I.A. e giovani: sfide e opportunità per chi guida la Gen Z verso il lavoro2025-08-26T11:39:10+02:00

I.A. e giovani: sfide e opportunità per chi guida la Gen Z verso il lavoro

6 universitari su 10 usano l’I.A. almeno una volta alla settimana.
Non è più un esperimento, ma una parte integrante della vita di studio e della ricerca di lavoro della Gen Z.
Il nuovo Osservatorio Jobiri, basato sull’analisi di oltre 1.000 giovani italiani, mostra come l’I.A. sta rivoluzionando studio, ricerca di lavoro e ruolo delle Istituzioni, offrendo strategie concrete per chi si occupa di accompagnamento al lavoro e orientamento.

studenti interagiscono nel campus
64%
di universitari usa l’I.A. almeno una volta a settimana
56%
dei giovani teme che l’I.A. possa sostituire il lavoro umano
58%
ha già utilizzato l’I.A. per scrivere Curriculum in autonomia

Sintesi dell’Osservatorio

L’Osservatorio Jobiri “I.A. e giovani: sfide e opportunità per chi guida la Gen Z verso il lavoro” fotografa come l’intelligenza artificiale stia cambiando il modo in cui i giovani italiani studiano, cercano lavoro e immaginano il proprio futuro. Attraverso l’analisi di 1.015 giovani tra i 19 e i 27 anni, emergono dati sorprendenti che raccontano entusiasmo, paure e differenze profonde tra territori e percorsi formativi.

Alcuni dati chiave:

  • 64% degli studenti universitari del Nord utilizza l’I.A. almeno una volta a settimana, contro il 39% nel Sud e Isole: un divario che rischia di trasformarsi in nuova disuguaglianza di opportunità.
  • L’I.A. non è più solo per lo studio: oltre il 58% la usa per scrivere CV, lettere di presentazione o prepararsi ai colloqui, segnalando un cambiamento radicale nei processi di inserimento lavorativo.

  • Le principali motivazioni? Velocizzare le attività (62%), ottenere soluzioni immediate senza fatica (55%) e ridurre l’ansia da performance (dato qualitativo emerso con forza nelle interviste).
  • Accanto all’entusiasmo, convivono forti timori: il 56% teme la sostituzione del lavoro umano, mentre il 52% intravede nell’AI un alleato per ridurre le attività ripetitive e liberare tempo per compiti più qualificanti.
  • L’apprendimento dell’I.A. da parte dei giovani è ancora in gran parte “informale”: oltre il 75% dichiara di aver imparato tramite autoapprendimento o peer learning, mentre solo il 11% ha ricevuto una formazione istituzionale.

Il quadro che emerge è chiaro:

  • L’I.A. sta entrando in modo dirompente nella vita dei giovani, ma lo fa seguendo percorsi non strutturati e con forti squilibri territoriali e formativi.
  • Per i career service universitari, la sfida è duplice: restare centrali nell’orientamento quando gli studenti si affidano sempre più a strumenti digitali autonomi e, al tempo stesso, valorizzare il ruolo umano che nessuna tecnologia può sostituire.

L’Osservatorio, oltre a mettere in luce dati e tendenze, propone anche piste di lavoro concrete per istituzioni, orientatori e policy maker: integrare strumenti come Jobiri, che già supporta oltre 120 istituzioni, 150.000 giovani e più di 1.000 orientatori, significa non perdere il ruolo guida, ma trasformarsi in alleati strategici della Generazione Z nell’era dell’I.A.

Questo Osservatorio rappresenta una bussola indispensabile per chi opera nel campo dell’orientamento, dell’educazione e delle politiche giovanili. Approfondirlo significa capire dove sta andando la Gen Z e quali strategie servono oggi per accompagnarla con efficacia nel lavoro di domani

Chi ha reso possibile questo osservatorio

Questo Osservatorio prende forma grazie all’impegno di Jobiri, un’impresa innovativa a vocazione sociale che da anni lavora al fianco di Università, Scuole, Enti di Formazione, Comuni, Istituzioni e Agenzie per il Lavoro con un obiettivo preciso: rendere l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro più efficaci, scalabili e vicini ai bisogni reali delle nuove generazioni.

In questi anni Jobiri ha già supportato oltre 120 Istituzioni, accompagnato più di 150.000 giovani e formato e affiancato oltre 1.000 orientatori. Numeri che testimoniano non solo la portata della piattaforma, ma anche la fiducia crescente che scuole, università e servizi per il lavoro ripongono nella nostra missione.

Jobiri non è soltanto la prima piattaforma italiana di career coaching basata su intelligenza artificiale: è un ecosistema integrato che unisce tecnologia e valore umano, offrendo strumenti concreti a chi cerca lavoro e supporto strategico a chi, ogni giorno, si occupa di accompagnare studenti, laureati e giovani nel percorso verso l’occupazione.

Un ecosistema al servizio di Istituzioni, giovani e aziende:

🏛️ Per istituzioni e career service:

Jobiri diventa un partner che libera risorse e rafforza la centralità del loro ruolo:

  • servizi digitali disponibili 24/7, accessibili anche in modalità self-service;
  • automazione dei compiti ripetitivi, che consente agli orientatori di concentrarsi su attività a più alto valore aggiunto;
  • maggiore scalabilità e personalizzazione, con strumenti che rendono possibile seguire anche un numero crescente di utenti senza ridurre la qualità del supporto;
  • dati e insight per prendere decisioni più informate e potenziare le politiche di orientamento;
  • percorsi di formazione sull’uso consapevole e strategico dell’AI, per rafforzare le competenze degli operatori e prepararli a guidare i giovani nell’era digitale;
  • integrazione nativa con strumenti già diffusi nelle istituzioni, come Cineca, Almalaurea, Microsoft e molte altre piattaforme, per garantire continuità e facilità di adozione senza stravolgere i sistemi esistenti.

👩‍🎓 Per studenti e giovani in transizione

Jobiri rappresenta un alleato che accelera e semplifica la ricerca di lavoro:

  • oltre 180.000 opportunità aggiornate in un unico spazio digitale;
  • strumenti di scrittura assistita con AI per curriculum e lettere di presentazione;
  • ottimizzazione guidata del profilo LinkedIn e masterclass dedicate all’uso strategico del social;
  • simulazioni di colloquio per allenarsi in un ambiente sicuro e realistico.

🏢 Per le aziende

Jobiri è un ponte tra imprese e giovani talenti:

  • strumenti di employer branding per attrarre i candidati migliori;
  • pubblicazione e gestione integrata delle offerte tramite Applicant Tracking System (ATS);
  • collaborazioni con le istituzioni per favorire l’occupazione e rafforzare i legami con il territorio

Grazie a questa visione, Jobiri non è soltanto tecnologia: è un alleato per il progresso del mercato del lavoro, un motore che aiuta gli attori dell’ecosistema a restare centrali in un mondo trasformato dall’AI.
Con strumenti pensati per ciascuno stakeholder, trasforma la ricerca di lavoro e l’orientamento in un’esperienza più efficace, inclusiva e orientata al futuro.

Career Service e I.A.: un’alleanza per il futuro

I dati di questo Osservatorio ci raccontano una verità che non possiamo ignorare: l’intelligenza artificiale sta entrando con forza nella vita dei giovani. Non è più una curiosità tecnologica, ma un compagno silenzioso che li accompagna nello studio, nella ricerca di lavoro, nella costruzione del futuro.

In questo scenario, chi lavora nei career service universitari o per i servizi di accompagnamento al lavoro, si trova di fronte a una sfida delicata: come rimanere centrali per gli studenti, quando l’I.A. sembra offrire risposte immediate e accessibili?

È naturale provare il timore di perdere rilevanza. Ma la verità è che oggi, più che mai, il ruolo di orientatori, career coach e psicologi del lavoro è insostituibile.

Perché nessun algoritmo può dare ciò che voi professionisti e professioniste sapete offrire: ascolto, fiducia, orientamento autentico. Allo stesso tempo, nessun esperto di carriera può ignorare il cambiamento in corso. È necessario unire la forza della tecnologia alla ricchezza del valore umano.

Sin dall’inizio, Jobiri porta avanti un’unica missione come alleato fedele. Un compagno che aiuta a navigare il mare complesso dell’I.A., offrendo strumenti sicuri, ambienti guidati e percorsi di formazione che permettono ai career service di restare centrali nella vita degli studenti.

Con Jobiri, la tecnologia libera dalle attività più ripetitive, offre dati e insight preziosi, accompagna nel trasformare l’I.A. in una bussola. In questo modo, resta intatto ciò che conta davvero: il tempo e lo spazio per coltivare relazioni umane significative, per aiutare ogni giovane a dare senso al proprio cammino.

La sfida dell’I.A. non è da affrontare da soli. È un percorso che possiamo compiere insieme, con fiducia e responsabilità.

Perché crediamo in un futuro in cui i career service non saranno marginalizzati, ma protagonisti di un nuovo modo di accompagnare la Generazione Z: più forti, più centrali, più umani.

Claudio Sponchioni e Roberto Sponchioni
Fondatori di Jobiri

Claudio e Roberto Sponchioni, Cofounders Jobiri

Le aziende italiane alla ricerca di competenze I.A.

Negli ultimi due anni l’Italia ha vissuto un’accelerazione silenziosa ma inesorabile: sempre più aziende, dalle grandi multinazionali ai distretti produttivi locali, iniziano a chiedere nei giovani laureati non solo competenze tecniche tradizionali, ma anche la capacità di usare e comprendere gli strumenti di intelligenza artificiale.

Se fino a poco tempo fa il riferimento all’I.A. in un annuncio di lavoro era un’eccezione quasi esotica, oggi compare con frequenza crescente. Non è ancora un requisito dominante, ma diventa sempre più spesso un “plus competitivo” che distingue chi riesce ad attrarre le nuove generazioni di talenti.

Quota di annunci di lavoro attivi che menzionano ChatGPT, DALL-E, Midjourney, Claude, Anthropic, Gemini, Copilot per settimana. Basato sull’analisi di tutti gli annunci di lavoro e stage attivi su Jobiri.com dal 01/06/2023 al 01/06/2025.
Fonte: Annunci della piattaforma Jobiri.com, Luglio 2025

E non si tratta soltanto di ruoli IT. L’I.A. entra nei reparti marketing, nella comunicazione, nella progettazione grafica, nella consulenza aziendale e persino nelle mansioni d’ufficio più quotidiane. Il messaggio che le imprese lanciano è chiaro: chi sa padroneggiare questi strumenti ha più chance di farsi notare, anche senza anni di esperienza alle spalle.

Distribuzione per macro settori degli annunci di lavoro che menzionano strumenti di intelligenza artificiale (ChatGPT, DALL·E, Midjourney, Claude, Anthropic, Gemini, Copilot).
Fonte: Annunci della piattaforma Jobiri.com, Luglio 2025

Gen Z e I.A.: tra entusiasmo e differenze regionali

Nel periodo di analisi, l’utilizzo dell’intelligenza artificiale generativa da parte dei giovani in Italia è cresciuto in maniera significativa. Se all’inizio era appannaggio di pochi curiosi, oggi la maggioranza degli studenti universitari dichiara di farne uso con regolarità.

Non è più una tecnologia di nicchia, ma un’abitudine che si sta consolidando, pur con differenze territoriali marcate: il Nord guida l’adozione, il Centro segue con valori intermedi, mentre Sud e Isole restano sensibilmente indietro.

Frequenza di utilizzo di strumenti di I.A. da parte di giovani iscritti all’università per area geografica. Nord include: Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto. Centro include: Centro: Lazio, Marche, Toscana ed Umbria. Sud e isole include: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia

Questa fotografia evidenzia un’Italia a tre velocità. Al Nord quasi uno studente su cinque dichiara un uso quotidiano dell’I.A. e oltre il 60% la utilizza almeno una volta a settimana: un dato che segnala una progressiva normalizzazione della tecnologia nella vita accademica e professionale. Al Centro i livelli restano buoni ma meno consistenti: qui prevale un utilizzo regolare, con oltre un terzo degli studenti che resta ancora ai margini.

Il divario maggiore si osserva nel Sud e nelle Isole, dove oltre sei studenti su dieci dichiarano di non usare quasi mai strumenti di intelligenza artificiale. In queste aree, l’I.A. è percepita più come novità distante che come risorsa concreta. Ciò riflette dinamiche già note nel campo dell’innovazione digitale: minore accesso a percorsi formativi specializzati, ritardi infrastrutturali e un tessuto produttivo meno esposto all’adozione tecnologica.

Nel complesso, la tendenza è chiara: sempre più giovani usano l’intelligenza artificiale, ma l’Italia rimane divisa da differenze territoriali che rischiano di trasformarsi in nuove disuguaglianze di competenze e opportunità.

L’uso dell’I.A. tra studio e ricerca del lavoro

L’intelligenza artificiale si sta via via consolidando come strumento trasversale nelle attività degli studenti italiani, con una presenza significativa tanto nello studio quanto nella ricerca del lavoro.

Curriculum studente superiori: come scriverne uno efficace? - Jobiri

Non si tratta più di un fenomeno marginale o confinato alla curiosità tecnologica, ma di un supporto che progressivamente entra a far parte delle pratiche quotidiane di intere generazioni.

Le motivazioni dichiarate dagli studenti ruotano intorno a benefici concreti e immediati: la semplicità d’uso, l’accessibilità continua, la possibilità di ottenere risultati con maggiore rapidità, la percezione di poter accedere a soluzioni immediate senza eccessiva fatica, la curiosità verso l’innovazione e, in alcuni casi, il valore di potenziamento nello studio o nella preparazione di materiali per la ricerca di lavoro.

Motivazioni all’utilizzo di strumenti di intelligenza artificiale come supporto allo studio e come supporto alla ricerca di lavoro. Fonte: analisi e interviste Jobiri.com

Tuttavia, le motivazioni esplicite non sembrano esaurire il quadro. Alcuni indizi, che richiedono ulteriori approfondimenti e validazioni empiriche, suggeriscono la presenza di dinamiche latenti difficilmente dichiarabili dagli studenti stessi. È probabile che l’intelligenza artificiale venga percepita anche come strumento di riduzione dell’ansia da performance, come stampella cognitiva per colmare insicurezze, come mezzo per delegare compiti percepiti come onerosi e, non da ultimo, come garanzia di una sorta di omologazione sicura nei contesti formali, soprattutto nella stesura di CV e lettere di presentazione.

Dall’aula al lavoro con l’I.A.

La fase di transizione dal percorso accademico al mondo del lavoro rappresenta uno dei momenti più delicati per i giovani. È qui che l’intelligenza artificiale si inserisce con maggiore forza, modificando le pratiche tradizionali e ridefinendo il modo in cui la Generazione Z si presenta ai potenziali datori di lavoro.

Un dato spicca su tutti: oltre il 58% degli studenti dichiara di utilizzare l’AI per scrivere il proprio curriculum. Questo segna un passaggio cruciale: l’AI non è più confinata al supporto nello studio, ma diventa strumento operativo nel processo di inserimento lavorativo.

I dati raccolti dall’Osservatorio mostrano come le applicazioni dell’I.A. si distribuiscano lungo le principali fasi di preparazione alla ricerca di lavoro:

  • 58% degli studenti dichiara di usarla per la scrittura del CV, con l’obiettivo di renderlo più chiaro, completo e competitivo;
  • 55% la utilizza per le lettere di presentazione, spesso percepite come una delle parti più complesse e impegnative delle candidature;
  • 41% la sfrutta nella preparazione ai colloqui, simulando domande e ricevendo feedback immediati per migliorare le risposte.

Utilizzo di strumenti I.A. nelle principali fasi di ricerca di lavoro o tirocinio. Fonte: analisi e interviste Jobiri.com

Questi numeri confermano che la Generazione Z non vede l’I.A. solo come un supporto allo studio, ma come un alleato concreto per affrontare le sfide del mercato del lavoro, anticipando e colmando lacune che spesso i servizi tradizionali non riescono a coprire con la stessa rapidità.

Tuttavia, questo fenomeno apre anche interrogativi importanti per chi lavora nell’orientamento. Se da un lato l’I.A. fornisce un aiuto rapido e diffuso, dall’altro rischia di favorire approcci standardizzati, riducendo la capacità dei giovani di valorizzare la propria unicità. Il pericolo è che i candidati si presentino con materiali sempre più simili tra loro, omologati da algoritmi che privilegiano la forma rispetto alla sostanza.

Dove la Gen Z impara ad usare l’I.A.

Uno degli aspetti più significativi nell’analisi dell’impatto dell’intelligenza artificiale riguarda non solo quanto venga utilizzata, ma soprattutto come i giovani apprendono a farlo. L’ingresso rapido degli strumenti di I.A. generativa nel quotidiano degli studenti italiani non è stato accompagnato da una diffusione altrettanto rapida di percorsi formativi strutturati. Di conseguenza, gran parte delle competenze sviluppate nasce da modalità informali, spontanee e non sempre sistematiche.

Il canale più diffuso resta l’autoapprendimento: sperimentazione diretta, tentativi per prove ed errori, consultazione di tutorial online e piattaforme digitali. In parallelo, gioca un ruolo non trascurabile l’apprendimento mediato dai pari: amici, compagni di corso, community digitali. Questo meccanismo produce una sorta di trasferimento “orizzontale” delle competenze, che accelera l’adozione ma ne amplifica anche la variabilità qualitativa.

Un terzo canale è rappresentato dai contenuti informali diffusi sui social media, come brevi video esplicativi o thread divulgativi, che offrono risposte rapide e di facile consumo ma raramente garantiscono un approfondimento metodologico. Solo una minoranza di studenti ha invece avuto accesso a un’istruzione istituzionale sull’I.A., attraverso corsi universitari o programmi di formazione specifici.

Modalità di apprendimento dell’I.A. da parte degli studenti universitari suddiviso tra le categorie: autoapprendimento (e sperimentazione diretta), apprendimento da pari (amici, compagni, community), contenuti digitali informali (social, blog, video), formazione istituzionale (corsi universitari o programmi dedicati). Fonte: analisi e interviste Jobiri.com

Il quadro che emerge è quello di una generazione che si muove velocemente nell’adozione delle nuove tecnologie, ma che lo fa seguendo percorsi paralleli a quelli accademici. Questo spiega la rapidità di diffusione dell’intelligenza artificiale nella quotidianità, ma al tempo stesso segnala come il livello di approfondimento e di consapevolezza resti molto eterogeneo.

In altre parole, l’I.A. viene appresa e utilizzata con modalità immediate, accessibili e spesso improvvisate, più orientate a risolvere problemi concreti che a costruire competenze solide e trasferibili nel lungo periodo.

Paure e speranze: il futuro del lavoro con l’I.A.

Se da un lato l’intelligenza artificiale è percepita come strumento di opportunità, dall’altro rappresenta una fonte significativa di preoccupazione per i giovani che si affacciano al mercato del lavoro. La Generazione Z vive infatti l’intelligenza artificiale con una duplice prospettiva: da un lato una leva di crescita, dall’altro un fattore di instabilità.

Curriculum studente superiori: come scriverne uno efficace?

Le principali paure riguardano il timore di sostituzione, la perdita di centralità del lavoro umano e l’omologazione dei contenuti. Molti studenti temono che i processi automatizzati possano erodere intere professioni, riducendo gli spazi di creatività e ridimensionando la possibilità di distinguersi. Questa ansia si accompagna al timore che l’I.A. generi un aumento della competizione non solo tra pari, ma anche tra uomini e algoritmi.

Accanto a queste paure, emergono però speranze concrete. Una larga parte degli studenti vede nell’intelligenza artificiale un alleato in grado di alleggerire le attività ripetitive, velocizzare compiti amministrativi e liberare tempo per attività più complesse e stimolanti. Altri riconoscono nell’I.A. la possibilità di democratizzare l’accesso a strumenti di qualità – dalla scrittura di CV a simulazioni di colloqui – che fino a poco tempo fa erano appannaggio di pochi

Paure e speranze della Generazione Z verso l’I.A. nel mondo del lavoro. Fonte: analisi e interviste Jobiri.com

La lettura congiunta di paure e speranze conferma che i giovani non assumono posizioni polarizzate, ma si muovono in una zona grigia di ambivalenza. L’I.A. non viene percepita né come minaccia assoluta né come panacea, bensì come strumento in cui i benefici dipendono dall’equilibrio tra controllo umano e automazione.

I.A. e le sfide per i Career Service

Per i career service universitari e per gli uffici placement, l’irruzione dell’intelligenza artificiale è una sfida che assume una doppia faccia: da un lato l’I.A. promette di ampliare le possibilità di orientamento, dall’altro rischia di minarne la centralità se non viene gestita in modo consapevole.

Sempre più studenti, infatti, si affidano direttamente a strumenti digitali per scrivere un curriculum, preparare un colloquio o persino definire una strategia di carriera. In questo scenario, le istituzioni si trovano a dover rispondere a una domanda cruciale: come restare punti di riferimento autorevoli e centrali, quando la tecnologia sembra offrire soluzioni sempre più autonome?

La chiave non è competere con l’I.A., ma guidarla e integrarla. È qui che soluzioni come Jobiri trovano la loro ragion d’essere. La piattaforma nasce con un obiettivo preciso: trasformare l’intelligenza artificiale in un alleato strutturato per l’orientamento, evitando derive di utilizzo superficiale o rischioso.

Attraverso Jobiri i Career Service possono:

  • offrire un ambiente I.A. guidato, sicuro e tracciabile, in cui studenti e laureati possano sperimentare senza rischi di dispersione o disinformazione;
  • educare i giovani a un uso consapevole della tecnologia, affiancando all’I.A. occasioni di formazione, workshop ed eventi sull’I.A.
  • liberare tempo e risorse da compiti ripetitivi, così da concentrarsi sulle attività a maggior valore aggiunto: coaching, networking, personalizzazione dei percorsi.

  • acquisire nuove competenze tecniche grazie a strumenti di I.A. come Jobiri o acquisire nozioni di prompting e partecipare a corsi sull’orientamento efficace grazie all’I.A.

  • continuare ad usare piattaforme già diffuse nel panorama accademico (Almalaurea, Esse3, Moodle, ecc.) agganciandoci nuovi moduli intelligenti per lavorare meglio e più efficacemente

Non a caso, oltre 120 istituzioni hanno già scelto Jobiri come partner tecnologico per rafforzare il proprio ruolo, riportando l’orientamento al centro dei percorsi formativi. L’adozione di questi strumenti non è più un’opzione: è una strategia di sopravvivenza e crescita per gli uffici placement che vogliono rimanere rilevanti in un contesto di risorse limitate ed aspettative crescenti da parte della Generazione Z.

Come guidare la Gen Z nell’era dell’I.A.

Se la tecnologia può accelerare, amplificare e rendere più accessibili i servizi di orientamento, resta però un fatto ineludibile: nessun algoritmo può sostituire il valore della relazione umana.

candidata affronta il primo colloquio dopo aver inviato il suo primo CV Entry Level

La Generazione Z vive l’I.A. con entusiasmo ma anche con timori. È proprio in questo spazio di ambivalenza che gli orientatori, i career coach, gli psicologi del lavoro e le Istituzioni possono riaffermare la propria centralità. L’I.A. può offrire strumenti rapidi, ma non può sostituire l’empatia, la capacità di leggere le sfumature emotive, l’accompagnamento nel costruire senso e significato rispetto al futuro professionale.

Il futuro dell’orientamento sarà quindi ibrido: I.A. come strumento di empowerment, l’essere umano come guida e interprete. In questo quadro, piattaforme come Jobiri intendono potenziare il ruolo degli orientatori: fornendo dati, formazione, automatizzando attività ripetitive e liberando tempo da reinvestire nella relazione.

Per comprendere meglio questa complementarità, è utile leggere in parallelo le funzioni che l’intelligenza artificiale e l’umano svolgono nei diversi aspetti dell’orientamento:

🤖 Cosa fa l’I.A. 👤 Cosa fa l’umano
⚡Efficienza operativa Automatizza compiti ripetitivi (creazione CV, matching annunci, ecc.) Definisce priorità, personalizza i percorsi di accompagnamento, gestisce le eccezioni
📲 Accessibilità Garantisce disponibilità continua e immediata, riducendo le barriere Interpreta i bisogni latenti, crea fiducia, senso di inclusione e supporto relazionale
🎯 Personalizzazione Analizza dati, propone percorsi mirati su competenze, valori e interessi Traduce i dati in un progetto di vita, valorizza unicità e motivazioni
📚 Apprendimento Offre feedback immediato e risorse illimitate Allena al pensiero critico, insegna ad apprendere dall’esperienza
💙Supporto emotivo Non disponibile: si limita a risposte standardizzate Fornisce empatia, incoraggiamento e gestione delle emozioni
🔭Visione strategica Mette in evidenza trend e scenari occupazionali Aiuta a leggere i trend nel contesto personale e sociale dello studente
⚖️Etica Applica regole predefinite Valuta i dilemmi etici, accompagna a scelte responsabili

Questa griglia mostra come l’intelligenza artificiale e il fattore umano non siano in competizione, ma complementari. L’I.A. è la bussola che orienta con dati, insight e velocità; l’umano resta il navigatore insostituibile, capace di dare senso, di interpretare le complessità e di guidare i giovani con empatia e responsabilità.

In questa visione, gli orientatori e le istituzioni non rischiano di essere marginalizzati: al contrario, diventano i protagonisti di un nuovo modo di accompagnare la Generazione Z, in cui l’I.A. è leva di efficienza, e l’umano custode di significato.

Metodologia e Disclaimer

Per comprendere meglio l’impatto dell’intelligenza artificiale e le trasformazioni nei percorsi di accompagnamento al lavoro dei giovani in Italia, Jobiri ha condotto un sondaggio nazionale rivolto a studenti e neolaureati tra i 19 e i 27 anni.
L’indagine si è svolta tra gennaio e dicembre 2024 attraverso la compilazione di un questionario online. Il campione complessivo è composto da 1.015 rispondenti, selezionati con criteri di eterogeneità geografica, formativa e demografica.
Pur non potendo essere considerato statisticamente esaustivo, il campione fornisce un quadro rappresentativo delle percezioni, delle difficoltà e delle opportunità vissute dalla Generazione Z rispetto all’uso dell’I.A. nello studio e nella ricerca di lavoro.
Si presenta qui di seguito il campione di riferimento.

1. Genere (rispondenti: 1.015)

Genere Percentuale (%)
Uomini 46%
Donne 54%

2. Titolo di studio (rispondenti: 1.015)

Titolo di studio Percentuale (%)
Diploma 3%
Laurea triennale 48%
Laurea specialistica 42%
Master 5%
Dottorato di ricerca 2%

3. Area geografica (rispondenti: 1.156)

Area geografica Percentuale (%)
Nord* 45%
Centro** 28%
Sud e Isole*** 27%

*Nord: Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto
**Centro: Lazio, Marche, Toscana ed Umbria
***Sud e isole: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia

La riproduzione, anche parziale, dei contenuti del presente documento è consentita esclusivamente previa citazione completa della fonte: Osservatorio Jobiri – “I.A. e giovani: sfide e opportunità per chi guida la Gen Z verso il lavoro” e del relativo link: www.jobiri.com.


La raccolta e l’elaborazione dei dati presentati non hanno finalità di esaustività scientifica, ma intendono offrire uno strumento di analisi e riflessione utile per orientatori, istituzioni e professionisti. Trattandosi di una ricerca basata su dichiarazioni spontanee dei partecipanti, gli autori non si assumono responsabilità circa la totale completezza o l’assoluta accuratezza delle informazioni riportate.

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