
6 studenti su 10 usano l’I.A.: e i career service?
Quasi 6 universitari su 10 usano già strumenti di intelligenza artificiale almeno una volta alla settimana. Non è più un esperimento, ma una rivoluzione silenziosa che attraversa aule, biblioteche e colloqui di lavoro.
La domanda è inevitabile: cosa significa per chi, da anni, accompagna i giovani verso l’occupazione?
E come possono career service, università, enti di formazione, informagiovani ed Istituzioni specializzate nei servizi al lavoro restare centrali quando gli studenti si affidano sempre più a tecnologie autonome?
I numeri che non possiamo ignorare
L’Osservatorio Jobiri “I.A. e giovani: sfide e opportunità per chi guida la Gen Z verso il lavoro” fotografa con chiarezza questa trasformazione.
- Il 64% degli studenti del Nord utilizza regolarmente l’I.A., contro il 39% del Sud e Isole: un divario che rischia di trasformarsi in una nuova frattura digitale.
- Il 58% ha già scritto CV o lettere di presentazione con l’I.A., trasformando il modo in cui ci si candida a un lavoro.
- Il 56% teme la sostituzione del lavoro umano, ma oltre il 52% vede l’AI come alleato per liberarsi dalle attività ripetitive e concentrarsi su compiti più qualificanti.
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Opportunità e rischi per chi accompagna i giovani
Per chi si occupa di accompagnamento al lavoro, la sfida è duplice:
- Da un lato, l’I.A. amplifica le possibilità di orientamento, offrendo supporto h24 e strumenti sempre più sofisticati.
- Dall’altro, rischia di marginalizzare il ruolo umano del professionista se non viene integrata con intelligenza e visione strategica.
Le interviste raccolte dall’Osservatorio mostrano bene questa tensione: studenti che usano l’AI per ridurre l’ansia da performance, per velocizzare i compiti o per “standardizzare” CV e lettere, ma che spesso rischiano di perdere autenticità e valore personale.
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La rotta: umanità e tecnologia insieme
Come sottolinea l’Osservatorio, la partita non è tra “intelligenza artificiale contro umani”, ma tra I.A. e umani insieme. L’intelligenza artificiale è la bussola che orienta, velocizza, apre scenari. L’umano resta il navigatore che interpreta, incoraggia, accompagna.
È qui che piattaforme come Jobiri entrano in gioco: strumenti guidati, sicuri e integrabili con Cineca, Almalaurea, Microsoft e molti altri sistemi già utilizzati dalle Istituzioni.
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Conclusione: un futuro da scrivere insieme
La Generazione Z vive l’I.A. tra entusiasmo e timore, tra promesse e incertezze. Ma non deve affrontare questo viaggio da sola. Università, career service, enti di formazione e istituzioni hanno oggi la possibilità di restare centrali, non nonostante l’I.A., ma grazie a un uso consapevole di essa.
La vera domanda allora non è se l’I.A. sostituirà gli orientatori, ma se gli orientatori saranno pronti a guidare i giovani con strumenti nuovi e con la stessa empatia di sempre.
L’Osservatorio Jobiri ci lascia con una prospettiva chiara: il futuro del lavoro dei giovani si giocherà nel punto d’incontro tra tecnologia e umanità. È tempo di decidere da che parte stare.
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CEO e co-fondatore di Jobiri, impresa innovativa che utilizza l’AI per facilitare l’inserimento lavorativo. Con oltre 15 anni di esperienza in management e leadership, Claudio è un esperto nella gestione aziendale e nelle tematiche di sviluppo organizzativo. La sua visione strategica e il suo impegno sociale fanno di lui un punto di riferimento nel settore.