intermediario assicurativo

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Nella complessa galassia del settore assicurativo, la figura dell’intermediario assicurativo rappresenta un faro di competenza e professionalità per chiunque necessiti di protezione dai rischi della vita quotidiana o professionale. Ma chi è esattamente l’intermediario assicurativo e cosa fa?  E soprattutto, come diventare intermediario assicurativo e quali prospettive economiche offre questa carriera?

Nell’articolo di seguito esploreremo ogni aspetto di questa affascinante professione, offrendo una panoramica completa a chi desidera intraprendere questo percorso professionale o semplicemente comprendere meglio il ruolo di chi si occupa di intermediazione nel mondo delle assicurazioni.

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Chi è l’intermediario assicurativo: definizione e ruolo

L’intermediario assicurativo è un professionista specializzato che opera come ponte tra le compagnie assicurative e i clienti finali. Non si limita a essere un semplice venditore di polizze, ma rappresenta un consulente qualificato che analizza i rischi, identifica le esigenze di protezione e propone le soluzioni assicurative più adeguate.

Il Codice delle Assicurazioni Private (D.Lgs. 209/2005) definisce gli intermediari assicurativi come “le persone fisiche o le società, iscritte nel registro unico degli intermediari assicurativi e riassicurativi, che svolgono a titolo oneroso l’attività di intermediazione assicurativa o riassicurativa”.

La sua funzione principale è quindi quella di mediare tra gli interessi delle compagnie e quelli dei clienti, garantendo che questi ultimi ottengano la copertura più adatta alle loro specifiche necessità, al miglior prezzo disponibile sul mercato.

Le diverse tipologie di intermediario assicurativo

Quando parliamo di intermediario assicurativo, è importante comprendere che esistono diverse categorie, ciascuna con caratteristiche e responsabilità specifiche.

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Gli agenti di assicurazione operano in nome e per conto di una o più compagnie assicurative (monomandatari o plurimandatari), rappresentandole sul territorio. Hanno un rapporto diretto con la compagnia e vengono remunerati principalmente attraverso provvigioni.

I broker assicurativi, a differenza degli agenti, operano su mandato del cliente e non della compagnia. Il loro obiettivo è trovare sul mercato la soluzione assicurativa più vantaggiosa per il cliente, confrontando le offerte di diverse compagnie.

I subagenti collaborano con un agente principale, operando all’interno della sua struttura organizzativa, mentre i produttori diretti sono dipendenti o collaboratori di una compagnia assicurativa che operano direttamente per essa.

Esistono poi gli intermediari assicurativi a titolo accessorio, figure che svolgono l’attività di intermediazione in via complementare rispetto all’attività principale (ad esempio, concessionari auto che offrono polizze auto).

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Infine, anche banche e SIM (società di intermediazione mobiliare) possono essere autorizzate alla vendita di prodotti assicurativi, rappresentando in questo modo un ulteriore canale di distribuzione.

Intermediario assicurativo cosa fa

L’attività dell’intermediario assicurativo è articolata e variegata. Se ti stai chiedendo l’intermediario assicurativo cosa fa, di seguito troverai una panoramica delle principali responsabilità di questa figura. Il suo lavoro inizia con l’analisi dei rischi, che consiste nella valutazione dei potenziali pericoli a cui sono esposti i clienti, siano essi privati o aziende. Questa fase è fondamentale per costruire una consulenza realmente personalizzata, che si traduce nella proposta di soluzioni assicurative su misura in base alle esigenze specifiche del cliente.

Un aspetto cruciale del lavoro dell’intermediario assicurativo è la negoziazione con le compagnie, finalizzata a ottenere le migliori condizioni contrattuali ed economiche per i clienti. Parallelamente, si occupa della gestione amministrativa, curando la documentazione contrattuale e le pratiche burocratiche necessarie per la sottoscrizione e il mantenimento delle polizze.

L’assistenza post-vendita rappresenta un altro pilastro dell’attività dell’intermediario, che supporta il cliente nel caso di sinistri, fornendo consulenza durante tutto l’iter di gestione del danno, dalla denuncia alla liquidazione.

Per svolgere efficacemente il proprio ruolo, l’intermediario deve dedicare tempo all’aggiornamento professionale, mantenendosi costantemente informato sulle novità normative e sui nuovi prodotti disponibili sul mercato. Infine, una parte significativa del suo tempo è dedicata allo sviluppo del portafoglio clienti, attraverso attività di networking e marketing per acquisire nuovi clienti e mantenere quelli esistenti.

Competenze necessarie per eccellere come intermediario assicurativo

Per avere successo come intermediario assicurativo, è fondamentale possedere un mix di competenze relazionali, tecniche e commerciali. Dal punto di vista tecnico, è indispensabile una conoscenza approfondita dei prodotti assicurativi e una solida comprensione dei meccanismi di valutazione del rischio. Altrettanto importante è la padronanza della normativa di settore, in continua evoluzione, e una buona base di competenze finanziarie. In un mondo sempre più digitalizzato, la familiarità con gli strumenti informatici e i software gestionali diventa un requisito imprescindibile.

Sul fronte relazionale, l’intermediario deve eccellere nelle capacità comunicative e nell’empatia, sviluppando un ascolto attivo che gli permetta di cogliere le reali esigenze del cliente, anche quelle inespresse. La capacità di creare e mantenere relazioni professionali di fiducia è il fondamento su cui si costruisce un portafoglio clienti fedele, e ciò richiede pazienza, soprattutto quando si tratta di educare finanziariamente clienti poco esperti in materia assicurativa.

Non meno importanti sono le competenze commerciali: un forte orientamento ai risultati, abilità negoziali raffinate e la capacità di gestire le obiezioni sono caratteristiche che distinguono gli intermediari di successo. Questo lavoro richiede inoltre determinazione e resilienza, soprattutto nelle fasi iniziali, quando i rifiuti possono essere numerosi, e una solida organizzazione personale unita all’autodisciplina, essenziali per gestire efficacemente il proprio tempo e le proprie energie.

Come diventare intermediario assicurativo

Se ti stai chiedendo come diventare intermediario assicurativo, il percorso inizia con alcuni requisiti di base: è necessario essere maggiorenni, avere il diploma di scuola superiore e godere dei diritti civili. Il passo successivo è la frequenza di un corso di formazione professionale preparatorio di almeno 60 ore, organizzato da enti accreditati IVASS (Istituto per la Vigilanza sulle Assicurazioni).

Dopo la formazione, è necessario superare l’esame di idoneità organizzato dall’IVASS, una prova che verifica le conoscenze teoriche e pratiche necessarie per l’esercizio dell’attività. Solo dopo aver superato l’esame è possibile iscriversi al Registro Unico degli Intermediari assicurativi e riassicurativi (RUI), condizione imprescindibile per esercitare legalmente la professione.

L’iscrizione al RUI, tuttavia, non è un traguardo definitivo ma l’inizio di un percorso di formazione continua: l’intermediario deve infatti seguire corsi di aggiornamento professionale obbligatori, per un minimo di 30 ore annuali, per mantenere l’iscrizione al registro. Infine, per tutelare i clienti e sé stesso, l’intermediario deve stipulare una polizza di responsabilità civile professionale, obbligatoria per l’esercizio dell’attività.

Intermediario assicurativo stipendio e prospettive

Uno degli aspetti più interessanti per chi considera questa carriera riguarda l’intermediario assicurativo stipendio. La remunerazione può variare significativamente in base a diversi fattori: la tipologia di intermediario (un broker indipendente può guadagnare diversamente rispetto a un agente monomandatario), l’esperienza accumulata e l’ampiezza del portafoglio clienti, che tende ad aumentare con il tempo. Anche l’area geografica di operatività può influenzare le opportunità di guadagno, così come la specializzazione in nicchie particolari (come rischi industriali o cyber risk), che può dare accesso a provvigioni più elevate.

In termini concreti, un subagente o un produttore alle prime armi può aspettarsi un guadagno annuo tra i 20.000 e i 30.000 euro. Con l’esperienza, un agente di medio livello può arrivare a guadagnare tra i 40.000 e i 70.000 euro all’anno. I professionisti più affermati, come broker o agenti con un ampio portafoglio, possono superare facilmente gli 80.000 euro, arrivando in alcuni casi a 150.000 euro e oltre.

È importante sottolineare che il sistema retributivo si basa principalmente sulle provvigioni, calcolate come percentuale sui premi delle polizze vendute e rinnovate. Questo significa che i guadagni possono crescere esponenzialmente con lo sviluppo del portafoglio clienti, offrendo prospettive economiche decisamente interessanti nel medio-lungo periodo.

Differenze tra intermediario assicurativo e intermediario finanziario

Spesso si genera confusione tra intermediario finanziario o assicurativo, ma si tratta di professioni distinte, sebbene con alcune aree di sovrapposizione. L’intermediario assicurativo si occupa principalmente di prodotti assicurativi ed è regolamentato dall’IVASS, mentre l’intermediario finanziario tratta prodotti finanziari e bancari ed è soggetto alla vigilanza della CONSOB o della Banca d’Italia. Il primo propone soluzioni per la gestione dei rischi ed è iscritto al RUI; il secondo offre soluzioni per investimenti e finanziamenti ed è iscritto all’Albo dei Consulenti Finanziari.

Esistono tuttavia prodotti “ibridi” come le polizze vita a contenuto finanziario, che si collocano in un’area di sovrapposizione tra i due settori. Per questo motivo, molti intermediari oggi tendono ad acquisire competenze in entrambi gli ambiti, offrendo una consulenza più completa che abbraccia sia la protezione dai rischi sia l’ottimizzazione delle risorse finanziarie. Questa tendenza all’integrazione delle competenze rappresenta un’evoluzione naturale in un mercato che richiede figure sempre più qualificate e versatili.

Vantaggi e sfide della professione di intermediario assicurativo

Come ogni carriera, anche quella dell’intermediario assicurativo presenta luci e ombre. Tra i principali vantaggi troviamo l’autonomia professionale e la flessibilità oraria, che permettono di organizzare il lavoro secondo le proprie esigenze, conciliando vita professionale e personale. Il potenziale di guadagno è un altro aspetto particolarmente attraente: essendo proporzionale all’impegno, premia la dedizione e la capacità di costruire relazioni solide con i clienti.

Non va sottovalutata la soddisfazione personale che deriva dal proteggere persone e aziende dai rischi, contribuendo alla loro serenità e sicurezza economica. La possibilità di specializzarsi in settori specifici consente inoltre di distinguersi sul mercato, costruendo una reputazione di esperti in nicchie particolari.

Infine, le barriere all’ingresso sono relativamente basse rispetto ad altre professioni, rendendo questa carriera accessibile a un ampio spettro di candidati.

Sul fronte delle sfide, bisogna considerare la crescente competitività del mercato, caratterizzato dalla presenza di canali diretti e digitali che sembrano bypassare la figura dell’intermediario tradizionale. La necessità di formazione continua rappresenta un impegno costante, indispensabile per stare al passo con normative in evoluzione e nuovi prodotti.

La responsabilità verso i clienti è elevata e può tradursi in stress, soprattutto nella gestione di sinistri complessi o di particolare gravità. Infine, soprattutto nella fase iniziale della carriera, la stabilità economica non è garantita, e questo richiede una solida pianificazione finanziaria personale.

Domande frequenti sulla carriera di intermediario assicurativo

1) È necessaria una laurea per diventare intermediario assicurativo?

No, il requisito minimo è il diploma di scuola superiore. Tuttavia, una laurea in ambito economico, giuridico o attuariale può rappresentare un vantaggio competitivo, fornendo una base di conoscenze utili per comprendere meglio gli aspetti tecnici e normativi del settore.

2) Quanto costa avviare un’attività di intermediazione assicurativa?

I costi iniziali comprendono il corso di formazione, che si aggira intorno ai 500-1.000 euro, l’iscrizione al RUI (168 euro), e la polizza di responsabilità civile professionale, che può costare tra i 1.000 e i 3.000 euro annui. A questi si aggiungono eventuali costi per l’ufficio, l’arredamento, l’hardware e il software gestionale e le spese di marketing per farsi conoscere sul territorio.

3) È possibile esercitare la professione part-time?

Sì, è possibile, specialmente nelle fasi iniziali o come subagente/collaboratore di un intermediario già affermato. Tuttavia, per sviluppare un portafoglio clienti significativo e raggiungere livelli di reddito soddisfacenti, è generalmente necessario un impegno a tempo pieno. La flessibilità rimane comunque uno dei vantaggi di questa professione, permettendo di gestire il proprio tempo in base alle esigenze personali.

4) Quali sono i settori assicurativi più promettenti per il futuro?

Il cyber risk rappresenta un’area in forte espansione, vista la crescente digitalizzazione di imprese e famiglie. Anche le polizze parametriche, che prevedono l’indennizzo automatico al verificarsi di determinati parametri senza necessità di perizie, stanno guadagnando terreno. Le assicurazioni legate alla sostenibilità ambientale e sociale e i prodotti per le nuove forme di mobilità (sharing, veicoli elettrici, mobilità integrata) sono altri settori che offrono interessanti prospettive di sviluppo.

5) Qual è il tasso di successo per chi intraprende questa carriera?

Le statistiche indicano che circa il 30-40% degli intermediari assicurativi abbandona la professione nei primi due anni, principalmente a causa delle difficoltà iniziali legate alla costruzione di un portafoglio clienti e alla stabilizzazione del reddito. Tuttavia, chi supera questa fase critica ha ottime probabilità di costruire una carriera solida e remunerativa nel lungo periodo. Il successo dipende in gran parte dalla determinazione, dalla capacità di creare relazioni di valore e dalla disponibilità a investire continuamente nella propria formazione e nel proprio sviluppo professionale.

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