Primo appuntamento con Lorenzo Fedele ad #HRaColloquio, la rubrica che ogni martedì intervista i migliori esperti nel campo HR per condividere preziosi consigli e suggerimenti su come puoi affrontare in maniera efficace la ricerca di lavoro.
Lorenzo è Global Talent Management & Development Manager presso un’azienda leader nell’industria globale del beverage di marca. Lorenzo lavora allo sviluppo delle pratiche globali di gestione e sviluppo delle persone, del loro engagement e delle strategie di attrazione dei nuovi talent.
Guarda subito l’intervista in esclusiva per Jobiri dove Lorenzo condivide interessanti consigli per scrivere curriculum efficaci e ci spiega quando può essere utile un Consulente di Carriera.
Come si fa un buon curriculum?
Per fare dei curriculum efficaci, partiamo magari da come non si fanno. Avete mai sentito parlare del formato europeo? Ecco, quello è utile soprattutto quando all’inizio devi capire le aree e le sezioni che possono stare o meno all’interno di un curriculum. Il curriculum europeo è lungo, prolisso, in un formato un po’ desueto. I curriculum efficaci devono stare in una pagina, evitate frasi estese (non è un tema di italiano!), usate bullet point, elenchi puntati, parole chiave. Cercate di andare dritti al punto, soprattutto in base alla tipologia di profilo o di posizione per la quale vi candidate.
Foto sì o foto no?
Un altro tema dibattuto è foto sì o foto no all’interno del curriculum. Essendo in Italia, non avendo particolari restrizioni né in un senso né in un altro, siamo nel campo puro delle opinioni. Una cosa che non è un’opinione è che, se c’è, la foto nel curriculum deve essere professionale.
Evitiamo le foto fatte al matrimonio della sorella, la sera in discoteca, d’estate con gli occhiali da sole sulla spiaggia. Pensate che con cinque euro si acquista la fototessera, con cinque o dieci euro in più si va dal fotografo per farsi fare due/tre scatti professionali con una reflex. Potrebbero essere soldi ben spesi.
Se non lo volete usare, e non la volete mettere, è una vostra scelta. Io non ho un’opinione forte in merito. Linkedin ci dà un dato molto forte: i profili con una foto profilo ricevono molti più click e molte più visite di quelli senza. Varrà anche per il curriculum.
Coerenza cognitiva
Ultimo aspetto, assolutamente per me fondamentale, quello che mi sta più a cuore, è quello di generare coerenza cognitiva: aiutare e facilitare la lettura nel rispetto del selezionatore. Questo è particolarmente vero quando alle prime armi devi distinguerti, devi dare un punto di unicità a un curriculum troppo standard e troppo simile a quello dei tuoi colleghi universitari. Alternativamente anche quando in un determinato periodo della tua vita professionale devi cercare di aiutare ad unire i puntini tra le varie esperienze che possono anche essere molto diverse tra loro.
Il mio consiglio è crea una sezione in più in questo curriculum modulare come l’abbiamo costruito prima. Io la metterei sotto le informazioni anagrafiche, dove andiamo ad indicare la nostra aspirazione. Deve essere indicata con una frase semplicissima (soggetto, verbo, complemento), che va ad aiutare il selezionatore e chi legge a capire qual è veramente il tuo obiettivo professionale e cosa vuoi fare da grande. Di conseguenza, far capire in modo molto chiaro perché ti stai candidando per quella specifica azienda e per quella data posizione.
Perchè può essere utile utilizzare un consulente di carriera?
I consulenti di carriera sono particolarmente utili in due momenti della vita di un professionista: il primo è quando ti lanci nel mondo del lavoro. Devi cercare di identificare quelle che sono le tue aree di specialità e un po’ come venderti, per utilizzare un termine non proprio bellissimo, ma poi di fatto si parla di marketing applicato alle persone. Avete mai sentito parlare del concetto di personal branding? Questo non è nient’altro che il marketing che le grandi aziende applicano sui loro prodotti o sui loro servizi, applicato al tuo profilo. Quindi, così come un’azienda identifica nel proprio prodotto una serie di selling point, di punti di unicità che lo rendono attraente rispetto alla concorrenza, la stessa cosa la dovrebbe fare un candidato.
Cerca di capire quali sono le aziende che potrebbero interessarti, che tipo di datore di lavoro ti farebbe sentire contento di svegliarti la mattina per andare a lavorare ogni giorno. Quali sono le caratteristiche di questo? Qual è la sua offerta lavorativa? Ecco, se queste cose sono chiare, riuscirai a targettizzare molto meglio e orientare meglio la tua comunicazione nei vari touch-point dei contatti con il tuo futuro datore di lavoro. Quindi dal momento in cui ti candidi, al momento in cui rispondi alla prima telefonata, al primo colloquio e via dicendo, fino al tuo primo giorno di lavoro.
L’altro momento chiave in cui i consulenti di carriera possono essere utili è quando sei in un momento della tua vita professionale, magari dopo qualche anno al lavoro, magari anche dopo qualche fregatura, dove ti senti un pochino scoraggiato e privo delle risorse che senti che ti servano per raggiungere il tuo obiettivo e farti assumere dalle aziende che vuoi. Anche qui il consulente di carriera può aiutarti molto a focalizzare e a tirare fuori le risorse necessarie.
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CEO e co-fondatore di Jobiri, impresa innovativa che utilizza l’AI per facilitare l’inserimento lavorativo. Con oltre 15 anni di esperienza in management e leadership, Claudio è un esperto nella gestione aziendale e nelle tematiche di sviluppo organizzativo. La sua visione strategica e il suo impegno sociale fanno di lui un punto di riferimento nel settore.