
Il contratto stagionale rappresenta una forma specifica di contratto a tempo determinato, concepita per rispondere alle esigenze di quelle attività che, per loro natura, si svolgono solo in determinati periodi dell’anno. Questa tipologia contrattuale è regolamentata dal D.Lgs. 81/2015 (Jobs Act) e successive modifiche, che ne hanno definito caratteristiche, limiti e tutele specifiche.
Nel panorama lavorativo italiano, il contratto di lavoro stagionale si configura come uno strumento essenziale per gestire i picchi di attività in settori caratterizzati da ciclicità. A differenza di un normale contratto a tempo determinato, il contratto stagionale gode di alcune peculiarità normative che lo rendono particolarmente adatto a contesti dove la domanda di lavoro è intrinsecamente discontinua.
La stagionalità può essere legata a fattori climatici (come nel caso del turismo balneare o montano), a cicli produttivi naturali (come nell’agricoltura), o a periodi di intensificazione delle attività commerciali (come durante le festività natalizie).
Rilevanza nel mercato del lavoro italiano
In Italia, il contratto stagionale riveste un’importanza strategica fondamentale per numerosi settori economici. Il turismo, in particolare, rappresenta uno degli ambiti dove questa forma contrattuale trova maggiore applicazione. Il contratto stagionale turismo costituisce infatti la spina dorsale dell’occupazione in molte località balneari, montane e città d’arte, permettendo alle strutture ricettive di modulare il personale in base ai flussi turistici.
Anche l’agricoltura, con i suoi cicli di semina e raccolta, si avvale ampiamente di questa forma contrattuale, così come il settore dell’intrattenimento, quello fieristico e, in misura crescente, anche quello della grande distribuzione organizzata durante particolari periodi dell’anno.
La rilevanza del lavoro stagionale in Italia si riflette anche nella normativa, che ha progressivamente riconosciuto maggiori tutele ai lavoratori stagionali, pur mantenendo la flessibilità necessaria alle aziende. Il contratto a tempo determinato stagionale gode infatti di alcune deroghe rispetto ai contratti a termine standard, proprio in virtù della sua natura intrinsecamente legata a periodi definiti dell’anno.
Dati statistici recenti
I numeri parlano chiaro: secondo i dati ISTAT più recenti, ogni anno in Italia vengono stipulati circa 1,2 milioni di contratti di lavoro stagionale, con picchi significativi tra aprile e giugno, in preparazione della stagione estiva.
Il settore turistico-alberghiero assorbe circa il 45% di questi contratti, seguito dall’agricoltura (25%), dal commercio (15%) e dai servizi di intrattenimento e cultura (10%). Il restante 5% è distribuito tra varie attività stagionali minori. Particolarmente significativo è l’impatto occupazionale nelle regioni a forte vocazione turistica: in Sardegna, Sicilia, Puglia e nelle province di Rimini, Bolzano e Trento, durante l’alta stagione i lavoratori con contratto stagionale possono rappresentare fino al 30% della forza lavoro attiva.
I dati mostrano anche un trend interessante: circa il 18% dei lavoratori stagionali riesce, nell’arco di tre anni, a convertire la propria posizione in un contratto stagionale a tempo indeterminato o in altre forme di lavoro stabile, dimostrando come questa esperienza possa rappresentare, in alcuni casi, un trampolino verso posizioni più stabili.
Da notare inoltre che il 65% dei contratti stagionali viene rinnovato per almeno due stagioni consecutive, evidenziando una certa fidelizzazione tra datori di lavoro e lavoratori stagionali, specialmente nei settori dove la professionalità e l’esperienza acquisita rappresentano un valore aggiunto.
Contratto stagionale: principali caratteristiche
Aspetti legali fondamentali
Il contratto stagionale rappresenta una specifica declinazione del contratto a tempo determinato, disciplinata principalmente dal D.Lgs. 81/2015 e dalle successive modifiche apportate dal “Decreto Dignità” (D.L. 87/2018). La normativa italiana riconosce la peculiarità del contratto di lavoro stagionale rispetto alle altre forme di lavoro temporaneo, concedendogli alcune importanti deroghe.
La stagionalità dell’attività lavorativa deve essere oggettivamente riscontrabile e riconducibile a incrementi prevedibili e ricorrenti della domanda di lavoro in determinati periodi dell’anno. Le attività stagionali sono identificate dal D.P.R. 1525/1963, che elenca i settori in cui è consentito stipulare questo tipo di contratto, ma i contratti collettivi possono individuare ulteriori ipotesi di stagionalità in base alle caratteristiche del settore.
Un elemento fondamentale del contratto stagionale risiede nell’obbligo di forma scritta ad substantiam, con necessaria indicazione della durata, delle mansioni affidate al lavoratore e della specifica causale di stagionalità. La mancanza di forma scritta comporta la conversione del rapporto in contratto a tempo indeterminato dalla data di costituzione.
Il contratto stagionale turismo, così come altre forme di contratto stagionale, garantisce al lavoratore gli stessi diritti retributivi e normativi riconosciuti ai lavoratori a tempo indeterminato, secondo il principio di non discriminazione. Questo include ferie, tredicesima, TFR e tutti gli istituti contrattuali previsti dal CCNL di riferimento, riproporzionati in base alla durata effettiva del rapporto di lavoro.
Durata e requisiti
La durata del contratto stagionale è intrinsecamente legata alla natura ciclica dell’attività svolta. Non esiste una durata minima o massima predefinita per legge, ma essa deve corrispondere all’effettivo periodo di incremento dell’attività. Tipicamente, un contratto stagionale può estendersi da poche settimane a diversi mesi, coprendo l’intero arco della stagione di riferimento.
Una caratteristica distintiva del contratto stagionale rispetto al normale contratto a tempo determinato riguarda la possibilità di rinnovarlo o prorogarlo senza i vincoli imposti dalla normativa generale sui contratti a termine. Infatti, il contratto a tempo determinato stagionale è esente dai limiti quantitativi di utilizzo previsti per i contratti a termine ordinari e non richiede l’indicazione delle causali giustificative anche quando supera i 12 mesi.
Per stipulare validamente un contratto stagionale, il datore di lavoro deve dimostrare l’effettiva natura stagionale dell’attività, rispettare le procedure di assunzione standard (comunicazione al Centro per l’Impiego, consegna della documentazione al lavoratore), e garantire tutti i diritti previsti dalla legge e dai contratti collettivi.
Il lavoratore assunto con contratto stagionale deve possedere i requisiti generici richiesti per qualsiasi rapporto di lavoro (maggiore età o autorizzazione in caso di minori, regolarità del soggiorno per stranieri) e le eventuali qualifiche professionali richieste per la mansione specifica.
Differenze rispetto ad altre tipologie contrattuali
Il contratto stagionale si distingue dal contratto a tempo determinato standard per diverse peculiarità normative che lo rendono più flessibile. Anzitutto, il contratto a tempo determinato stagionale è esente dal contributo addizionale dell’1,4% previsto per i contratti a termine ordinari, un vantaggio economico significativo per i datori di lavoro.
A differenza del normale contratto a termine, il contratto stagionale non è soggetto al limite massimo di 24 mesi comprensivi di proroghe e rinnovi, né richiede l’indicazione della causale giustificativa oltre i 12 mesi. Questo consente di rinnovare il medesimo contratto stagionale per più stagioni consecutive senza incorrere nella trasformazione automatica in contratto a tempo indeterminato.
Un’altra differenza sostanziale riguarda il diritto di precedenza: i lavoratori stagionali godono infatti di un diritto di precedenza nelle assunzioni a tempo determinato effettuate dal medesimo datore di lavoro per le medesime attività stagionali. Tale diritto deve essere espressamente richiamato nel contratto e può essere esercitato entro tre mesi dalla conclusione del rapporto di lavoro.
Rispetto al contratto intermittente o a chiamata, il contratto stagionale garantisce una maggiore continuità lavorativa nell’arco della stagione e prevede l’obbligo di svolgimento della prestazione quando richiesta, mentre il lavoro intermittente consente al lavoratore di rifiutare la chiamata (salvo diversi accordi).
Il contratto stagionale si differenzia anche dai contratti part-time, poiché questi ultimi possono essere sia a tempo determinato che indeterminato e comportano una riduzione dell’orario di lavoro rispetto al tempo pieno, mentre il contratto stagionale è sempre a tempo determinato e può prevedere un orario full-time, pur essendo limitato a specifici periodi dell’anno.
Infine, rispetto al contratto stagionale a tempo indeterminato (contratto ciclico), il contratto stagionale standard implica la cessazione del rapporto al termine della stagione, mentre il contratto ciclico prevede la sospensione del rapporto nei periodi di non attività con conseguente ripresa automatica alla stagione successiva, senza necessità di nuova assunzione.
Vantaggi del contratto stagionale
Per i lavoratori
Il contratto stagionale offre numerosi benefici ai lavoratori che, per scelta o necessità, cercano opportunità professionali temporanee. Innanzitutto, rappresenta una preziosa porta d’ingresso nel mondo del lavoro, particolarmente per giovani studenti o persone alla prima esperienza professionale.
L’accessibilità di molte posizioni stagionali, spesso caratterizzate da requisiti di ingresso meno stringenti rispetto ad altri impieghi, consente di acquisire competenze fondamentali e costruire un curriculum professionale anche a chi non possiede precedenti esperienze lavorative significative.
La flessibilità temporale del contratto stagionale permette inoltre di conciliare l’attività lavorativa con altri impegni personali o formativi. Studenti universitari possono lavorare durante le vacanze estive senza compromettere il percorso accademico, mentre professionisti di altri settori possono integrare il proprio reddito con attività stagionali complementari. Questa caratteristica risulta particolarmente vantaggiosa per chi desidera mantenere una certa libertà nella gestione del proprio tempo nell’arco dell’anno.
Sul piano economico, il contratto di lavoro stagionale garantisce tutte le tutele retributive previste dai contratti collettivi nazionali, inclusi tredicesima mensilità, TFR e altri elementi accessori della retribuzione. In settori come il contratto stagionale turismo, non è raro che le retribuzioni siano integrate da elementi premiali o mance che possono aumentare significativamente il guadagno complessivo, specialmente in località ad alta affluenza turistica.
Un vantaggio spesso sottovalutato riguarda la possibilità di accedere all’indennità di disoccupazione NASpI al termine del rapporto di lavoro stagionale, a condizione di aver maturato i requisiti contributivi necessari. Questa tutela economica consente di affrontare con maggiore serenità i periodi di inattività tra una stagione e l’altra.
Non va dimenticato il diritto di precedenza nelle future assunzioni stagionali presso lo stesso datore di lavoro, che offre una certa continuità occupazionale per chi desidera ripetere l’esperienza lavorativa nella stagione successiva. Con il passare degli anni, questo può tradursi in una sorta di stabilità “ciclica” che alcuni lavoratori preferiscono rispetto a un impiego continuativo.
Per i datori di lavoro
Dal punto di vista aziendale, il contratto a tempo determinato stagionale rappresenta uno strumento strategico per la gestione efficiente delle risorse umane in contesti caratterizzati da domanda variabile. La principale attrattiva consiste nella possibilità di modulare l’organico in perfetta sincronia con i picchi di attività, assumendo personale solo quando effettivamente necessario e contenendo così il costo del lavoro nei periodi di bassa stagione.
Il regime normativo del contratto stagionale offre vantaggi economici diretti rispetto ad altre forme contrattuali. L’esenzione dal contributo addizionale dell’1,4% previsto per i normali contratti a termine si traduce in un risparmio immediato sui costi contributivi. Inoltre, la possibilità di rinnovare i contratti stagionali senza i vincoli temporali e causali imposti ai contratti a termine standard consente una pianificazione pluriennale più flessibile delle risorse umane.
Particolarmente rilevante per i settori del turismo e dell’agricoltura è la semplificazione burocratica rispetto ad altre soluzioni contrattuali temporanee. Il contratto stagionale rappresenta una soluzione consolidata, con prassi amministrative ben definite e generalmente più snelle rispetto, ad esempio, all’attivazione di contratti intermittenti o alla gestione di collaboratori occasionali.
Sul piano organizzativo, la possibilità di richiamare lavoratori già formati dalle stagioni precedenti, grazie al diritto di precedenza, si traduce in significativi risparmi sui costi di selezione e formazione del personale. Questo aspetto è particolarmente vantaggioso nei settori dove l’esperienza e la conoscenza delle procedure aziendali rappresentano un valore aggiunto, come nel contratto stagionale turismo e nella ristorazione.
Non va sottovalutato, infine, il vantaggio competitivo derivante dalla possibilità di attingere a un bacino di potenziali candidati più ampio rispetto a quanto possibile con soli contratti a tempo indeterminato. Molti professionisti qualificati, infatti, potrebbero non essere interessati a posizioni permanenti ma disponibili per impieghi stagionali ben retribuiti.
Flessibilità e opportunità
La flessibilità intrinseca del contratto stagionale genera opportunità uniche sia per i lavoratori che per le aziende, creando un ecosistema lavorativo dinamico e adattabile. Per i lavoratori, questo si traduce nella possibilità di sperimentare diversi settori professionali e ambienti lavorativi nell’arco di pochi anni, accelerando la crescita professionale e l’acquisizione di competenze trasversali difficilmente sviluppabili in un unico contesto lavorativo continuativo.
La mobilità geografica rappresenta un’altra dimensione di questa flessibilità: il contratto di lavoro stagionale permette di lavorare in località diverse durante l’anno, seguendo le stagioni turistiche da Nord a Sud, dalle montagne al mare, o alternando esperienze in Italia e all’estero. Questa caratteristica si rivela particolarmente attraente per chi desidera coniugare esperienza professionale e scoperta di nuovi luoghi, culture e modalità operative.
Dal punto di vista delle competenze, il lavoro stagionale offre l’opportunità di specializzarsi in nicchie professionali altamente remunerative. Figure come il maestro di sci, l’animatore turistico specializzato o il sommelier stagionale possono sviluppare professionalità ricercate che, pur essendo legate a periodi specifici dell’anno, garantiscono ottime prospettive economiche concentrate in pochi mesi di attività intensa.
Per le aziende, la flessibilità del contratto stagionale consente di sperimentare nuovi servizi o prodotti limitatamente a specifici periodi dell’anno, riducendo il rischio imprenditoriale. Una struttura ricettiva può, ad esempio, introdurre un nuovo servizio wellness durante la stagione invernale, assumendo personale specializzato con contratto stagionale, per valutarne l’accoglienza da parte della clientela prima di investire in modo permanente.
Inoltre, il contratto stagionale facilita la creazione di reti professionali tra aziende complementari. Non è raro che lavoratori stagionali sviluppino carriere “pendolari” tra imprese che operano in stagioni diverse ma complementari, come nel caso di strutture balneari estive e impianti sciistici invernali. Questa complementarietà naturale favorisce lo scambio di personale qualificato e la condivisione di best practice tra settori diversi ma connessi.
Infine, il contratto a tempo determinato stagionale può rappresentare un efficace strumento di employer branding per le aziende. Offrire esperienze lavorative stagionali di qualità, ben retribuite e professionalmente stimolanti, contribuisce a costruire una reputazione positiva come datore di lavoro, attirando candidati di livello sempre più elevato e creando un circolo virtuoso che beneficia sia l’azienda che i lavoratori.
Contratto stagionale: svantaggi e criticità
Discontinuità lavorativa
La discontinuità rappresenta senza dubbio la criticità più evidente del contratto di lavoro stagionale. Per sua stessa natura, questa tipologia contrattuale introduce periodi di non lavoro che possono variare da pochi mesi a gran parte dell’anno. Questa frammentazione temporale genera una serie di conseguenze concrete nella vita del lavoratore stagionale, a partire dall’incertezza economica nei periodi non lavorati.
Anche con l’accesso alla NASpI, l’indennità di disoccupazione non sempre garantisce un livello di reddito paragonabile allo stipendio percepito durante il periodo di attività, costringendo molti lavoratori stagionali a ricercare forme di integrazione reddituale alternative.
La pianificazione finanziaria personale diventa particolarmente complessa per chi opera esclusivamente con contratti stagionali. Il flusso di reddito concentrato in periodi specifici dell’anno richiede capacità di gestione economica non indifferenti per distribuire le risorse nei mesi non lavorati. Questa situazione può risultare particolarmente problematica nell’accesso al credito: le banche e gli istituti finanziari considerano spesso i lavoratori con contratto stagionale come soggetti ad alto rischio, rendendo difficile ottenere mutui, prestiti personali o altre forme di finanziamento.
La discontinuità lavorativa si traduce anche in una minore prevedibilità della vita personale. L’alternanza tra periodi di lavoro intenso, spesso caratterizzati da orari prolungati e scarso tempo libero, e periodi di inattività professionale completa, può interferire con la costruzione di abitudini stabili e routine quotidiane. Questa condizione può risultare particolarmente gravosa per lavoratori con responsabilità familiari, che faticano a conciliare la variabilità degli impegni professionali con le esigenze di stabilità della vita familiare.
Va inoltre considerato l’impatto psicologico della discontinuità, che può generare stress e ansia nei periodi di transizione tra una stagione e l’altra. L’incertezza sul rinnovo del contratto per la stagione successiva rappresenta un elemento di preoccupazione ricorrente, specialmente in contesti economici sfavorevoli o in settori particolarmente competitivi come il contratto stagionale turismo.
Tutele e diritti
Nonostante i progressi normativi degli ultimi anni, il contratto di lavoro stagionale presenta ancora alcune criticità sul piano delle tutele e dei diritti rispetto ad altre forme contrattuali. Il primo aspetto problematico riguarda l’accumulazione dei contributi previdenziali, che risulta necessariamente frammentata e quantitativamente inferiore rispetto a un contratto continuativo. Questa situazione può comportare, nel lungo periodo, una significativa penalizzazione pensionistica per chi lavora prevalentemente con contratti stagionali.
La fruizione di alcuni diritti fondamentali, come quello alle ferie e ai permessi, risulta complicata dalla concentrazione del lavoro in periodi limitati e spesso caratterizzati da intensa attività. Non è raro che nei contratti stagionali, specialmente nel settore del turismo, le ferie vengano monetizzate anziché effettivamente godute, con potenziali ripercussioni sul benessere psicofisico del lavoratore.
Anche l’accesso alla formazione professionale risulta più complesso per i lavoratori stagionali. La brevità del rapporto di lavoro disincentiva spesso i datori di lavoro dall’investire in percorsi formativi strutturati, limitando le opportunità di crescita professionale. Questo aspetto è particolarmente critico in un mercato del lavoro che richiede aggiornamento continuo delle competenze.
Il contratto a tempo determinato stagionale, pur garantendo sulla carta gli stessi diritti dei contratti a tempo indeterminato, presenta nella pratica una maggiore vulnerabilità alle pressioni del datore di lavoro. La possibilità di non essere richiamati nella stagione successiva può indurre i lavoratori ad accettare condizioni non ottimali o a rinunciare a far valere alcuni diritti, come quelli relativi agli straordinari o ai riposi, per timore di compromettere il rinnovo.
Un ulteriore elemento di criticità riguarda le tutele in caso di malattia o infortunio. Se questi eventi si verificano a ridosso della conclusione del contratto stagionale, il lavoratore potrebbe vedere limitate le coperture economiche e assicurative rispetto a quanto avverrebbe in un contratto a tempo indeterminato.
Impatto sulla carriera professionale
L’impatto del contratto stagionale sulla traiettoria professionale di lungo periodo rappresenta una criticità spesso sottovalutata. La ripetizione di esperienze stagionali simili, pur garantendo un’occupazione regolare, può tradursi in una sorta di stagnazione professionale, con limitate possibilità di progressione di carriera e di assunzione di responsabilità crescenti.
Il curriculum vitae di un lavoratore prevalentemente stagionale rischia di apparire frammentato e potenzialmente meno attrattivo per datori di lavoro orientati a posizioni stabili. La percezione di “temporaneità” che accompagna il lavoro stagionale può tradursi in uno svantaggio competitivo nella ricerca di opportunità professionali a tempo indeterminato, nonostante le competenze effettivamente sviluppate.
Particolarmente problematica risulta la transizione dal lavoro stagionale a quello permanente in settori diversi. Le competenze sviluppate in ambito stagionale, spesso molto specifiche e legate a contesti particolari come il contratto stagionale turismo, possono risultare difficilmente trasferibili in altri ambiti professionali, creando una sorta di “effetto tunnel” che vincola il lavoratore a rimanere nel medesimo settore.
Lo sviluppo di una rete professionale solida e duratura risulta più complesso per i lavoratori stagionali, che interagiscono con colleghi e superiori per periodi limitati e spesso in contesti caratterizzati da elevato turnover. Questa limitazione può ridurre le opportunità di mentorship, sponsorizzazione professionale e segnalazioni per nuove posizioni che tipicamente derivano da relazioni lavorative consolidate.
Va infine considerato l’impatto psicologico dell’alternanza tra impegno intenso e periodi di inattività sulla percezione di sé come professionista. L’identità professionale, elemento importante nella costruzione dell’autostima personale, può risultare meno definita in chi lavora prevalentemente con contratti stagionali, generando una percezione di precarietà non solo economica ma anche identitaria.
Nonostante queste criticità, è importante sottolineare che per alcuni professionisti il lavoro stagionale rappresenta una scelta consapevole e non un ripiego, specialmente quando si riesce a costruire un portfolio di competenze specialistiche e una reputazione solida che consente di selezionare le migliori opportunità stagionali e di negoziare condizioni economiche vantaggiose.
Diritto di precedenza e possibilità di stabilizzazione
Da contratto stagionale a tempo indeterminato
Il passaggio da contratto stagionale a tempo indeterminato rappresenta un’evoluzione professionale significativa per molti lavoratori del settore. Questa transizione può avvenire attraverso diversi percorsi, alcuni definiti dalla normativa, altri sviluppati nella prassi aziendale. Il più rilevante tra questi è senza dubbio il meccanismo del “contratto stagionale a tempo indeterminato”, tecnicamente denominato contratto a tempo parziale verticale ciclico. Questa formula contrattuale prevede un rapporto di lavoro continuativo che si attiva regolarmente nei periodi di alta stagione e si sospende (senza interrompersi) nei periodi di bassa stagione.
La stabilizzazione può anche concretizzarsi attraverso l’offerta di un contratto a tempo indeterminato tradizionale, quando l’azienda identifica nel lavoratore stagionale competenze preziose da valorizzare tutto l’anno. Questo accade con maggiore frequenza in strutture che, pur avendo picchi stagionali, mantengono un’operatività continuativa, come catene alberghiere con diverse sedi o aziende che diversificano le proprie attività in base alle stagioni.
Un percorso alternativo di stabilizzazione riguarda l’assunzione in mansioni complementari a quelle stagionali nei periodi di bassa stagione. Ad esempio, un lavoratore impiegato nell’accoglienza turistica durante l’estate potrebbe essere inserito nel reparto marketing o nella manutenzione durante l’inverno, consentendo all’azienda di capitalizzare la conoscenza dell’ambiente di lavoro già acquisita.
La stabilizzazione non sempre implica un’occupazione presso lo stesso datore di lavoro. Frequentemente, l’esperienza maturata con contratti stagionali permette di accedere a posizioni stabili presso altre aziende del settore, che vedono nel candidato con esperienza stagionale un professionista già formato e con comprovate capacità operative in contesti di lavoro intenso.
Requisiti e condizioni
Il diritto di precedenza nelle assunzioni stagionali costituisce un importante strumento di continuità occupazionale per i lavoratori del settore. Questo diritto si attiva a condizione che il lavoratore abbia prestato attività lavorativa a carattere stagionale presso lo stesso datore di lavoro per almeno tre mesi nell’arco dell’ultimo anno (inclusi i rinnovi e le proroghe). Il diritto non è automatico: deve essere espressamente richiamato nel contratto di lavoro e, soprattutto, deve essere esercitato dal lavoratore mediante manifestazione scritta di disponibilità entro tre mesi dalla cessazione del rapporto.
Affinché il diritto di precedenza si applichi correttamente, è necessario che le nuove assunzioni riguardino le medesime mansioni già svolte dal lavoratore o mansioni analoghe. Il datore di lavoro che intende effettuare assunzioni per attività stagionali è tenuto a contattare i lavoratori che hanno espresso la volontà di avvalersi del diritto di precedenza, rispettando l’ordine di priorità determinato dai contratti collettivi applicabili.
Per quanto riguarda la stabilizzazione, i requisiti variano significativamente in base alla politica aziendale e alle specifiche condizioni di mercato. Generalmente, i fattori che influenzano positivamente le possibilità di stabilizzazione includono la durata e la continuità delle precedenti esperienze stagionali presso lo stesso datore di lavoro, le competenze tecniche e trasversali dimostrate, la disponibilità alla formazione continua e la flessibilità nell’adattarsi a mansioni diverse o complementari.
In alcuni settori, come quello alberghiero di lusso o della ristorazione d’alta gamma, la stabilizzazione può essere favorita dall’acquisizione di competenze specialistiche o certificazioni professionali che rendono il lavoratore particolarmente prezioso per l’azienda. Allo stesso modo, la conoscenza di lingue straniere o di tecniche specifiche può rappresentare un fattore determinante per la transizione verso contratti più stabili.
Norme e prassi
Il quadro normativo che disciplina il diritto di precedenza e le possibilità di stabilizzazione è principalmente delineato dall’articolo 24 del D.Lgs. 81/2015, che ha introdotto importanti tutele per i lavoratori stagionali. La norma prevede espressamente che il lavoratore che ha prestato attività lavorativa a carattere stagionale ha diritto di precedenza rispetto a nuove assunzioni a termine da parte dello stesso datore di lavoro per le medesime attività stagionali.
Significativa è anche la disposizione che prevede la nullità del patto contrario al diritto di precedenza, offrendo così una tutela rafforzata al lavoratore. Il datore di lavoro che viola il diritto di precedenza può essere condannato al risarcimento del danno, quantificato generalmente tra 2,5 e 12 mensilità dell’ultima retribuzione globale di fatto.
Nel contratto stagionale turismo, i CCNL di settore hanno spesso integrato queste disposizioni con previsioni specifiche. Ad esempio, il CCNL Turismo prevede che il diritto di precedenza possa essere esercitato anche rispetto a mansioni diverse da quelle precedentemente svolte, purché il lavoratore abbia le competenze necessarie e previa un’adeguata formazione.
Nella prassi aziendale, si osservano diversi approcci alla gestione del diritto di precedenza e alle politiche di stabilizzazione. Le aziende più strutturate tendono a mantenere un database dei lavoratori stagionali, valutandone le performance attraverso sistemi strutturati e contattando proattivamente i migliori prima dell’inizio della nuova stagione. Questo approccio, oltre a rispettare il diritto di precedenza, consente di ridurre i costi di selezione e formazione.
Alcune aziende hanno sviluppato percorsi di carriera specifici per i lavoratori stagionali, con possibilità di crescita progressiva verso posizioni di responsabilità o verso la stabilizzazione. Questi percorsi possono prevedere l’alternanza tra periodi di lavoro stagionale e periodi di formazione, o l’integrazione graduale in attività non stagionali dell’azienda.
Un fenomeno emergente riguarda la creazione di reti di imprese complementari che, operando in stagioni diverse, si “scambiano” lavoratori qualificati attraverso meccanismi di raccomandazione o accordi formali. Questa pratica, particolarmente diffusa tra strutture turistiche invernali ed estive, favorisce una sorta di continuità occupazionale che, pur non configurandosi come stabilizzazione presso un unico datore di lavoro, offre significative garanzie di impiego continuativo.
Nel settore agricolo, la stabilizzazione spesso avviene attraverso la diversificazione delle colture o delle attività aziendali, che permette di estendere progressivamente i periodi di impiego fino a coprire gran parte dell’anno. In questo contesto, il contratto di lavoro stagionale può evolversi prima in una successione di contratti stagionali che coprono diverse produzioni, poi in un contratto a tempo indeterminato con orario annuale ridotto.
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