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Le nostre potenzialità spesso si tramutano in interessi e passioni che manifestiamo attraverso il volontariato e che arricchiscono il nostro bagaglio di esperienze e conoscenze spendibili in ambito lavorativo. Inserire esperienze di volontariato nel curriculum non solo trasmette un’immagine di noi stessi più concreta, ma aiuta a distinguerci dagli altri candidati.
Inoltre, sono in continua crescita le posizioni lavorative che richiedono responsabilità sociale o ambientale. E qual è il miglior candidato se non colui che investe parte del suo tempo libero in attività utili per gli altri o la collettività?
Ecco 3 consigli utili per valorizzare le tue esperienze di volontariato nel modo migliore e chiarire i dubbi più comuni sulla sezione “Volontariato”:
1) Valorizza tue esperienze di volontariato nel curriculum per distinguerti
Uno dei timori di molti candidati è che i recruiter non si soffermino a leggere la sezione del curriculum dedicata alle attività di volontariato. In realtà, i responsabili delle risorse umane pongono molta attenzione al formato del CV e all’intestazione delle sezioni, quindi non sottovalutare lo spazio e la posizione che dedicherai a questa sezione.
In linea di massima è consigliabile inserire le attività di volontariato dopo la sezione delle esperienze professionali retribuite e dopo la parte dedicata alla formazione e alle competenze. Potresti anche inserire le esperienze di volontariato all’interno della sezione “lavori retribuiti”, se l’attività che hai svolto è strettamente legata all’ambito per il quale ti stai candidando o se hai un’esperienza lavorativa limitata.
In questo ultimo caso, è importante indicare chiaramente la dicitura “volontario” nel titolo dell’occupazione (esempio: “Social Media Manager Volontario”) o nella descrizione (esempio: “Gestito social media per una no-profit emergente da volontario”).
2) Usa bene le parole: sii chiaro e conciso
Quando si hanno già alcuni anni di esperienza lavorativa alle spalle, lo spazio da dedicare alla sezione Volontariato può essere limitato. È quindi consigliabile essere chiari e concisi: si deve citare il ruolo svolto, l’organizzazione con la quale si è collaborato, il periodo e il luogo, in un’unica riga.
È fondamentale inoltre dare la priorità alle attività più rilevanti per il ruolo per il quale ci si è candidati, evidenziando le attività svolte e soprattutto l’obiettivo conseguito. Ad esempio:
SOCIAL MEDIA MANAGER VOLONTARIO | WWF | Milano |
Ottobre 2018-Febbraio 2019
Coordinato la comunicazione online e gestito i social media per il lancio del progetto “Giovani per l’Ambiente” aumentando il numero di visualizzazioni del 15% ed il tempo medio speso sulle pagine del 23%
Se disponi invece di più spazio, utilizza un elenco puntato per descrivere più nel dettaglio le attività che hai svolto e i risultati che hai raggiunto in 2/3 punti.
3) Fai attenzione alle informazioni che fornisci
È importante ricordare che fare il volontario per alcune associazioni potrebbe portare alla luce informazioni personali non richieste, che potrebbero potenzialmente condizionare il giudizio del recruiter a tuo sfavore.
In linea di massima quindi è sconsigliabile citare organizzazioni politiche o comunità religiose. Eticamente può sembrare ingiusto, ma così facendo si evita di trasmettere informazioni strettamente personali che potrebbero esporci a pregiudizi sgradevoli.
La maggior parte delle aziende con le quali entrerai in contatto riceve moltissimi curriculum ogni giorno. Inserendo anche le attività di volontariato nel curriculum, sarà più semplice suscitare l’interesse del selezionatore. Mantenendo viva l’attenzione sul nostro profilo è più probabile che verremo chiamati per un colloquio, magari per affidarci un lavoro che nasce proprio dalle nostre passioni e capacità.
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