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Il forum Asstel e la svolta dei sindacati nelle Tlc

Nel cuore di novembre 2025 il Forum Nazionale delle Telecomunicazioni organizzato da Assotelecomunicazioni-Asstel, insieme ai maggiori sindacati del settore, si è trasformato in un’occasione di svolta. Riccardo Saccone, segretario generale Slc-Cgil, ha definito il rinnovo del contratto nazionale di lavoro come un passo cruciale, ma insufficiente senza una nuova fase con politiche industriali e interventi regolatori mirati da parte del Governo. I sindacati hanno chiarito che le problematiche attuali non si risolveranno con accordi interni, ma richiedono decisioni politiche e riforme strutturali.

La posizione espressa da Saccone è stata condivisa da Fistel-Cisl e Uilcom-Uil. Tutte le principali organizzazioni ritengono positivo il rinnovo del Contratto collettivo nazionale di lavoro per le telecomunicazioni, ma sottolineano che è solo un punto di partenza. Nel loro appello congiunto, i sindacati hanno evidenziato l’urgenza di rafforzare le politiche per la digitalizzazione e l’occupazione su scala nazionale.

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Il forum ha fatto emergere anche il tema delle professionalità e delle competenze, considerate leve strategiche da valorizzare e potenziare. La richiesta condivisa è evitare che la crisi di ricavi e la precarizzazione dei call center diventino la scusa per non investire adeguatamente sulle persone e sull’innovazione.

Già dal 18 novembre 2025, data di pubblicazione dell’articolo, la linea dei sindacati si è posta come punto di riferimento nel dibattito nazionale sulla competitività e sul futuro delle Tlc in Italia, sollecitando un confronto autentico tra tutte le parti: istituzioni, imprese e lavoratori.

Crisi dei ricavi, innovazione e valore delle competenze

Uno degli argomenti più sentiti è quello della crisi strutturale dei ricavi nel settore delle telecomunicazioni. Saccone (Slc-Cgil) ha sottolineato che la crisi dei ricavi non può giustificare ogni scelta e non deve diventare alibi per politiche di corto respiro. Ha chiesto alle aziende del comparto di puntare con decisione sull’innovazione e sulla valorizzazione delle professionalità esistenti, invitando a prepararsi alle sfide future senza compromettere la qualità occupazionale, soprattutto nelle aree più esposte come i customer center.

Il settore Tlc è in piena transizione digitale, e i sindacati ritengono che l’Italia non possa più tollerare disattenzioni e pressapochismi politici. Il rischio è quello di danneggiare un ecosistema centrale per la digitalizzazione nazionale. Si richiede quindi una revisione delle scelte di governance, puntando sulla crescita qualificata dell’occupazione e sull’innalzamento delle competenze.

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Secondo i leader sindacali, il superamento della crisi richiede un approccio a lungo termine. La valorizzazione delle competenze digitali, l’investimento nella formazione continua e l’attenzione verso le professionalità emergenti sono elementi indispensabili per una filiera che sia davvero competitiva, anche a fronte della concorrenza internazionale.

Nel contesto europeo, secondo dati Eurostat, l’Italia continua a investire in connettività, ma resta al di sotto della media UE nella formazione digitale degli addetti. Da questi dati emerge la necessità di programmare investimenti pubblici e privati a sostegno dell’aggiornamento professionale, in linea con le richieste dei maggiori attori sindacali.

Rinnovo contrattuale e sfide: call center e contratto di espansione

Il rinnovo del contratto collettivo nazionale di lavoro ha segnato una svolta importante, non solo per la tutela salariale ma anche per l’inclusione di nuove figure professionali strategiche. Alessandro Faraoni, segretario generale Fistel-Cisl, ha ribadito che il contratto guarda al futuro, introducendo la formazione continua obbligatoria e riconoscendo il lavoro agile come parte integrante dell’attività lavorativa.

Il settore dei call center rimane tra i più esposti alle difficoltà strutturali. Salvo Ugliarolo, segretario generale Uilcom-Uil, ha posto l’accento su gare al ribasso, anche nel settore pubblico, che minacciano la tutela dei lavoratori e favoriscono la diffusione di contratti pirata in aree sensibili come l’assistenza clienti. Secondo i sindacati serve garantire maggiore uniformità contrattuale e strumenti di flessibilità per tutelare la sostenibilità economica.

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Tra le misure chiave richieste figura il potenziamento del contratto di espansione. Questa innovazione contrattuale viene considerata fondamentale per accompagnare i processi di riorganizzazione aziendale, favorendo la piena occupazione e fornendo strumenti di supporto alla trasformazione delle imprese. È una strategia preventivata anche nei più recenti piani di Governo sul lavoro.

Il rinnovo contrattuale 2026–2028 punta inoltre a riconoscere il recupero effettivo dell’inflazione Ipca, aspetto determinante per il mantenimento del potere d’acquisto, aspetto fortemente sostenuto dai sindacati nel confronto con le aziende e il legislatore.

Una politica industriale per la competitività futura

I sindacati hanno ribadito che il vero salto di qualità per la filiera Tlc passa da una politica industriale innovativa, supportata da riforme strutturali, investimenti costanti e concertazione tra le parti. Pietro Labriola, presidente di Asstel, ha definito il rinnovo del contratto come un vero e proprio “patto di sistema” tra imprese e sindacati, destinato a rafforzare la competitività e a sostenere la digitalizzazione nazionale.

Nel decennio 2015-2025, secondo l’analisi Asstel, i ricavi del settore Tlc in Italia sono diminuiti costantemente, nonostante investimenti ancora elevati e un costo del capitale salito dal 7,3% all’8,1%. Questa compressione della redditività ha quasi azzerato la capacità delle imprese di generare cassa e pone in evidenza la necessità di politiche industriali integrate ed efficaci.

L’accordo raggiunto valorizza la nascita di nuove aree professionali e prevede misure specifiche per contrastare il dumping contrattuale, in particolare nel settore CRM–BPO, quello più esposto alla transizione tecnologica. Il modello punta così a una filiera competitiva e sostenibile anche dal punto di vista sociale.

Il messaggio condiviso da sindacati e imprese è che solo un coinvolgimento attivo di Governo, imprenditori, lavoratori e istituzioni potrà traghettare il sistema Tlc verso la piena competitività richiesta dalla trasformazione digitale dell’Italia.

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