. Non qualsiasi inadempimento del datore di lavoro giustifica le dimissioni immediate, ma solo quelli di particolare gravità.

Vantaggi e conseguenze

Licenziarsi per giusta causa comporta diversi vantaggi significativi:

  • Esonero dall’obbligo di preavviso: il lavoratore può interrompere immediatamente il rapporto di lavoro senza dover prestare l’attività durante il periodo di preavviso previsto dal CCNL
  • Diritto all’indennità sostitutiva del preavviso: a differenza delle dimissioni volontarie, il lavoratore ha diritto a percepire l’indennità sostitutiva del preavviso a carico del datore di lavoro, calcolata in base alla retribuzione che avrebbe percepito durante il periodo di preavviso non lavorato
  • Diritto alla NASpI (indennità di disoccupazione): mentre le dimissioni volontarie ordinarie non danno diritto al sussidio di disoccupazione, le dimissioni per giusta causa sono equiparate al licenziamento ai fini del riconoscimento della NASpI, come confermato dalla circolare INPS n. 94/2015. Questo rappresenta un vantaggio economico significativo, permettendo al lavoratore di avere un sostegno durante la ricerca di una nuova occupazione
  • Possibilità di richiedere il risarcimento danni: in aggiunta all’indennità sostitutiva del preavviso, il lavoratore può richiedere il risarcimento di eventuali danni patrimoniali e non patrimoniali subiti a causa del comportamento illecito del datore di lavoro
  • Tutela della dignità professionale: le dimissioni per giusta causa consentono al lavoratore di tutelare la propria dignità professionale e personale, evitando di dover continuare a lavorare in condizioni lesive o dannose.

Tuttavia, è fondamentale che la giusta causa sia effettivamente dimostrabile, altrimenti si rischiano conseguenze legali significative:

  • Onere della prova a carico del lavoratore: in caso di contestazione da parte del datore di lavoro, spetta al lavoratore dimostrare l’esistenza della giusta causa, secondo il principio generale stabilito dall’art. 2697 del Codice Civile
  • Rischio di azione legale per danni: se il giudice dovesse ritenere insussistente la giusta causa, il datore di lavoro potrebbe richiedere il risarcimento per mancato preavviso e per eventuali danni organizzativi derivanti dall’interruzione improvvisa del rapporto
  • Possibile perdita dei benefici economici: in caso di sentenza sfavorevole, il lavoratore potrebbe dover restituire l’indennità sostitutiva del preavviso e rischiare la revoca della NASpI già percepita.

Procedure specifiche e documentazione necessaria

Per licenziarsi per giusta causa in modo efficace e tutelato, è necessario seguire un processo ben strutturato.

Raccolta di prove e documentazione

Prima di procedere alle dimissioni, è fondamentale raccogliere documenti, testimonianze e prove che attestino la situazione di giusta causa. Questo può includere:

  • Buste paga mancanti o attestanti pagamenti parziali
  • Comunicazioni scritte (email, messaggi) che documentano comportamenti illeciti
  • Certificati medici che attestino problemi di salute correlati all’ambiente lavorativo
  • Testimonianze di colleghi (preferibilmente scritte, anche se in sede giudiziale saranno poi necessarie deposizioni formali)
  • Fotografie o registrazioni di condizioni di lavoro pericolose (nel rispetto della normativa sulla privacy)
  • Documentazione di eventuali denunce già presentate agli organi competenti (Ispettorato del Lavoro, ASL, ecc.)

Consultazione preventiva con esperti

Prima di procedere, è altamente consigliabile consultare un avvocato specializzato in diritto del lavoro o un consulente sindacale. Questi professionisti possono valutare la solidità del caso e suggerire la strategia migliore, evitando errori procedurali che potrebbero compromettere la tutela dei diritti.

Redazione della lettera di dimissioni

La lettera di dimissioni per giusta causa deve essere particolarmente accurata e contenere:

  • Dati identificativi del lavoratore e dell’azienda
  • Dichiarazione esplicita di dimissioni per giusta causa, con effetto immediato
  • Descrizione dettagliata, ma concisa, dei fatti che costituiscono la giusta causa
  • Riferimenti normativi e giurisprudenziali pertinenti
  • Richiesta esplicita dell’indennità sostitutiva del preavviso
  • Data e firma

Invio formale della comunicazione

La lettera deve essere inviata tramite raccomandata A/R o PEC per avere data certa e prova dell’invio. È consigliabile anche consegnarne una copia a mano, facendosi rilasciare una ricevuta firmata.

Procedura telematica obbligatoria

Come per tutte le dimissioni, anche quelle per giusta causa devono essere comunicate attraverso la procedura telematica sul portale ClicLavoro o tramite soggetti abilitati (patronati, sindacati, consulenti del lavoro). Nel modulo va specificato che si tratta di dimissioni per giusta causa.

Comunicazione all’INPS per la NASpI

Per ottenere l’indennità di disoccupazione, entro 68 giorni dalle dimissioni bisogna presentare domanda all’INPS, allegando documentazione che attesti la giusta causa. È consigliabile allegare anche una copia della lettera di dimissioni inviata al datore.

Valutazione di azioni legali ulteriori

Nei casi più gravi, oltre alle dimissioni, può essere opportuno valutare azioni legali per il risarcimento di danni ulteriori rispetto all’indennità sostitutiva del preavviso, specialmente per danni biologici, morali o alla professionalità.

Tempestività dell’azione

Le dimissioni per giusta causa devono essere rassegnate entro un periodo ragionevole dal verificarsi dell’evento che le motiva. La giurisprudenza considera generalmente un termine di pochi giorni o settimane, a seconda della gravità del fatto. Un ritardo eccessivo potrebbe essere interpretato come una tacita accettazione della situazione.

Come licenziarsi: aspetti economici

TFR e ultime spettanze

Quando ti licenzi, hai diritto a ricevere il Trattamento di Fine Rapporto (TFR) maturato, le mensilità residue, compresa la tredicesima e l’eventuale quattordicesima in proporzione, i giorni di ferie e permessi non goduti, ed eventuali premi o bonus maturati. Questi importi devono essere corrisposti nella busta paga finale o entro le tempistiche previste dal CCNL.

NASpI e sussidi di disoccupazione

Chi si licenzia volontariamente generalmente non ha diritto alla NASpI, tranne in caso di dimissioni per giusta causa, dimissioni durante il periodo di maternità (entro il primo anno di vita del bambino), o dimissioni convalidate presso l’Ispettorato del Lavoro.

Implicazioni fiscali

Le somme ricevute alla cessazione del rapporto possono avere trattamenti fiscali diversi. Il TFR gode di una tassazione separata agevolata, le altre indennità seguono la normale tassazione IRPEF, e alcune indennità specifiche possono beneficiare di agevolazioni fiscali.

Come fare per licenziarsi: consigli concreti per una transizione serena

Comunicare le dimissioni al datore di lavoro

Prima di avviare la procedura formale per licenziarsi, è consigliabile organizzare un colloquio privato con il tuo superiore, comunicare la decisione con professionalità e rispetto, evitare critiche o recriminazioni, e ringraziare per l’opportunità lavorativa.

Preparare il passaggio di consegne

Un elemento fondamentale di come licenziarsi correttamente è gestire il periodo di transizione. È importante preparare una documentazione dettagliata delle tue attività, formare i colleghi che prenderanno in carico il tuo lavoro, completare i progetti pendenti o prepararne il passaggio e restituire materiali, documenti e strumenti aziendali.

Mantenere relazioni professionali positive

Anche quando decidi di licenziarti, è importante mantenere un atteggiamento collaborativo fino all’ultimo giorno, offrire disponibilità per eventuali chiarimenti futuri, richiedere una lettera di referenze, e aggiornare i contatti professionali per il networking futuro.

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