contratto a chiamata

Il contratto a chiamata, noto anche come contratto di lavoro intermittente, è una tipologia di contratto flessibile che consente al datore di lavoro di richiedere la prestazione del lavoratore solo quando necessario. Questo tipo di contratto è caratterizzato dall’alternanza di periodi lavorativi e periodi di inattività, con l’obbligo (o meno) per il lavoratore di essere a disposizione del datore di lavoro, a seconda delle modalità stabilite nel contratto stesso.

Nel contesto attuale, il contratto a chiamata gioca un ruolo cruciale nel mercato del lavoro moderno, offrendo una soluzione flessibile sia per i lavoratori che per le aziende. Per i datori di lavoro, rappresenta un’opportunità per gestire meglio le risorse in base alla domanda variabile, evitando costi fissi eccessivi nei periodi di minore attività. Allo stesso tempo, per i lavoratori, può offrire un modo per entrare nel mondo del lavoro o integrare il proprio reddito attraverso opportunità occasionali. Tuttavia, è importante comprendere i meccanismi, le tutele e le implicazioni di questa forma contrattuale per valutarne appieno vantaggi e svantaggi, sia dal punto di vista occupazionale che normativo.

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Contratto a chiamata: cos’è e come funziona?

Il contratto a chiamata è disciplinato dal D.Lgs. 81/2015 e rappresenta una forma di rapporto di lavoro flessibile che consente al datore di lavoro di richiedere prestazioni lavorative del dipendente “a chiamata”, ovvero in maniera discontinua o in determinati periodi di tempo. Questo contratto può essere stipulato con lavoratori di età inferiore ai 24 anni o superiore ai 55 anni, oppure per mansioni definite a livello contrattuale come discontinui o di carattere intermittente.

L’obiettivo del contratto a chiamata è di garantire una maggiore flessibilità nell’impiego delle risorse umane, adattandosi alle fluttuazioni della domanda di lavoro e consentendo alle aziende di ottimizzare i costi del personale.

Tipologie di contratto a chiamata: intermittente con obbligo di disponibilità e senza obbligo di disponibilità

Il contratto a chiamata può essere di due tipologie principali:

1) Contratto a chiamata con obbligo di disponibilità

In questa tipologia, il lavoratore è obbligato a rispondere alla chiamata del datore di lavoro e a rendersi disponibile ogni qual volta gli venga richiesto. In cambio di questa disponibilità, il lavoratore riceve un’indennità di disponibilità, stabilita dal contratto collettivo applicabile, anche nei periodi di non attività. Se il lavoratore non risponde alla chiamata senza un giustificato motivo, può essere sanzionato e, in casi estremi, il contratto può essere risolto.

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2) Contratto a chiamata senza obbligo di disponibilità

In questa forma, il lavoratore ha la libertà di accettare o meno l’offerta di lavoro ogni volta che viene chiamato. In questo caso, non è prevista alcuna indennità di disponibilità, ma il rapporto si attiva solo quando il lavoratore decide di rispondere alla chiamata. Questa opzione offre maggiore flessibilità al lavoratore, che può scegliere quando lavorare in base alle proprie esigenze personali e familiari.

Durata e modalità di chiamata del lavoratore

La durata e le modalità di chiamata del lavoratore sono elementi cruciali nel contratto a chiamata. La durata del contratto può essere a tempo determinato o indeterminato, ma il datore di lavoro deve rispettare i limiti di utilizzo stabiliti dal contratto collettivo applicabile e comunicare ogni chiamata di lavoro al Ministero del Lavoro tramite le procedure previste, per garantire la tracciabilità e la correttezza del rapporto lavorativo.

Le modalità di chiamata devono essere specificate nel contratto, incluse le modalità di comunicazione (ad esempio, via telefono, e-mail o altre piattaforme), i tempi di preavviso e le condizioni per accettare o rifiutare la chiamata, nel caso di contratti senza obbligo di disponibilità. È essenziale che tutte le condizioni siano definite in modo chiaro e trasparente per evitare ambiguità e conflitti tra il lavoratore e il datore di lavoro.

Il contratto di lavoro a chiamata è uno strumento versatile che può adattarsi a esigenze temporanee o flessibili, ma richiede un’applicazione corretta e rispettosa delle normative per garantire la tutela di entrambe le parti.

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Cosa comporta un contratto di lavoro a chiamata

Il contratto di lavoro a chiamata rappresenta una modalità di lavoro flessibile, ma comporta una serie di diritti e doveri sia per il lavoratore che per il datore di lavoro, oltre a differenziarsi in modo significativo rispetto ad altri contratti di lavoro flessibili. È importante comprenderne le implicazioni per valutare appieno le opportunità e le criticità di questa tipologia contrattuale.

Diritti e doveri del lavoratore e del datore di lavoro

Nel contratto a chiamata, i diritti e i doveri di entrambe le parti sono chiaramente definiti per garantire un rapporto di lavoro equo e trasparente.

  • Diritti del lavoratore

Il lavoratore ha diritto a un trattamento economico e normativo proporzionato alle ore lavorate e alle mansioni svolte. Questo include il diritto a ricevere una retribuzione che rispetti i minimi stabiliti dai contratti collettivi applicabili, il godimento di ferie, permessi, tredicesima e trattamento di fine rapporto (TFR), proporzionati al lavoro effettivamente svolto. Se il contratto prevede un obbligo di disponibilità, il lavoratore ha diritto a ricevere un’indennità per i periodi in cui si rende disponibile.

  • Doveri del lavoratore

Il lavoratore, in caso di obbligo di disponibilità, è tenuto a rispondere alle chiamate del datore di lavoro, salvo giustificato motivo di assenza. La mancata risposta senza giustificazione può comportare la perdita dell’indennità di disponibilità e, nei casi più gravi, la risoluzione del contratto.

  • Diritti del datore di lavoro

Il datore di lavoro ha il diritto di richiedere la prestazione lavorativa del dipendente nei termini stabiliti dal contratto e di gestire la chiamata del lavoratore in modo da soddisfare le esigenze produttive o di servizio. Il datore deve comunicare al Ministero del Lavoro ogni chiamata attraverso i canali previsti (es. UNI-Intermittente).

  • Doveri del datore di lavoro

È obbligo del datore di lavoro garantire condizioni di lavoro sicure e rispettose delle normative vigenti, versare i contributi previdenziali e assicurativi e rispettare i diritti contrattuali del lavoratore. Deve inoltre informare il lavoratore sulle modalità di chiamata e sulle condizioni lavorative.

Come si differenzia rispetto ad altri contratti flessibili

Il contratto a chiamata si distingue da altre tipologie di contratti flessibili, come il contratto part-time o il contratto a tempo determinato, per la sua natura discontinua e intermittente. Nel contratto part-time, ad esempio, l’orario lavorativo è predeterminato e costante, mentre nel contratto a chiamata il lavoratore può essere chiamato a prestare servizio in modo non continuativo. Rispetto al contratto a tempo determinato, il contratto a chiamata non prevede necessariamente un termine fisso, ma la durata e le condizioni di lavoro sono spesso legate alle esigenze specifiche del datore di lavoro.

Questa flessibilità può essere un punto di forza per il datore di lavoro, poiché consente di rispondere rapidamente alle variazioni della domanda di lavoro. Per il lavoratore, tuttavia, può significare una maggiore incertezza e instabilità economica, soprattutto nei periodi di non lavoro.

Rischi e benefici per i lavoratori

Benefici

  • Flessibilità: il contratto a chiamata può offrire al lavoratore la possibilità di conciliare meglio vita privata e lavoro, scegliendo (nel caso di contratti senza obbligo di disponibilità) quando accettare la chiamata
  • Accesso al mercato del lavoro: per giovani, studenti o persone in cerca di un rientro graduale nel mercato del lavoro, questa forma contrattuale può rappresentare un’opportunità per acquisire esperienza e competenze
  • Indennità di disponibilità: nei contratti con obbligo di disponibilità, il lavoratore riceve un’indennità durante i periodi di non lavoro, garantendo una forma di stabilità economica.

Rischi

  • Instabilità economica: l’assenza di un orario lavorativo fisso può rendere il reddito imprevedibile, creando incertezza economica per il lavoratore
  • Mancanza di continuità lavorativa: periodi di inattività possono portare a una perdita di competenze o difficoltà nel mantenere un’esperienza professionale coerente.
  • Dipendenza dalle esigenze del datore di lavoro: il lavoratore può essere chiamato in momenti non sempre prevedibili, il che può complicare la gestione della vita personale e familiare.

Contratto a chiamata e Naspi

La Naspi è l’indennità di disoccupazione destinata ai lavoratori subordinati che perdono involontariamente il lavoro. Chi ha un contratto a chiamata può avere diritto alla Naspi, ma ci sono delle condizioni e specifiche da rispettare per accedere a questa prestazione. In generale, per ottenere la Naspi, il lavoratore deve aver maturato almeno 13 settimane di contribuzione nei quattro anni precedenti la fine del rapporto di lavoro e deve avere almeno 30 giorni di lavoro effettivo negli ultimi 12 mesi. Questo requisito si applica anche ai lavoratori intermittenti.

Per chi ha un contratto a chiamata con obbligo di disponibilità, il diritto all’indennità può sorgere in caso di cessazione del contratto, mentre chi lavora con un contratto senza obbligo di disponibilità potrebbe vedere il calcolo della Naspi influenzato dai periodi di lavoro effettivo. È importante che il lavoratore verifichi la propria situazione contributiva e lavorativa per stabilire la possibilità di accesso alla Naspi.

Come gestire la compatibilità tra contratto a chiamata e indennità di disoccupazione

Un aspetto rilevante per i lavoratori intermittenti riguarda la possibilità di ricevere la Naspi mentre sono impiegati con un contratto a chiamata. Questa combinazione è possibile, ma è soggetta a specifiche regole. Quando il lavoratore accetta un incarico temporaneo con il contratto a chiamata durante il periodo in cui percepisce la Naspi, deve comunicare all’INPS il rapporto di lavoro attivato e il reddito che ne deriva.

  • Compatibilità con redditi modesti: se il reddito derivante dal contratto a chiamata non supera i 8.145 euro lordi annui (nel caso di lavoro dipendente), il lavoratore può continuare a percepire la Naspi con una riduzione proporzionale. La comunicazione all’INPS deve essere effettuata entro un termine prestabilito (in genere 30 giorni dall’inizio del nuovo rapporto di lavoro)
  • Sospensione della Naspi: se il lavoratore con contratto a chiamata supera il reddito annuale massimo consentito o lavora per più di sei mesi consecutivi, l’erogazione della Naspi viene sospesa. Qualora il rapporto di lavoro a chiamata termini entro sei mesi, la Naspi viene ripristinata automaticamente al termine del contratto.

2 esempi di casi specifici

Esempio 1: lavoratore con contratto a chiamata senza obbligo di disponibilità

Mario lavora con un contratto di lavoro intermittente senza obbligo di disponibilità. Dopo la conclusione del contratto, fa richiesta della Naspi. Durante il periodo in cui percepisce l’indennità, riceve una proposta di lavoro occasionale di due settimane. Accettando l’incarico e comunicando all’INPS il nuovo reddito, Mario continua a ricevere la Naspi, ma l’importo viene ridotto in proporzione al reddito percepito.

Esempio 2: lavoratrice con contratto a chiamata con obbligo di disponibilità

Anna ha un contratto a chiamata con obbligo di disponibilità e riceve un’indennità di disponibilità anche nei periodi di non lavoro. Alla cessazione del contratto, può accedere alla Naspi se soddisfa i requisiti contributivi richiesti. Durante il periodo di Naspi, se accetta nuove chiamate per incarichi temporanei, deve comunicare i dettagli all’INPS per valutare l’impatto sul suo beneficio.

Contratto a chiamata e licenziamento

Per quanto riguarda la questione contratto a chiamata e licenziamento, bisogna innanzitutto dire che nel contesto di un contratto di lavoro a chiamata il licenziamento segue regole specifiche in base alla tipologia contrattuale (a tempo determinato o indeterminato) e alle clausole stabilite nel contratto stesso. In linea generale, il contratto a chiamata può essere interrotto per le stesse motivazioni previste per gli altri contratti di lavoro subordinato, come giusta causa (ad esempio, per motivi disciplinari gravi) o giustificato motivo oggettivo (legato a esigenze aziendali).

Nel caso di un contratto a chiamata a tempo determinato, il rapporto di lavoro si conclude automaticamente alla scadenza del termine pattuito, a meno che non siano previste proroghe. Tuttavia, la risoluzione anticipata del contratto richiede la presenza di motivi specifici, come accade per gli altri contratti a tempo determinato, e in assenza di tali motivazioni può configurarsi un abuso da parte del datore di lavoro.

Per un contratto a chiamata a tempo indeterminato, il licenziamento può avvenire con le stesse regole applicabili ai contratti a tempo indeterminato tradizionali, comprese le norme relative al preavviso e alla giusta causa.

Diritti del lavoratore in caso di licenziamento

I lavoratori con contratto a chiamata godono di diritti specifici in caso di licenziamento, tra cui:

  • Preavviso: se il licenziamento non avviene per giusta causa (cioè senza preavviso), il lavoratore ha diritto a ricevere un periodo di preavviso, la cui durata è stabilita dal contratto collettivo applicabile o, in sua assenza, dal codice civile. In alternativa al preavviso, il datore di lavoro può corrispondere un’indennità sostitutiva
  • Tutela contro licenziamenti illegittimi: qualora il licenziamento sia considerato illegittimo, il lavoratore può impugnare la decisione del datore di lavoro e richiedere un risarcimento o, in alcuni casi, la reintegrazione nel posto di lavoro. La procedura da seguire per contestare il licenziamento è simile a quella degli altri lavoratori subordinati
  • Accesso agli ammortizzatori sociali: in caso di perdita involontaria del lavoro, il lavoratore con contratto a chiamata può, se soddisfa i requisiti contributivi e normativi, accedere a strumenti di sostegno al reddito, come la Naspi.

Requisiti per il preavviso e le eventuali indennità

  • Preavviso: come accennato, il preavviso in caso di licenziamento è un obbligo del datore di lavoro, salvo si tratti di licenziamento per giusta causa. La durata del preavviso varia in base all’anzianità di servizio e alle disposizioni contrattuali specifiche. Se il datore di lavoro decide di non rispettare il periodo di preavviso, deve corrispondere al lavoratore una indennità sostitutiva equivalente alla retribuzione che il lavoratore avrebbe percepito durante il periodo di preavviso
  • Indennità di disponibilità: nel caso di contratti a chiamata con obbligo di disponibilità, la cessazione del rapporto può influire sull’indennità di disponibilità, che cessa di essere corrisposta al termine del contratto o in caso di licenziamento.

Contratto a chiamata stipendio e retribuzione

Nel contratto a chiamata, lo stipendio viene calcolato in base alle ore effettivamente lavorate. A differenza di un rapporto di lavoro standard, il lavoratore a chiamata non ha una retribuzione fissa mensile, ma percepisce un compenso proporzionale al numero di ore o giorni di lavoro effettuati. Le tariffe orarie o giornaliere devono rispettare i minimi previsti dal contratto collettivo di riferimento, applicando eventualmente maggiorazioni per lavoro straordinario, festivo o notturno, se applicabili.

Il lavoratore può essere chiamato a prestare servizio in modo discontinuo, con orari variabili e definiti di volta in volta dal datore di lavoro. In alcuni casi, può essere prevista una indennità di disponibilità per i periodi in cui il lavoratore è a disposizione del datore di lavoro ma non viene effettivamente chiamato a lavorare, qualora il contratto preveda l’obbligo di disponibilità.

Esempio di busta paga per un contratto a chiamata

La busta paga di un lavoratore con contratto a chiamata presenta alcune peculiarità rispetto a quella di un lavoratore con contratto standard. Di seguito, un esempio semplificato per illustrare i principali elementi presenti:

Retribuzione base

Ore lavorate: 60 ore
Tariffa oraria: 12,00 €
Totale: 60 ore x 12,00 € = 720,00 €

Eventuali maggiorazioni

Ore straordinarie (10 ore al 25% di maggiorazione): 10 x (12,00 € x 1,25) = 150,00 €

Indennità di disponibilità (se prevista)

Indennità per periodi di non lavoro: 100,00 €

Totale lordo

Totale retribuzione: 720,00 €
Maggiorazioni: 150,00 €
Indennità di disponibilità: 100,00 €
Totale lordo mensile: 970,00 €

Detrazioni fiscali e contributive

Contributi previdenziali: -100,00 €
Ritenute fiscali: -80,00 €

Netto a pagare

Totale netto: 790,00 €
Nota: L’esempio è puramente indicativo e le cifre possono variare in base al settore, alle clausole contrattuali e alle disposizioni del contratto collettivo applicabile.

Elementi della retribuzione e eventuali indennità aggiuntive

  • Retribuzione oraria: il lavoratore riceve un compenso per le ore di lavoro effettivamente svolte, con un minimo garantito dal contratto collettivo
  • Indennità di disponibilità: se il contratto prevede l’obbligo di disponibilità, il lavoratore ha diritto a una retribuzione aggiuntiva per il periodo in cui è tenuto a essere disponibile per eventuali chiamate
  • Maggiorazioni per lavoro straordinario, notturno e festivo: qualora il lavoratore svolga la prestazione in orari straordinari, festivi o notturni, ha diritto a maggiorazioni sulla tariffa oraria di base, come previsto dal contratto collettivo applicabile
  • Tredicesima e ferie: anche i lavoratori con contratto a chiamata hanno diritto a ricevere una quota di tredicesima e ferie, che vengono calcolate in proporzione alle ore lavorate.

Contratto a chiamata: vantaggi e svantaggi

Benefici per i lavoratori

Il contratto a chiamata offre una serie di vantaggi che possono essere particolarmente interessanti per determinati lavoratori:

  • Flessibilità lavorativa: uno dei principali benefici di questo tipo di contratto è la flessibilità oraria. I lavoratori possono accettare incarichi in base alle loro esigenze personali, come impegni familiari, studi o altre attività. Questo rende il contratto a chiamata particolarmente adatto per studenti, genitori o chi cerca un equilibrio tra vita privata e lavoro
  • Opportunità di acquisire esperienza: il contratto a chiamata può essere un ottimo punto di partenza per chi desidera entrare nel mercato del lavoro o accumulare esperienze in diversi settori. Questa forma di lavoro offre l’opportunità di acquisire competenze specifiche e ampliare il proprio curriculum
  • Possibilità di integrazione del reddito: per chi ha già un altro impiego o vuole integrare il proprio reddito, il lavoro a chiamata rappresenta una possibilità di guadagno supplementare senza vincoli rigidi di orario.

Svantaggi e potenziali rischi

Nonostante i vantaggi, il contratto a chiamata presenta anche degli svantaggi che è importante considerare:

  • Instabilità e incertezza economica: a differenza di un contratto a tempo pieno o indeterminato, il lavoro a chiamata non garantisce un reddito stabile. La retribuzione dipende dal numero di chiamate ricevute e dalle ore effettivamente lavorate, il che può comportare incertezza finanziaria per i lavoratori
  • Diritti ridotti rispetto ad altri contratti: sebbene i lavoratori a chiamata godano di diritti legali e previdenziali, spesso possono sentirsi meno tutelati rispetto ai colleghi con contratti più stabili. Ad esempio, l’accesso a ferie retribuite, malattie e altre tutele può variare in base al contratto collettivo applicabile
  • Difficoltà nella pianificazione personale e lavorativa: la natura imprevedibile del lavoro a chiamata può rendere difficile pianificare la vita privata e professionale. I lavoratori possono ricevere chiamate inaspettate, con poco preavviso, il che potrebbe complicare la gestione degli impegni personali
  • Senso di precarietà: la mancanza di un contratto a tempo pieno o indeterminato può generare un senso di insicurezza nel lungo periodo, poiché il lavoratore non ha la certezza di ricevere chiamate costanti.

Vantaggi per le aziende

Il contratto a chiamata presenta diversi benefici anche per le imprese, rendendolo un’opzione interessante per la gestione del personale:

  • Adattabilità alle esigenze di produzione: le aziende possono contare su un modello di lavoro flessibile che permette di aumentare o ridurre la forza lavoro in base alle necessità produttive. Questo risulta utile in settori caratterizzati da picchi stagionali di attività o da richieste variabili di mercato
  • Riduzione dei costi: con il contratto a chiamata, le aziende pagano i lavoratori solo per le ore effettivamente lavorate, riducendo i costi legati a retribuzioni fisse e benefici correlati ai contratti a tempo pieno. Inoltre, le imprese possono evitare il pagamento di indennità di disponibilità qualora non previsto dal contratto
  • Accesso a una forza lavoro diversificata e qualificata: grazie alla possibilità di assumere lavoratori per periodi limitati e specifiche esigenze, le aziende possono accedere a un pool di talenti diversificato e qualificato, che può portare nuove idee e competenze nell’organizzazione
  • Sperimentazione di risorse umane: il lavoro a chiamata permette di testare le competenze e l’adattabilità di un lavoratore prima di un’eventuale assunzione con contratto più stabile.

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