tutela della privacy in azienda

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La tutela della privacy in azienda si riferisce a un insieme di pratiche, procedure e normative che le imprese devono adottare per proteggere i dati personali e sensibili di dipendenti, clienti, fornitori e partner commerciali. In un contesto sempre più digitale, le aziende raccolgono e gestiscono una grande quantità di informazioni personali: dai dati anagrafici alle informazioni finanziarie, dalle preferenze di consumo ai dati relativi alla salute dei dipendenti.

Questi dati sono soggetti a normative rigorose che ne disciplinano il trattamento, l’archiviazione e la condivisione, al fine di evitare accessi non autorizzati e potenziali violazioni. La privacy aziendale non riguarda solo la protezione dei dati all’interno dei sistemi informatici, ma anche come questi dati vengono gestiti nel loro ciclo di vita, dalla raccolta alla distruzione.

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Importanza della tutela dei dati per le imprese

La protezione dei dati personali è cruciale per il successo e la reputazione di qualsiasi azienda. Ecco perché:

  • Conformità normativa: le aziende devono rispettare il GDPR e altre normative internazionali, evitando così sanzioni pesanti che possono variare da milioni di euro a percentuali rilevanti del fatturato globale dell’azienda
  • Fiducia dei clienti e dei dipendenti: la tutela della privacy crea un rapporto di fiducia con i clienti e i dipendenti. Persone e aziende sono sempre più consapevoli dell’importanza dei loro dati e scelgono di fare affari con aziende che dimostrano di prendere sul serio la protezione della privacy
  • Prevenzione di violazioni e danni reputazionali: una violazione dei dati può comportare danni irreparabili alla reputazione di un’azienda. Le aziende che non proteggono adeguatamente i dati rischiano di perdere la fiducia del pubblico, vedere diminuire i profitti e dover fronteggiare costose cause legali
  • Competitività sul mercato: in un’epoca in cui la sicurezza dei dati è diventata una priorità, le aziende che mostrano un forte impegno nella protezione della privacy possono differenziarsi dalla concorrenza. Adottare politiche e pratiche all’avanguardia per la tutela dei dati può diventare un vantaggio competitivo.

La tutela della privacy in azienda non è solo una questione legale, ma un elemento strategico per il successo e la sostenibilità a lungo termine. Le aziende devono mettere in atto pratiche efficaci per proteggere i dati personali e adeguarsi alle normative in continua evoluzione come il GDPR. Approfondiamo nei prossimi paragrafi tutto quello che c’è da sapere sulla tematica, focalizzandoci sui principi fondamentali che il GDPR stabilisce per le imprese, sugli obblighi GDPR per le imprese, le best pratices per la protezione dei dati in azienda e le sanzioni a cui le imprese possono andare incontro per la mancata conformità al GDPR.

Il GDPR e le aziende: principi fondamentali

Il GDPR (Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati) rappresenta una delle normative più rigorose a livello mondiale in materia di protezione dei dati personali. Per le aziende, questo regolamento introduce regole precise per il trattamento dei dati personali dei cittadini dell’Unione Europea, con lo scopo di tutelare la loro privacy e dare loro maggiore controllo sulle informazioni personali.

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Il GDPR si applica a qualsiasi azienda che gestisca dati di cittadini europei, indipendentemente dalla sua sede. Tra le principali previsioni per le imprese troviamo:

  • Consenso esplicito: le aziende devono ottenere un consenso informato, esplicito e documentato per raccogliere e trattare dati personali
  • Trasparenza: le imprese sono obbligate a informare chiaramente gli individui su come i loro dati vengono raccolti, utilizzati e conservati
  • Diritti degli interessati: i cittadini europei possono esercitare una serie di diritti, come il diritto di accesso ai dati, la rettifica, la cancellazione (diritto all’oblio) e la portabilità
  • Sanzioni severe: le aziende che non rispettano il GDPR possono incorrere in sanzioni che possono arrivare fino al 4% del fatturato globale o 20 milioni di euro.

I principi chiave del GDPR

Il GDPR si basa su sette principi fondamentali che guidano tutte le attività di trattamento dei dati personali. Questi principi forniscono alle aziende una base solida per conformarsi alle normative e proteggere efficacemente i dati.

1) Liceità, correttezza e trasparenza

Liceità: il trattamento dei dati personali deve avere una base giuridica valida (es. consenso, obblighi contrattuali o legali).
Correttezza: le aziende devono trattare i dati in modo equo, evitando pratiche ingannevoli o dannose per gli individui.
Trasparenza: i soggetti devono essere chiaramente informati su come e perché i loro dati vengono trattati, chi ne è responsabile e per quanto tempo saranno conservati.

  • Esempio: un’azienda che raccoglie dati dei propri clienti per inviare newsletter deve informare chiaramente l’utente del motivo della raccolta, fornire l’opzione di revocare il consenso in qualsiasi momento e garantire che i dati non saranno utilizzati per scopi diversi senza ulteriore autorizzazione.

2) Limitazione delle finalità

I dati personali devono essere raccolti solo per scopi specifici, espliciti e legittimi e non possono essere successivamente trattati in modo incompatibile con tali finalità. Questo principio impedisce alle aziende di utilizzare i dati raccolti per un motivo per scopi non previsti o nascosti.

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  • Esempio: se un’azienda raccoglie dati per gestire ordini online, non può utilizzare quegli stessi dati per inviare offerte promozionali senza aver ottenuto il consenso per questa finalità specifica.

3) Minimizzazione dei dati

Le aziende devono raccogliere solo i dati strettamente necessari per il raggiungimento delle finalità per cui sono trattati. Questo significa che non devono essere raccolti più dati di quelli effettivamente richiesti per il servizio o il prodotto offerto.

  • Esempio: se un’azienda vende un software online, è sufficiente chiedere il nome e l’indirizzo email del cliente, non il suo indirizzo fisico o altre informazioni personali non necessarie.

4) Esattezza dei dati

I dati personali trattati devono essere accurati e, quando necessario, aggiornati. Le aziende sono obbligate a prendere tutte le misure ragionevoli per garantire che i dati inesatti vengano rettificati o cancellati senza ritardo.

  • Esempio: un’azienda che gestisce un database di clienti deve garantire che le informazioni siano corrette e aggiornate, offrendo ai clienti la possibilità di correggere eventuali errori.

5) Limitazione della conservazione

I dati personali devono essere conservati per un periodo di tempo limitato e solo per il tempo necessario al raggiungimento degli scopi per i quali sono stati raccolti. Una volta esaurita la finalità, i dati devono essere cancellati o anonimizzati.

  • Esempio: se un’azienda ha raccolto dati per una campagna di marketing, una volta terminata la campagna, deve eliminare i dati o chiedere un nuovo consenso se intende utilizzarli per altre finalità.

6) Integrità e riservatezza

Le aziende devono garantire la sicurezza dei dati personali, adottando misure tecniche e organizzative adeguate per proteggerli da accessi non autorizzati, perdite accidentali o distruzioni illecite.

  • Esempio: una banca che gestisce dati finanziari dei clienti deve garantire che questi dati siano crittografati, che l’accesso sia limitato al personale autorizzato e che vengano adottati strumenti per prevenire attacchi informatici.

7) Responsabilità del titolare del trattamento (Accountability)

Il GDPR impone alle aziende di dimostrare di essere conformi alla normativa. Questo principio di responsabilità richiede che le imprese mantengano una documentazione adeguata, adottino politiche di protezione dei dati e dimostrino che queste sono effettivamente implementate.

  • Esempio: un’azienda deve tenere registri delle attività di trattamento dei dati e, in caso di audit o ispezioni da parte delle autorità di controllo, deve essere in grado di fornire prove della conformità al GDPR.

Tutela della privacy: obblighi GDPR per le imprese

Il GDPR assegna ruoli specifici all’interno delle aziende riguardo la gestione e la protezione dei dati personali, distinguendo tra il titolare del trattamento e il responsabile del trattamento. Entrambi hanno una serie di obblighi che devono essere rispettati per garantire la conformità alla normativa.

  • Titolare del trattamento: è l’entità (azienda o individuo) che determina le finalità e i mezzi del trattamento dei dati personali. Il titolare deve assicurarsi che il trattamento dei dati sia conforme al GDPR e che i dati vengano raccolti e gestiti in modo lecito e trasparente
  • Responsabile del trattamento: è l’entità che tratta i dati personali per conto del titolare. Il responsabile ha l’obbligo di seguire le istruzioni del titolare e di adottare le misure adeguate per proteggere i dati trattati.

Gli obblighi per entrambe le figure includono:

  • Garantire la sicurezza dei dati attraverso misure tecniche e organizzative appropriate
  • Garantire il rispetto dei diritti degli interessati
  • Notificare eventuali violazioni dei dati personali alle autorità competenti entro 72 ore
  • Mantenere registri delle attività di trattamento (per le aziende di una certa dimensione o per trattamenti su larga scala).

Documentazione e registro delle attività di trattamento

Il registro delle attività di trattamento è uno strumento fondamentale per dimostrare la conformità al GDPR. Tutte le aziende che trattano dati personali devono tenere traccia delle operazioni di trattamento e conservarne una documentazione adeguata. Il registro deve includere:

  • Il nome e i dati di contatto del titolare del trattamento e, se applicabile, del responsabile e del DPO
  • Le finalità del trattamento
  • La descrizione delle categorie di interessati e dei dati personali trattati
  • Le categorie di destinatari a cui i dati personali sono stati o saranno comunicati
  • I termini di conservazione dei dati
  • Le misure di sicurezza tecniche e organizzative adottate per proteggere i dati

Tenere un registro delle attività di trattamento non è solo un obbligo, ma anche una buona pratica per avere un controllo chiaro sui dati trattati e per gestire eventuali richieste degli interessati o ispezioni da parte delle autorità di controllo.

Valutazione d’impatto sulla protezione dei dati (DPIA)

Una Valutazione d’impatto sulla protezione dei dati è richiesta quando un trattamento dei dati personali potrebbe comportare un rischio elevato per i diritti e le libertà degli interessati. La DPIA aiuta le aziende a identificare e minimizzare questi rischi attraverso un’analisi approfondita del trattamento pianificato.

Ecco i casi in cui una DPIA è obbligatoria:

  • Quando si trattano dati sensibili su larga scala (es. dati sanitari, biometrici)
  • Quando si effettuano attività di monitoraggio sistematico (es. sorveglianza di aree pubbliche)
  • Quando il trattamento comporta un’innovazione tecnologica che potrebbe influire sulla privacy degli utenti (es. utilizzo di algoritmi di intelligenza artificiale)

La DPIA deve includere:

  • Una descrizione delle attività di trattamento
  • La valutazione della necessità e proporzionalità del trattamento in relazione alle finalità
  • L’analisi dei rischi per i diritti e le libertà degli interessati
  • Le misure previste per affrontare tali rischi

La nomina del DPO (Data Protection Officer)

Il Data Protection Officer è una figura prevista dal GDPR che deve essere nominata da aziende o organizzazioni che:

  • Trattano dati personali su larga scala
  • Gestiscono dati sensibili (es. dati sanitari o dati che rivelano l’origine etnica)
  • Operano in settori pubblici.

Il DPO ha il compito di:

  • Monitorare la conformità al GDPR all’interno dell’organizzazione
  • Formare e sensibilizzare il personale sul trattamento dei dati
  • Funzionare come punto di contatto tra l’azienda e l’autorità di controllo
  • Effettuare audit interni per valutare e migliorare la protezione dei dati

Il DPO deve avere un’ampia conoscenza della normativa GDPR e non può essere soggetto a conflitti di interesse.

Gestione delle richieste degli interessati

Il GDPR riconosce ai cittadini una serie di diritti sui loro dati personali. Le aziende hanno l’obbligo di rispondere a tali richieste in modo tempestivo (entro un mese) e gratuito, garantendo che gli interessati possano esercitare i loro diritti con facilità. Di seguito, i principali diritti riconosciuti dal GDPR e come le imprese devono gestirli.

1) Accesso ai dati

Gli individui hanno il diritto di sapere se i loro dati personali sono trattati e, in caso affermativo, di accedere a tali dati. Le aziende devono fornire una copia dei dati personali su richiesta, insieme a informazioni sull’origine dei dati, le finalità del trattamento e le categorie di destinatari.

2) Correzione o cancellazione

Le persone possono chiedere la correzione di dati inesatti o incompleti e, in determinati casi, la cancellazione dei propri dati personali (diritto all’oblio). Le aziende devono aggiornare o cancellare i dati senza ritardo, a meno che esistano motivi legittimi per continuare a trattarli (es. obblighi legali).

3) Portabilità dei dati

Il diritto alla portabilità consente agli interessati di ricevere i propri dati personali in un formato strutturato, di uso comune e leggibile da una macchina, e di trasmetterli a un altro titolare del trattamento. Le aziende devono facilitare il trasferimento dei dati, garantendo che avvenga in modo sicuro e senza ostacoli.

4) Opposizione al trattamento

Gli individui hanno il diritto di opporre il trattamento dei loro dati personali per determinate finalità, come il marketing diretto o il trattamento basato su interessi legittimi. Le aziende devono interrompere il trattamento dei dati in seguito all’opposizione, a meno che non possano dimostrare motivi legittimi prevalenti per continuare il trattamento.

Tutela della privacy sul lavoro: cosa dice la legge in Italia

La privacy dei dipendenti è un tema delicato e regolamentato sia dal GDPR che dalle leggi nazionali sul lavoro. Il trattamento dei dati personali dei lavoratori deve avvenire nel rispetto della loro dignità e dei loro diritti fondamentali, con particolare attenzione alla riservatezza delle informazioni raccolte e alla loro protezione contro accessi non autorizzati. I dati personali trattati dall’azienda devono essere adeguati, pertinenti e limitati a ciò che è necessario per le finalità per cui sono raccolti, come previsto dal principio di minimizzazione del GDPR.

Dati sensibili sul lavoro:

  • Le aziende possono trattare dati personali dei dipendenti, come quelli relativi alla loro situazione lavorativa (es. informazioni contrattuali, buste paga), ma anche dati più delicati come informazioni sanitarie (malattia, infortuni, handicap), solo per motivi specifici e legittimi, come richiesto dalle leggi del lavoro o dalla gestione delle risorse umane
  • Il trattamento di dati personali deve avvenire nel rispetto della liceità, ossia deve esserci una base giuridica che autorizza il datore di lavoro a trattare tali dati (consenso, obbligo legale o contrattuale, interesse legittimo, ecc.).

Limiti di controllo e sorveglianza aziendale

Un tema centrale nella tutela della privacy dei dipendenti è il bilanciamento tra il diritto alla riservatezza e le esigenze di controllo da parte del datore di lavoro. Mentre le aziende possono adottare strumenti di controllo per tutelare la sicurezza o verificare la produttività, esistono limiti chiari previsti dalle normative.

Strumenti di controllo ammissibili:

  • Videosorveglianza: la sorveglianza sul luogo di lavoro è consentita, ma deve essere giustificata da esigenze specifiche come la sicurezza dei locali o la prevenzione di comportamenti illeciti. Le telecamere non possono essere installate in aree riservate come spogliatoi o bagni, e i lavoratori devono essere adeguatamente informati
  • Controllo delle comunicazioni elettroniche: l’uso delle email aziendali, degli strumenti informatici e delle connessioni a internet può essere monitorato, ma solo con una finalità legittima (es. prevenzione di uso improprio o protezione dei dati aziendali). Anche in questo caso, i dipendenti devono essere informati delle politiche di monitoraggio.

Limiti al controllo:

  • Qualsiasi forma di sorveglianza deve rispettare il principio di proporzionalità: i mezzi utilizzati devono essere proporzionati alle finalità perseguite e non devono violare eccessivamente la privacy dei dipendenti
  • Le informazioni raccolte tramite sistemi di controllo non possono essere utilizzate per finalità diverse da quelle dichiarate
  • In Italia, per esempio, la normativa prevede che l’installazione di strumenti di controllo debba avvenire previo accordo con le rappresentanze sindacali o con l’autorizzazione dell’Ispettorato del Lavoro.

Trattamento dei dati durante la gestione dei contratti di lavoro

Nel corso della relazione lavorativa, le aziende devono trattare diversi dati personali dei dipendenti, come le informazioni per l’elaborazione delle paghe, la gestione delle assenze, le valutazioni delle performance e l’assegnazione dei benefit aziendali. Questi dati devono essere gestiti in conformità con i principi del GDPR, inclusi quelli di liceità, minimizzazione e trasparenza.

Finalità del trattamento:

  • Gestione contrattuale: i dati personali raccolti sono necessari per adempiere agli obblighi contrattuali e legali, come la gestione delle buste paga, le dichiarazioni fiscali, e la gestione dei contributi previdenziali
  • Obblighi legali: le aziende devono raccogliere e trattare dati per adempiere agli obblighi previsti dalla normativa sul lavoro, come le norme sulla sicurezza, la tutela della salute dei lavoratori e le norme previdenziali e fiscali.

Trattamento dei dati sensibili:

  • Dati sanitari: i dati relativi alla salute dei dipendenti possono essere trattati solo per specifiche finalità, come la gestione di congedi per malattia o infortuni, e solo da personale autorizzato
  • Dati relativi a opinioni politiche o sindacali: questi dati possono essere trattati solo se strettamente necessari e con il consenso esplicito del dipendente.

Policy interne per la tutela della privacy dei dipendenti

Per garantire la conformità al GDPR e promuovere un ambiente di lavoro rispettoso della privacy, le aziende devono implementare policy interne efficaci che regolino il trattamento dei dati personali dei dipendenti. Queste policy devono essere chiare, accessibili e facilmente comprensibili per tutti i lavoratori. Devono inoltre garantire che il trattamento dei dati avvenga nel rispetto della legge e delle migliori pratiche.

Elementi chiave delle policy interne:

  • Trasparenza: le policy devono spiegare chiaramente quali dati vengono raccolti, per quali finalità, chi può accedervi e per quanto tempo vengono conservati
  • Consenso informato: quando necessario, le aziende devono ottenere il consenso esplicito dei dipendenti per trattare dati non strettamente necessari all’esecuzione del contratto di lavoro (es. per scopi promozionali interni o pubblicazioni aziendali
  • Sicurezza dei dati: le aziende devono adottare misure di sicurezza adeguate, come la crittografia dei dati sensibili, l’uso di password sicure e il controllo degli accessi ai database contenenti informazioni personali
  • Gestione delle richieste dei dipendenti: i dipendenti devono avere il diritto di accedere ai propri dati personali, chiedere la rettifica o la cancellazione dei dati, e opporsi al trattamento se non conforme alla normativa
  • Formazione del personale: è importante che le aziende formino i propri dipendenti su come proteggere i dati personali e su quali siano i loro diritti in materia di privacy. Questo include sia la formazione su come gestire i dati dei clienti, sia su come trattare i dati dei colleghi
  • Procedure di gestione delle violazioni: le policy interne devono includere procedure dettagliate su come gestire eventuali violazioni dei dati personali, compresa la notifica tempestiva agli interessati e alle autorità competenti.

Best practices per la protezione dei dati in azienda

Una delle prime e più importanti azioni che un’azienda deve intraprendere per proteggere i dati personali è creare e implementare politiche di privacy interne ben definite. Queste politiche devono essere chiare, trasparenti e conformi al GDPR e alle normative locali in materia di protezione dei dati. Le politiche di privacy devono coprire tutte le fasi del trattamento dei dati, dalla raccolta alla conservazione, fino alla cancellazione o distruzione.

Caratteristiche di una politica di privacy efficace:

  • Completezza: la politica deve descrivere in modo dettagliato quali dati personali vengono raccolti, per quali finalità e come vengono trattati. Deve anche fornire informazioni sui diritti degli interessati (come il diritto di accesso, rettifica e cancellazione)
  • Accessibilità: deve essere facilmente accessibile a tutti i dipendenti e clienti dell’azienda. Questo può includere la pubblicazione della politica sul sito web aziendale e la sua distribuzione all’interno dell’organizzazione
  • Aggiornamenti regolari: la politica di privacy deve essere regolarmente aggiornata per riflettere eventuali cambiamenti nelle leggi o nelle pratiche aziendali di trattamento dei dati
  • Ruoli e responsabilità: deve chiarire chi, all’interno dell’organizzazione, è responsabile del trattamento e della protezione dei dati personali, nonché delineare le procedure da seguire in caso di violazioni.

Esempio: un’azienda che raccoglie dati dei propri clienti per finalità di marketing diretto dovrebbe specificare nella sua politica quali dati vengono raccolti (es. nome, email, preferenze di acquisto), per quali scopi, per quanto tempo verranno conservati e come i clienti possono richiedere la cancellazione dei loro dati.

Misure tecniche per proteggere i dati aziendali (criptografia, backup, controllo accessi)

Oltre alle politiche di privacy, le aziende devono adottare misure tecniche adeguate per proteggere i dati personali e prevenire accessi non autorizzati, perdita di dati o violazioni.

  • Criptografia: la criptografia è una delle misure più efficaci per proteggere i dati. Consiste nel convertire i dati in un formato indecifrabile per chiunque non abbia la chiave di decrittazione. Questo metodo è particolarmente utile per proteggere dati sensibili, sia in transito (es. invio di email o trasferimento di file) che a riposo (es. dati conservati su server o dispositivi di archiviazione).

Esempio: una banca può utilizzare la criptografia per proteggere i dati finanziari dei suoi clienti quando vengono trasferiti attraverso la rete.

  • Backup: eseguire regolarmente il backup dei dati aziendali è cruciale per evitare la perdita di informazioni importanti in caso di guasti hardware, attacchi informatici o errori umani. I backup devono essere conservati in modo sicuro, idealmente su server remoti o su cloud con accesso limitato.

Esempio: un’azienda può programmare backup giornalieri dei dati e conservarli su server protetti da firewall e accesso criptato.

  • Controllo degli accessi: è fondamentale limitare l’accesso ai dati personali solo a chi ne ha effettivamente bisogno per svolgere il proprio lavoro. Questo può essere realizzato tramite sistemi di autenticazione forte (es. autenticazione a due fattori) e la segmentazione degli utenti in base ai loro ruoli.

Esempio: in un’azienda di e-commerce, solo il personale responsabile della gestione degli ordini dovrebbe avere accesso alle informazioni personali dei clienti, mentre gli altri dipendenti devono essere esclusi da tali dati.

Formazione e sensibilizzazione dei dipendenti

I dipendenti rappresentano uno dei fattori di rischio più elevati per la sicurezza dei dati aziendali, poiché un errore umano può facilmente causare una violazione dei dati. Pertanto, la formazione e la sensibilizzazione dei dipendenti sono essenziali per creare una cultura della protezione dei dati all’interno dell’organizzazione.

Elementi chiave della formazione:

  • Conoscenza del GDPR e delle normative: i dipendenti devono essere istruiti su quali sono le loro responsabilità nel trattamento dei dati personali e sulle normative applicabili, come il GDPR
  • Buone pratiche di gestione dei dati: la formazione deve includere pratiche concrete, come l’uso di password sicure, la gestione delle email in modo sicuro, il riconoscimento di attacchi di phishing e l’adozione di misure preventive contro minacce informatiche
  • Riservatezza dei dati: è importante sensibilizzare il personale sul principio della minimizzazione dei dati, cioè raccogliere solo i dati necessari, e mantenere la riservatezza delle informazioni sensibili.

Esempio: un’azienda che gestisce dati sanitari potrebbe implementare un programma di formazione continuo per il personale medico e amministrativo, insegnando loro a riconoscere e gestire correttamente i dati sensibili dei pazienti.

Gestione delle violazioni dei dati: cosa fare in caso di data breach

Nonostante tutte le misure preventive, le violazioni dei dati (data breach) possono comunque verificarsi. È quindi essenziale che le aziende abbiano in atto procedure chiare per gestire tali incidenti, limitare i danni e ripristinare la sicurezza il più rapidamente possibile.

Fasi di gestione di una violazione dei dati:

  • Rilevamento e contenimento: il primo passo è rilevare la violazione e contenerla. Questo può includere l’isolamento dei sistemi compromessi, la sospensione di alcuni accessi o la disconnessione delle reti coinvolte.

Esempio: se un hacker compromette un sistema di e-commerce, l’azienda deve immediatamente bloccare l’accesso e notificare il team IT per limitare i danni.

  • Valutazione del rischio: dopo aver contenuto la violazione, è necessario valutare l’entità del danno, identificare i dati compromessi e determinare se esistono rischi elevati per i diritti e le libertà degli individui coinvolti.

Esempio: se sono stati compromessi dati di clienti come numeri di carte di credito, la valutazione del rischio deve stabilire l’entità del danno e il potenziale pericolo di frodi o furti di identità.

  • Notifica all’autorità di controllo e agli interessati: secondo il GDPR, le aziende devono notificare l’evento alle autorità di controllo competenti entro 72 ore dal momento in cui sono venute a conoscenza della violazione, a meno che questa non comporti rischi per i diritti e le libertà degli interessati. Se il rischio è elevato, è necessario informare direttamente anche i soggetti interessati.

Esempio: un’azienda di servizi cloud che subisce una violazione dei dati deve notificare l’autorità nazionale per la protezione dei dati e informare tutti i clienti i cui dati personali sono stati compromessi.

  • Correzione e prevenzione: dopo aver gestito l’incidente, l’azienda deve adottare misure correttive per prevenire future violazioni. Ciò può includere l’aggiornamento dei sistemi di sicurezza, la revisione delle policy interne o la formazione aggiuntiva del personale.

Esempio: dopo una violazione, un’azienda può implementare sistemi di crittografia più avanzati e introdurre un nuovo programma di formazione sulla sicurezza per tutti i dipendenti.

Sanzioni per la mancata conformità al GDPR

La mancata conformità al GDPR può comportare gravi conseguenze per le aziende, sia dal punto di vista economico che reputazionale. Il GDPR prevede sanzioni amministrative molto severe per chi non rispetta i principi di protezione dei dati personali, con l’obiettivo di incentivare le aziende a prendere sul serio la gestione dei dati personali e garantire la tutela dei diritti dei cittadini.

Le sanzioni sono divise in due categorie principali:

1) Sanzioni di primo livello

Possono arrivare fino a 10 milioni di euro o al 2% del fatturato annuo globale dell’azienda, a seconda di quale delle due cifre sia maggiore. Queste sanzioni si applicano a violazioni minori come:

  • Mancata tenuta del registro delle attività di trattamento
  • Errori nella nomina del DPO
  • Violazioni delle misure di sicurezza minime

2) Sanzioni di secondo livello

Possono arrivare fino a 20 milioni di euro o al 4% del fatturato annuo globale dell’azienda, a seconda di quale delle due cifre sia maggiore. Queste sanzioni si applicano alle violazioni più gravi, che includono:

  • Violazione dei principi fondamentali del GDPR, come la liceità del trattamento o la trasparenza
  • Mancato rispetto dei diritti degli interessati (es. diritto all’oblio, portabilità dei dati, diritto di accesso)
  • Trasferimenti internazionali di dati non conformi

Oltre alle sanzioni economiche, le aziende possono subire altre conseguenze:

  • Perdita di reputazione: una violazione dei dati o una sanzione per mancata conformità può danneggiare irreparabilmente l’immagine aziendale, con ripercussioni sulla fiducia dei clienti, dei partner commerciali e degli investitori
  • Azioni legali da parte degli interessati: gli individui i cui dati sono stati compromessi o trattati in violazione del GDPR possono intentare cause legali contro l’azienda, chiedendo risarcimenti per i danni subiti
  • Interventi correttivi: le autorità di controllo possono ordinare all’azienda di interrompere il trattamento dei dati o di adottare misure correttive immediate, che possono interferire con le operazioni aziendali.

Casi concreti di sanzioni e implicazioni economiche

Dal momento dell’entrata in vigore del GDPR nel 2018, numerose aziende, sia grandi che piccole, sono state sanzionate per non aver rispettato i principi di protezione dei dati. Di seguito alcuni casi significativi che illustrano l’impatto economico e reputazionale delle violazioni:

  • Google (Francia): nel 2019, l’autorità francese per la protezione dei dati, CNIL, ha inflitto una sanzione di 50 milioni di euro a Google per mancanza di trasparenza e insufficiente informazione agli utenti riguardo alla gestione dei loro dati personali. La sanzione è stata imposta perché Google non ha fornito informazioni chiare e facilmente accessibili sugli scopi e sulle modalità del trattamento dei dati, violando i principi di trasparenza e consenso del GDPR
  • British Airways (Regno Unito): nel 2020, British Airways ha ricevuto una multa di 20 milioni di sterline per una violazione dei dati che ha coinvolto i dati personali di oltre 400.000 clienti, inclusi dati delle carte di credito. L’attacco hacker è stato facilitato da falle di sicurezza che l’azienda avrebbe potuto evitare implementando misure tecniche adeguate
  • H&M (Germania): Nel 2020, l’azienda di abbigliamento H&M è stata multata di 35,3 milioni di euro per la gestione inadeguata dei dati personali dei dipendenti. H&M aveva monitorato le conversazioni personali e la vita privata dei dipendenti, violando gravemente il diritto alla privacy.

Questi esempi dimostrano che anche le aziende di grandi dimensioni, con ingenti risorse, possono essere sanzionate se non rispettano rigorosamente le normative GDPR. Le sanzioni non riguardano solo le violazioni relative ai clienti, ma anche quelle legate al trattamento inadeguato dei dati dei dipendenti.

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