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Lo stress da lavoro correlato è una condizione psicologica e fisica che si manifesta in risposta a pressioni eccessive sul lavoro, dove il lavoratore percepisce di non avere le risorse necessarie per affrontare le richieste dell’ambiente professionale. Negli ultimi anni, con l’aumento delle aspettative aziendali, la diffusione del lavoro digitale e le richieste di disponibilità continua, questo fenomeno è diventato sempre più diffuso.
Comprendere lo stress da lavoro correlato è essenziale per garantire il benessere dei dipendenti e migliorare la produttività aziendale. Affrontare lo stress sul lavoro non solo preserva la salute fisica e mentale dei lavoratori, ma riduce anche l’assenteismo, gli errori e i conflitti interni, contribuendo a creare un ambiente professionale più equilibrato e supportivo.
Stress da lavoro correlato: definizione
Lo stress da lavoro correlato è una forma di stress che nasce quando le pressioni o le richieste dell’ambiente lavorativo superano le risorse fisiche, psicologiche e sociali di un individuo. Questa condizione può derivare da fattori come un eccesso di compiti, scadenze troppo strette, mancanza di autonomia decisionale, o conflitti con i colleghi o i superiori. A differenza dello stress occasionale, che è una risposta temporanea a una situazione stressante, lo stress da lavoro correlato è spesso prolungato e continuo, con effetti che possono compromettere la qualità di vita del lavoratore sia sul piano professionale che personale.
Questa condizione è inclusa tra i rischi psicosociali sul lavoro, e l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) la riconosce come una delle principali sfide della salute sul lavoro del XXI secolo. Le conseguenze possono spaziare dall’ansia e dalla riduzione della produttività fino al peggioramento di condizioni di salute croniche come ipertensione, malattie cardiache e disturbi muscoloscheletrici. Proprio per l’impatto significativo che ha sul benessere fisico e mentale del lavoratore, è diventato fondamentale comprendere meglio le cause di questo fenomeno e applicare strategie di prevenzione e gestione.
Differenze tra stress normale e stress da lavoro prolungato
È importante distinguere tra lo stress normale e lo stress da lavoro prolungato. Lo stress normale è una risposta fisiologica che il corpo attiva di fronte a una sfida o una minaccia: è temporaneo e di solito scompare una volta che la situazione si è risolta. Ad esempio, può derivare da una scadenza imminente o da una riunione importante e si manifesta come un aumento della vigilanza e dell’energia. Questo tipo di stress, se gestito adeguatamente, può persino migliorare le performance, aumentando l’attenzione e la concentrazione.
Lo stress da lavoro prolungato, invece, è una condizione cronica che si sviluppa quando i fattori di stress diventano continui e ripetuti nel tempo. In questo caso, il corpo non ha il tempo di recuperare, e i livelli di cortisolo, l’ormone dello stress, rimangono elevati per periodi prolungati. I sintomi diventano più intensi e persistenti, passando da occasionali tensioni e preoccupazioni a manifestazioni fisiche e psicologiche significative, come insonnia, affaticamento cronico, irritabilità, problemi di concentrazione e, nei casi più gravi, il cosiddetto burnout. Il burnout, o esaurimento da lavoro, è una conseguenza estrema dello stress da lavoro prolungato ed è caratterizzato da un forte senso di esaurimento, cinismo e riduzione dell’efficacia personale.
La distinzione tra stress acuto e stress cronico da lavoro è essenziale, poiché determina non solo i sintomi che il lavoratore può manifestare, ma anche le strategie di gestione e intervento. Se lo stress normale richiede semplici pause o un supporto momentaneo, lo stress da lavoro prolungato necessita di interventi strutturati e di un cambiamento nelle condizioni di lavoro per evitare gravi danni alla salute del dipendente.
Stress da lavoro correlato: sintomi
Riconoscere i sintomi dello stress da lavoro correlato è essenziale per affrontarlo e intervenire prima che diventi una condizione cronica. I sintomi si possono suddividere in tre categorie principali: fisici, psicologici e comportamentali.
Sintomi fisici
I sintomi fisici dello stress da lavoro correlato sono i segnali che il corpo invia per segnalare la presenza di tensioni eccessive. Tra i sintomi più comuni troviamo:
- Tensioni muscolari: la tensione si concentra spesso in aree come collo, spalle e schiena, e può causare dolori e rigidità. Questi dolori sono una reazione del corpo al continuo stato di allerta, che contrae i muscoli anche quando non c’è una vera e propria necessità di farlo
- Mal di testa: il mal di testa da tensione è frequente in chi soffre di stress cronico, spesso accompagnato da una sensazione di pesantezza nella zona frontale o laterale della testa. In alcuni casi può sfociare in emicranie, che possono peggiorare se non trattate e ridurre ulteriormente la capacità di concentrazione
- Affaticamento cronico: a lungo termine, lo stress porta a un esaurimento delle energie fisiche, rendendo difficile affrontare anche le attività quotidiane. Il corpo spende molte risorse per sostenere lo stress, riducendo la capacità di recupero e abbassando la resistenza fisica complessiva.
Sintomi psicologici
Lo stress da lavoro correlato non impatta solo il corpo, ma ha anche effetti profondi sulla salute mentale e psicologica del lavoratore. Tra i sintomi psicologici principali troviamo:
- Ansia: lo stato di allerta costante può portare a una condizione di ansia persistente, con pensieri ricorrenti legati al lavoro, alle scadenze e alle responsabilità. Questa ansia può peggiorare con il tempo, influendo sul sonno e aumentando l’irritabilità
- Irritabilità: quando una persona è sotto stress per lunghi periodi, la sua soglia di tolleranza diminuisce. Anche le situazioni minime, come piccoli imprevisti o richieste, possono provocare irritazione o frustrazione, portando a reazioni sproporzionate
- Difficoltà di concentrazione: la mente è sovraccaricata e il lavoratore può fare fatica a concentrarsi sulle attività. Ciò porta a una sensazione di inefficacia, che spesso peggiora lo stress e l’ansia, creando un ciclo difficile da interrompere.
Segnali comportamentali
I sintomi comportamentali dello stress da lavoro correlato sono visibili nei cambiamenti nei comportamenti e nelle abitudini quotidiane del lavoratore. Tra i segnali comportamentali più comuni troviamo:
- Assenteismo: uno dei segnali più visibili è l’aumento delle assenze, con il lavoratore che cerca di evitare il contesto lavorativo. Le assenze frequenti possono essere il tentativo di evitare una situazione stressante, anche a scapito della produttività e delle relazioni professionali
- Isolamento: le persone stressate tendono a isolarsi dai colleghi e a evitare momenti di interazione. Questo comportamento è spesso motivato dalla sensazione di sovraccarico, ma può anche derivare dalla percezione di non avere il supporto necessario
- Errori frequenti e calo di produttività: la ridotta concentrazione e l’ansia possono portare a errori, ritardi e dimenticanze. Questo effetto è particolarmente visibile nei ruoli in cui la precisione è fondamentale, come quelli che richiedono controllo dei dettagli, programmazione o risoluzione di problemi.
Questi sintomi, se non affrontati, possono peggiorare e trasformarsi in un grave stato di burnout, con conseguenze profonde sulla salute e sul benessere del lavoratore. Riconoscerli tempestivamente permette di prendere misure adeguate e ridurre gli effetti a lungo termine dello stress da lavoro correlato.
Come riconoscere lo stress da lavoro correlato
Riconoscere lo stress da lavoro correlato è fondamentale per intervenire tempestivamente e prevenire che si trasformi in un problema più grave, come il burnout. Identificare questo tipo di stress richiede consapevolezza dei sintomi fisici, psicologici e comportamentali, oltre a un’attenta osservazione delle condizioni lavorative.
1) Autovalutazione e ascolto dei sintomi
La capacità di autovalutazione è la prima difesa contro lo stress da lavoro correlato. Prestare attenzione ai propri sintomi e riflettere sulle proprie sensazioni è un passo cruciale. Se si notano segni persistenti come stanchezza cronica, difficoltà a dormire, mal di testa frequenti, tensioni muscolari o sintomi psicologici come ansia e irritabilità, è possibile che si stia vivendo una situazione di stress eccessivo. Questo processo di autovalutazione richiede una comprensione del proprio stato mentale e fisico e una consapevolezza dei limiti personali. È utile fare una pausa durante la giornata per analizzare come ci si sente, valutando se i sintomi si manifestano in modo continuativo e se sono legati a specifici momenti o attività lavorative.
2) Monitoraggio delle condizioni di lavoro
Oltre all’ascolto personale, è importante osservare le condizioni di lavoro in cui si opera. Aspetti come carichi di lavoro eccessivi, ritmi frenetici, scadenze sempre più strette e mancanza di supporto possono causare o aggravare il livello di stress. Monitorare costantemente l’ambiente lavorativo permette di valutare se questi fattori contribuiscono allo stress eccessivo. Ad esempio, se ci si accorge di avere poco tempo per completare ogni attività o di ricevere richieste supplementari senza il supporto necessario, è un segnale che le condizioni di lavoro potrebbero essere inadeguate. In situazioni come queste, è utile riflettere sulla propria capacità di svolgere compiti in modo sereno e di avere un equilibrio tra carico di lavoro e risorse a disposizione.
3) Ruolo di colleghi e datori di lavoro nella segnalazione
Anche colleghi e superiori possono aiutare a riconoscere lo stress da lavoro correlato. Un buon ambiente lavorativo incoraggia la comunicazione aperta e la collaborazione, e può offrire spunti utili per identificare i segnali di stress negli altri. I colleghi che notano cambiamenti comportamentali nei membri del team, come irritabilità, isolamento o una riduzione del coinvolgimento, possono intervenire chiedendo come sta la persona o condividendo la propria esperienza. I datori di lavoro e i manager, d’altra parte, hanno un ruolo chiave nell’osservare i dipendenti e nel promuovere un clima di fiducia, in cui i dipendenti si sentano liberi di esprimere le proprie difficoltà. Implementare canali di feedback regolari e incontri dedicati alla gestione dello stress aiuta a mantenere sotto controllo il benessere dei dipendenti, offrendo supporto e risorse adeguate per affrontare situazioni stressanti.
Come gestire lo stress da lavoro correlato
La gestione dello stress da lavoro correlato è fondamentale per prevenire effetti negativi sulla salute e mantenere un equilibrio nella vita lavorativa. Ci sono diverse strategie personali e aziendali che possono supportare il lavoratore a lungo termine.
Strategie personali: tecniche di rilassamento, gestione del tempo, pausa
- Tecniche di rilassamento: pratiche come la respirazione profonda, la meditazione e il rilassamento muscolare progressivo sono strumenti efficaci per ridurre lo stress. Queste tecniche possono essere incorporate nella routine quotidiana con sessioni di pochi minuti, favorendo uno stato di calma che riduce la tensione accumulata
- Gestione del tempo: una delle principali cause di stress è la sensazione di non avere abbastanza tempo per completare tutte le attività. Utilizzare tecniche di gestione del tempo, come il metodo Pomodoro o l’impostazione di priorità secondo la matrice di Eisenhower, aiuta a focalizzarsi sui compiti più urgenti e importanti, permettendo una distribuzione delle attività che evita il sovraccarico
- Pause frequenti: fare pause regolari durante la giornata, anche solo di cinque-dieci minuti, permette al cervello di ricaricarsi. Prendersi una pausa lontano dalla postazione di lavoro aiuta a rilassarsi e a prevenire il senso di affaticamento mentale. Pause come una breve passeggiata o una pausa caffè possono migliorare la produttività e ridurre lo stress.
Supporto aziendale: programmi di assistenza, formazione sulla gestione dello stress
- Programmi di assistenza per i dipendenti (Employee Assistance Programs – EAP): molte aziende offrono programmi di supporto che includono consulenze psicologiche, coaching e formazione. Questi programmi sono studiati per aiutare i dipendenti a gestire le pressioni lavorative e fornire strumenti utili a migliorare il benessere
- Formazione sulla gestione dello stress: le sessioni di formazione e i workshop aiutano i dipendenti a sviluppare competenze per affrontare le sfide quotidiane. Gli argomenti possono includere la gestione del tempo, l’organizzazione delle attività, le tecniche di comunicazione assertiva e l’auto-gestione emotiva
- Cultura aziendale orientata al benessere: un ambiente di lavoro che promuove il benessere mentale e fisico dei dipendenti è cruciale. Le aziende possono adottare politiche che incentivano la flessibilità, incoraggiano il bilanciamento tra lavoro e vita privata, e offrono spazi dedicati al relax in ufficio. Ad esempio, implementare un sistema di orari flessibili o concedere giornate di remote working può ridurre il rischio di stress cronico.
Quando rivolgersi a un professionista
In alcuni casi, lo stress da lavoro correlato può diventare troppo intenso per essere gestito autonomamente. Rivolgersi ad uno specialista o a un counselor professionale è una scelta utile per chi sente di non riuscire a migliorare la propria condizione nonostante l’adozione di strategie personali o il supporto aziendale. I professionisti della salute mentale possono aiutare a sviluppare strumenti personalizzati per gestire lo stress, affrontare situazioni difficili sul lavoro e migliorare la resilienza personale. Nei casi più seri, come quelli di burnout o ansia cronica, una terapia specifica o un percorso di coaching professionale rappresentano soluzioni efficaci per ripristinare il benessere e garantire una ripresa stabile.
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