In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca lavoro2025-02-07T15:20:28+01:00

Osservatorio Jobiri “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca lavoro”

Quasi l’80% dei giovani si sentono abbandonati nella ricerca di lavoro, un dato che mette in luce un mercato del lavoro complesso e un sistema di supporto spesso inadeguato. La rapidità dei cambiamenti tecnologici e la crescente flessibilità contrattuale rendono il divario tra ciò che serve e ciò che viene offerto sempre più evidente.

Questo Osservatorio, basato sull’analisi di oltre 1.100 giovani tra i 18 ed i 29 anni, evidenzia criticità e propone soluzioni innovative per orientatori, career coach e decisori istituzionali nel mondo della formazione e del lavoro. Un percorso tra numeri, tendenze e strategie per ripensare i servizi di carriera e dell’orientamento per sostenere realmente i giovani.
Prosegui nella lettura per scoprire come trasformare queste sfide in opportunità.

68%
dei giovani è in ansia quando pensa alla ricerca lavoro
89%
non sa presentare le proprie esperienze in maniera efficace
77%
evidenzia un insufficiente supporto nell’affrontare la ricerca di lavoro

Sintesi dell’Osservatorio

Quasi 8 giovani su 10 in Italia si sentono soli nella ricerca di lavoro, affrontando un sistema che spesso non riesce a stare al passo con le loro esigenze. L’Osservatorio Jobiri, “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca lavoro”, svela dati sorprendenti sulle difficoltà che i giovani incontrano nel loro percorso professionale e sulle sfide che orientatori e istituzioni devono affrontare per offrire un supporto adeguato.

Le criticità emerse coinvolgono ogni aspetto della ricerca di lavoro:

  • Il 68% dei giovani vive con ansia il processo di ricerca, sentendosi sopraffatto dall’incertezza e dalla paura di non riuscire.
  • L’89% non sa come presentare in modo efficace le proprie esperienze di studio e lavoro, compromettendo le proprie opportunità di essere notato dai recruiter.
  • Il 72% ha profili LinkedIn poco curati, limitando drasticamente le proprie possibilità di networking e visibilità.
  • Il 77% si presenta ai colloqui senza un’adeguata preparazione, rischiando di perdere opportunità preziose.
  • Il 65% lamenta l’uso di software obsoleti nei servizi offerti dalle istituzioni, ostacolando la ricerca di lavoro.

Eppure, l’Osservatorio non si limita a descrivere i problemi: propone soluzioni innovative e concrete per rendere il sistema più efficace e inclusivo. Offre strategie pratiche per orientatori, career coach e decisori istituzionali, fornendo strumenti che aiutano a trasformare le difficoltà in opportunità reali.

Grazie all’analisi di 1.156 giovani, l’Osservatorio fornisce una guida dettagliata su come migliorare l’efficacia dei servizi di orientamento e di accompagnamento al lavoro. Dalla gestione dell’ansia alla preparazione per i colloqui, passando per l’uso strategico della tecnologia nella creazione di curriculum e profili LinkedIn, questa analisi rappresenta uno strumento indispensabile per chiunque voglia contribuire a cambiare il futuro della ricerca di lavoro in Italia.

Continua a leggere per scoprire soluzioni efficaci e strategie vincenti che possono fare la differenza nel supportare i giovani nella loro crescita professionale.

Chi ha reso possibile l’indagine sulla ricerca di lavoro dei giovani

Questo osservatorio nasce dall’impegno di Jobiri, impresa innovativa a vocazione sociale che ha creato il consulente digitale di carriera basato sull’intelligenza artificiale più scelto in Italia. Jobiri accelera l’inserimento lavorativo, offrendo soluzioni tecnologiche avanzate che rispondono ai bisogni di chi cerca un impiego e di fa orientamento o accompagnamento al lavoro.

Jobiri non si limita a innovare: trasforma i servizi di carriera offerti da Scuole, Enti di Formazione, Università, Istituzioni Pubbliche, Società di Outplacement e Agenzie per il Lavoro, fornendo il primo ecosistema integrato di servizi di carriera intelligenti.

Questo ecosistema è progettato per soddisfare le esigenze di tutti gli stakeholder coinvolti, sia a livello locale che nazionale, migliorando l’efficacia del mercato del lavoro.

Un ecosistema al servizio di giovani, Istituzioni e aziende

ecosistema delle aree azienda, studente e istituzione
  • Studenti, giovani e disoccupati trovano in Jobiri un alleato per accelerare la ricerca di lavoro:

    • Una piattaforma unica aggrega +180.000 offerte di lavoro per semplificare l’accesso alle opportunità.
    • Il CV Builder intelligente, basato su intelligenza artificiale, fornisce suggerimenti personalizzati per ottimizzare il curriculum e renderlo competitivo.
    • Il Cover Letter Builder, alimentato da AI, aiuta a scrivere lettere di presentazione accattivanti.
    • Un sistema dedicato consente di creare e ottimizzare automaticamente il profilo LinkedIn, migliorandone l’efficacia nel raggiungere i recruiter.
    • Una masterclass sull’uso di LinkedIn permette a chiunque di apprendere le migliori strategie per sfruttare al massimo questo social network.
    • Le video simulazioni di colloqui permettono di allenarsi e migliorare le proprie risposte in un ambiente guidato e sicuro.
  • Istituzioni trovano in Jobiri un partner strategico per rivoluzionare i servizi di carriera e migliorare l’efficienza delle attività di supporto. Grazie alla piattaforma, le Istituzioni possono:

    • Offrire servizi di carriera a valore aggiunto, disponibili 24 ore su 24, che rispondono alle esigenze dei giovani in ogni momento.
    • Risparmiare tempo attraverso l’automazione di attività ripetitive e la funzionalità di self-service, che consente agli utenti di accedere in autonomia a strumenti intelligenti essenziali.
    • Migliorare l’efficacia e la scalabilità del modello di career service, garantendo un supporto personalizzato anche a un numero crescente di utenti.
    • Utilizzare la piattaforma come una leva strategica per le attività di orientamento, integrando strumenti innovativi e dati utili per migliorare le decisioni e i percorsi di carriera.
    • Promuovere una maggiore efficienza nelle attività di supporto, consentendo agli orientatori di concentrarsi su interventi di alto valore per utenti in difficoltà.
  • Aziende trovano in Jobiri strumenti per ingaggiare talenti in modo più efficace:

    • Grazie a strumenti di employer branding, le aziende possono attrarre i candidati migliori.
    • La pubblicazione di opportunità lavorative e la gestione del processo di selezione sono ottimizzate attraverso un Applicant Tracking System (ATS) integrato.
    • Le aziende collaborano con le istituzioni per favorire l’occupazione locale, rendendo il processo di recruiting più efficiente e inclusivo.

Grazie alla sua visione innovativa, Jobiri non è solo una piattaforma tecnologica, ma un motore per il progresso del mercato del lavoro. Con soluzioni pensate per ogni categoria di stakeholder, trasforma la ricerca di lavoro, l’orientamento e l’accompagnamento al lavoro in un’esperienza più efficace, inclusiva e orientata al futuro.

Un grazie a chi lotta per il futuro lavorativo dei giovani

Un sentito ringraziamento va alle migliaia di giovani candidati che, con le loro risposte al questionario, hanno dato voce alle sfide e alle ambizioni di un’intera generazione, contribuendo in modo cruciale alla realizzazione dell’Osservatorio Osservatorio Jobiri “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca lavoro”.

Un grazie speciale anche alle Istituzioni lungimiranti che hanno scelto di abbracciare il potenziale dell’intelligenza artificiale, affidandosi a Jobiri per trasformare i servizi di carriera. Grazie alla loro visione, oggi è possibile offrire supporto efficace, scalabile e accessibile 24 ore su 24, riducendo le distanze tra i giovani e il mondo del lavoro.

La loro dedizione al cambiamento rappresenta un esempio tangibile di come l’innovazione possa migliorare concretamente la vita delle persone.

Abbattere gli ostacoli alla ricerca di lavoro nei giovani

Il mercato del lavoro italiano è travolto da una rivoluzione silenziosa, ma devastante, che scuote le vite dei giovani e delle loro famiglie. L’evoluzione tecnologica, l’erosione delle tutele lavorative a favore di maggiore flessibilità, l’innalzamento dell’età pensionabile e i repentini cambiamenti imposti dalle aziende ridisegnano senza pietà le regole per entrare e rientrare nel mondo del lavoro. Questi cambiamenti non sono un’eccezione: sono diventati la regola. E il ritmo incalzante a cui accelerano lascia indietro chiunque non sia pronto.

Secondo studi dell’ILO e dell’OCSE, un giovane cambierà tra i 7 e i 10 datori di lavoro durante la sua carriera. Alcuni esperti teorizzano anche 15 cambi di lavoro nell’arco di una vita. Un dato che pesa come un macigno sulle spalle di chi cerca stabilità in un mondo che di stabile non ha più nulla.

In Italia, i numeri sono impietosi: ogni operatore di un centro per l’impiego deve occuparsi di 254 disoccupati, contro i 54 della Francia e i 30 della Germania. Non bastano le risorse in organico e le risorse economiche a disposizione. Non bastano i career service universitari che, con un solo dipendente per 500 laureati all’anno, si trovano a lottare contro una marea inarrestabile.

I giovani, il nostro futuro, sono lasciati soli. Devono trovare lavoro in un contesto sempre più ostile, affrontando più difficoltà, con meno supporto e ripetendo questo processo innumerevoli volte nel corso della loro vita. È un grido d’aiuto che non possiamo più ignorare.

Un sistema che deve cambiare per non spezzarsi

Non possiamo continuare a rispondere a problemi nuovi con soluzioni vecchie. Quelle “ricette del passato” che un tempo davano qualche certezza sono ormai un ricordo lontano. L’Italia sta compromettendo il suo futuro e quello dei suoi giovani. Per restituire dignità al sistema, servono innovazione e coraggio. È il momento di abbandonare la “zona di comfort” e sperimentare nuove soluzioni, nuovi partner tecnologici e un nuovo modo di concepire i servizi al lavoro.

Solo con una trasformazione culturale e operativa, con strumenti moderni e politiche attive scalabili, potremo offrire ai giovani ciò che meritano: una vera opportunità di crescere, imparare e inserirsi nel mercato del lavoro.

L’Osservatorio: una risposta concreta

Jobiri nasce con questa missione: innovare i servizi di orientamento e di accompagnamento al lavoro per renderli finalmente accessibili, efficaci e al passo con i tempi. L’Osservatorio Jobiri “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca lavoro” non è solo uno studio: è un appello per tutti. Vuole costruire consapevolezza, fornire strumenti concreti a orientatori, istituzioni e giovani, e creare una cultura nuova nel mercato del lavoro.

Gli obiettivi che si pone l’Osservatorio sono 5:

  • 1
    Sviluppare giovani pronti per il futuro
    La formazione non basta più. Ai giovani non serve solo sapere, ma una profonda comprensione di sé stessi in relazione al mercato del lavoro. Questo deve diventare un obiettivo primario del sistema educativo italiano.
  • 2
    Supportare istituzioni a migliorare i servizi al lavoro e di orientamento
    Il mondo del lavoro è complesso e in rapida evoluzione. Solo abbattendo barriere economiche, sfruttando la tecnologia e intelligenza artificiale, potremo offrire servizi di carriera capillari, equi e davvero utili a chi cerca un lavoro.
  • 3
    Preparare i giovani ai cambiamenti continui
    Cambiare professione non sarà più l’eccezione, ma la norma. Ogni giovane deve imparare a gestire questi cambiamenti non solo per sé, ma per contribuire a una società più resiliente.
  • 4
    Aiutare le famiglie che non sanno come sostenere i giovani
    Troppe famiglie non hanno gli strumenti per guidare i propri figli nel mercato del lavoro. Questo vuoto deve essere colmato con formazione, accompagnamento e orientamento mirato.
  • 5

    Sostenere i giovani più vulnerabili
    I ragazzi delle fasce più deboli della popolazione sono quelli che soffrono di più. Garantire loro accesso a risorse e supporto è una priorità assoluta.

L’appello dai fondatori di Jobiri: è tempo di agire, insieme

Oggi più che mai, ci troviamo davanti a una sfida che non possiamo più rimandare. I numeri di questo Osservatorio raccontano una realtà che conosciamo bene: quasi 8 giovani su 10 si sentono soli, incompresi e senza un supporto concreto nella ricerca di lavoro. Dietro questi dati, ci sono storie vere di talento inespresso, di sogni infranti e di opportunità perse.

Non possiamo permetterci di rimanere fermi, ancorati a modelli obsoleti che non rispondono più alle esigenze di chi si affaccia al mondo del lavoro con speranza e determinazione. Serve un cambio di passo, una nuova visione che metta i giovani al centro, offrendo loro strumenti moderni, efficaci e facilmente accessibili.

In Jobiri crediamo fermamente che il futuro del lavoro passi attraverso l’innovazione, ma soprattutto attraverso l’impegno collettivo. Abbiamo creato il primo consulente digitale di carriera basato sull’intelligenza artificiale proprio per dare una risposta concreta e immediata alle sfide che i giovani affrontano ogni giorno. Strumenti intelligenti per creare CV efficaci, ottimizzare il profilo LinkedIn, prepararsi ai colloqui con simulazioni avanzate e tanto altro: tutto questo non è più un sogno, è realtà.

Tuttavia, l’innovazione tecnologica da sola non basta. È necessario un approccio umano, empatico e consapevole, capace di accompagnare i giovani in un percorso di crescita e realizzazione professionale. Ed è qui che ognuno di noi ha un ruolo fondamentale: le istituzioni devono abbracciare il cambiamento, gli orientatori devono dotarsi di strumenti all’avanguardia, e noi di Jobiri continueremo a mettere a disposizione soluzioni sempre più efficaci, perché crediamo in un mondo in cui nessun giovane debba rimanere indietro.

Il momento di agire è adesso. Non possiamo più aspettare. È il tempo delle scelte coraggiose, delle azioni concrete, della collaborazione tra pubblico e privato per creare un sistema di supporto realmente inclusivo e orientato al futuro.

Insieme possiamo fare la differenza. Insieme possiamo costruire un futuro migliore per i nostri giovani e, con esso, per il nostro Paese.

Claudio Sponchioni e Roberto Sponchioni

Fondatori di Jobiri.com

Claudio e Roberto Sponchioni, Cofounders Jobiri

Servizi al lavoro che non aiutano i giovani nella ricerca di lavoro

La rapidità con cui il mercato del lavoro evolve è travolgente. Digitalizzazione, tecnologie innovative, nuove professioni e modalità di lavoro stanno ridefinendo completamente le dinamiche occupazionali.

In questo contesto in continua trasformazione, i giovani percepiscono un divario sempre più ampio tra ciò di cui avrebbero bisogno e ciò che le istituzioni attualmente offrono. È un gap che non solo ostacola la loro crescita professionale, ma mina anche la loro fiducia nelle opportunità del sistema.

Investire in servizi al lavoro all’avanguardia, capaci di rispondere a queste nuove esigenze, non è più un’opzione: è una necessità. Le scuole, gli enti di formazione, le università, gli sportelli lavoro, gli Informagiovani ed i centri per l’impiego devono evolversi per garantire non solo il primo inserimento lavorativo, ma un accompagnamento che duri per l’intero arco della vita professionale. Migliorare questi servizi non significa solo accelerare l’incontro tra domanda e offerta, ma anche favorire una vera inclusione e stimolare la crescita del Paese.

Ogni anno, autorevoli analisi evidenziano quanto i servizi al lavoro italiani siano in ritardo rispetto ai principali Paesi europei. L’efficacia, le risorse investite e l’impatto sulla vita professionale dei giovani sono insufficienti, con un divario che sembra ampliarsi invece di colmarsi. L’osservatorio “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca lavoro” mette in luce le criticità più evidenti, ascoltando direttamente i fruitori di questi servizi: i giovani stessi.

Le loro testimonianze rivelano un quadro preoccupante:

  • Il 77% dichiara di non aver ricevuto adeguata formazione su come affrontare la ricerca del lavoro. I giovani si sentono abbandonati proprio nel momento in cui avrebbero più bisogno di guida e supporto.

  • Il 75% denuncia una carenza di personale. Questa carenza si traduce in tempi di attesa lunghi e in un’assistenza superficiale.
  • Il 74% lamenta l’uso di software obsoleti o inadeguati, che rallentano o complicano l’accesso alle informazioni sulle offerte di lavoro.
  • Il 69% evidenzia una mancanza di offerte nelle banche dati, rendendo ancora più difficile trovare opportunità concrete.
  • Il 61% parla di carenza di hardware, come computer e stampanti, che impedisce l’uso efficace dei servizi.
  • Quasi la metà (47%) dei giovani mette in dubbio la professionalità del personale, sottolineando la necessità di una formazione più adeguata anche per gli operatori stessi.
  • Il 46% denuncia la mancanza di coerenza tra i percorsi formativi offerti e le reali esigenze del mercato del lavoro.
  • Il 39% sottolinea che gli spazi dedicati ai servizi sono spesso inadeguati, creando un ambiente poco accogliente e funzionale.

Checklist per creare servizi che guidano davvero verso il lavoro

I servizi al lavoro sono il ponte tra i giovani e il mercato del lavoro, ma troppo spesso questo ponte appare instabile e inadatto a sostenere il peso delle loro aspirazioni. In un mondo in cui la tecnologia evolve rapidamente e il mercato del lavoro richiede flessibilità e innovazione, è indispensabile ripensare i servizi di orientamento e supporto.

Per rispondere alle esigenze di candidati, aziende e operatori, non basta adattarsi: è necessario trasformarsi. Questo significa ascoltare i bisogni reali, adottare tecnologie avanzate e promuovere collaborazioni innovative che rendano i servizi al lavoro non solo più efficienti, ma anche capaci di ispirare fiducia nei giovani.

Questa checklist guida operatori, orientatori e istituzioni verso un approccio moderno e strategico, per costruire un futuro in cui i giovani possano trovare il supporto che meritano:

  • Ascolta i bisogni reali e ridisegna i processi
    Mettiti in ascolto delle esigenze dei candidati, delle aziende e degli operatori, eliminando le rigidità burocratiche. Crea servizi agili, digitali e personalizzati, capaci di adattarsi alle richieste del mercato e delle persone che li utilizzano.

  • Investi nella formazione continua del personale
    Forma costantemente consulenti, orientatori e operatori per aggiornarli sulle nuove tendenze del mercato del lavoro, sulle tecnologie emergenti e sulle competenze richieste dalle aziende. Un team preparato è la base per offrire un supporto di qualità.

  • Sperimenta collaborazioni innovative
    Collabora con imprese innovativa che portino idee fresche e tecnologie avanzate, mantenendo al contempo partnership con operatori tradizionali. Questa sinergia può generare soluzioni innovative per soddisfare le esigenze di un mercato del lavoro in rapida evoluzione.

  • Adotta un ecosistema digitale avanzato
    Dotati di una piattaforma digitale intuitiva, personalizzabile e sofisticata basata su intelligenza artificiale. Investi in tecnologie che apprendano dai dati raccolti per migliorare continuamente, rendendo i servizi sempre più intelligenti e utili per candidati, aziende e operatori.

  • Rendi i servizi self-service dove possibile
    Automatizza i processi per consentire ai candidati e alle aziende di gestire in autonomia alcune fasi, come la creazione del profilo, l’accesso alle offerte di lavoro o l’invio delle candidature. Questo libera tempo prezioso agli operatori, che possono concentrarsi sul supporto personalizzato ai candidati più in difficoltà e sulla gestione delle relazioni con le imprese.

  • Monitora e valuta costantemente i risultati
    Implementa sistemi per raccogliere feedback dai candidati e dalle aziende, analizzando continuamente i dati per migliorare i servizi offerti. Una revisione costante assicura che i servizi al lavoro restino efficaci e rilevanti.

Quando le emozioni paralizzano: i blocchi alla ricerca di lavoro

La ricerca di lavoro non è un semplice percorso di invio candidature: è un viaggio emotivo. Un viaggio che spesso somiglia a un giro sulle montagne russe, dove momenti di speranza e gioia si alternano a sconforto e frustrazione. Comprendere le emozioni che questo processo scatena è essenziale per migliorare la qualità della ricerca di lavoro e per offrire ai candidati strumenti più efficaci per affrontare questa sfida.

Per i giovani, ogni candidatura è una decisione carica di emozioni. Il timore del rifiuto, il senso di inadeguatezza o la pressione sociale possono trasformare anche le persone più sicure in versioni dubbiose di sé stesse. Emozioni intense e negative, come l’ansia, possono ridurre la capacità di prendere decisioni ottimali, portando a strategie di ricerca meno efficaci. Questo spesso si traduce in un abbassamento delle aspettative professionali e nella scelta di candidarsi a posizioni lontane dai propri obiettivi e aspirazioni iniziali.

Per gli orientatori e i consulenti di carriera, entrare in contatto con la condizione emotiva dei candidati non è solo utile: è cruciale. Consigliare un giovane che si sente bloccato dall’ansia o dalla rassegnazione richiede empatia, ascolto e strategie specifiche per riaccendere la motivazione e orientare il percorso professionale.

Nel campione analizzato, emergono emozioni che parlano di un disagio profondo, ma anche della complessità emotiva che accompagna questo processo:

  • Ansia (68%) – L’emozione più diffusa. L’ansia può bloccare i candidati, rendendo difficile persino scrivere una candidatura.

  • Confusione (65%) – Non sapere quale strada intraprendere o come approcciarsi al mercato del lavoro è un sentimento comune.
  • Solitudine (41%) – La sensazione di essere soli nel proprio percorso, senza un supporto adeguato, pesa enormemente sulla motivazione.

  • Rassegnazione (36%) – Dopo tanti tentativi falliti, molti giovani smettono di credere nelle proprie capacità e nei propri sogni.

  • Rabbia (13%) – Frustrazione verso il sistema, le aziende o sé stessi per non ottenere risultati sperati.

  • Paura (10%) – La paura di fallire, di non essere all’altezza o di non trovare mai un lavoro.

  • Perdita di identità (3%) – La sensazione di smarrire sé stessi e il proprio valore professionale durante la ricerca.

Questi dati mostrano quanto sia complesso il panorama emotivo dei giovani alla ricerca di un lavoro. È una sfida che non riguarda solo la competenza professionale, ma la capacità di affrontare un mondo del lavoro che richiede sempre più resilienza.

Checklist per liberare i giovani dai blocchi emotivi

La ricerca di lavoro è spesso un’esperienza emotivamente intensa, capace di mettere a dura prova la fiducia e la motivazione dei giovani. L’ansia, la frustrazione e il senso di solitudine possono trasformare questo percorso in un terreno insidioso. Per gli orientatori e i consulenti, fornire supporto non significa solo offrire strumenti tecnici, ma anche aiutare i candidati a sviluppare resilienza emotiva e consapevolezza. Ecco alcune linee guida essenziali per sostenere i giovani in modo efficace e concreto:

  • Crea consapevolezza sul mercato del lavoro
    Aiuta i giovani a comprendere la realtà del mercato del lavoro, dalle sfide legate alla flessibilità contrattuale alle dinamiche in continua evoluzione. Condividi informazioni chiare e aggiornate per prepararli a prendere decisioni consapevoli.

  • Educa sulla resilienza e sulla pazienza
    Spiega che il successo nella ricerca di lavoro richiede costanza e determinazione. Normalizza le difficoltà come parte del percorso, incoraggiando i candidati a mantenere uno spirito positivo anche di fronte ai rifiuti.

  • Insegna la gestione delle emozioni
    Fornisci strumenti pratici per affrontare stress e ansia, come tecniche di mindfulness, auto-riflessione e strategie per gestire il fallimento. Questi metodi aiutano i giovani a rimanere concentrati e motivati durante il loro percorso.

  • Offri formazione mirata per una ricerca efficace
    Organizza workshop e percorsi formativi che insegnino ai giovani come approcciare il mercato del lavoro con strategia, dalla scrittura di un CV efficace all’uso consapevole di LinkedIn, fino alla preparazione per i colloqui.

  • Fornisci strumenti di supporto innovativi e accessibili
    Metti a disposizione piattaforme e risorse digitali che i candidati possano usare in autonomia. Strumenti come generatori di CV, simulazioni di colloqui e guide interattive possono essere fondamentali per fornire supporto continuo e moderno.

Curriculum che uccidono le opportunità di trovare lavoro

Il curriculum è la chiave d’accesso al mondo del lavoro, ma troppo spesso si trasforma in un cancello chiuso a doppia mandata. Per i giovani, rappresenta il primo tentativo di introdursi e promuoversi nel mondo professionale. Per le aziende, invece, è uno strumento di scrematura impietoso, progettato per eliminare rapidamente i candidati non in linea con le esigenze aziendali.

In un mercato dove ogni posizione lavorativa riceve decine, se non centinaia, di candidature, il curriculum di un giovane può essere scartato in pochi secondi. A volte basta un errore di battitura, una competenza mancante o un formato poco leggibile per essere esclusi. Non c’è tempo per la comprensione o per la benevolenza: i recruiter cercano motivi per dire “no”.

A complicare il tutto, molte aziende utilizzano software di intelligenza artificiale che analizzano i CV automaticamente, lasciando all’occhio umano solo i candidati selezionati dagli algoritmi. Questo significa che i candidati devono non solo affrontare i giudizi di un essere umano, ma anche soddisfare i criteri rigidissimi di un programma informatico.

Le nostre analisi rivelano un quadro disarmante: molti curriculum dei giovani presentano problematiche che compromettono il loro inserimento nel mondo del lavoro. Queste difficoltà possono essere raggruppate in due grandi categorie:

La difficoltà di promuoversi in modo efficace

  • Descrizioni generiche e poco focalizzate sui risultati (87%)
    Quasi 9 giovani su 10 non sanno come presentare le loro esperienze in modo chiaro e orientato ai risultati. Scrivere “ho lavorato come commesso” è diverso da dire “ho incrementato le vendite del 15% in tre mesi”. Questo gap nella comunicazione rende i CV piatti, incapaci di catturare l’attenzione di un recruiter in quei pochi secondi che dedica a ogni documento.

  • Mancanza di parole chiave (84%)
    In un mondo sempre più guidato dalla tecnologia, le parole chiave sono essenziali per superare i filtri dei software di screening. Eppure, molti candidati non sanno che termini come “gestione progetti”, “analisi dati” o “customer service” sono cruciali. La loro assenza può condannare un CV all’oblio, ancor prima che venga visto da occhi umani.

  • Formato difficile da leggere o contenuti pedanti (58%)
    Un CV troppo lungo, disordinato o con una grafica confusa è una condanna certa. I recruiter vogliono chiarezza, sintesi e un colpo d’occhio che dica subito: “Questo candidato vale il mio tempo”. I contenuti prolissi e mal organizzati, invece, fanno perdere la pazienza e portano lo screener a scartare il CV senza nemmeno leggerlo tutto.

  • Errori di grammatica e ortografia (6%)

    Anche piccoli errori formali possono fare una pessima impressione. Un CV con errori di battitura o frasi mal scritte trasmette un messaggio chiaro: “Non ho curato abbastanza questo documento”. Se non c’è attenzione ai dettagli nel CV, come ci si può fidare di quella persona sul lavoro?

La mancanza di coerenza tra il profilo del candidato e le richieste aziendali

  • Percorsi formativi non in linea (41%)
    La distanza tra ciò che le aziende cercano e ciò che i giovani hanno appreso nei loro percorsi di studio è uno degli ostacoli più grandi. Molti giovani si laureano con grande impegno, ma scoprono troppo tardi che le competenze apprese non rispondono alle esigenze del mercato. Questo crea un senso di disillusione profonda, lasciandoli a chiedersi: “Ho fatto tutto questo per nulla?”. Questa mancanza di allineamento non è solo un fallimento del sistema educativo, ma anche un peso emotivo che schiaccia chi cerca di inserirsi nel mondo del lavoro.

  • Soft skill poco evidenti (37%)
    Le soft skill, come la capacità di lavorare in team, la leadership o la gestione del tempo, sono sempre più richieste dalle aziende. Eppure, molti giovani non riescono a comunicarle adeguatamente. Non sanno come tradurre la loro esperienza quotidiana – come guidare un progetto universitario o organizzare un evento – in qualità professionali. Questo li rende invisibili agli occhi dei recruiter, che spesso considerano il CV troppo “piatto” per dare loro una chance.

  • Esperienze lavorative incoerenti o assenti (35%)
    Più di un terzo dei giovani non ha esperienze professionali coerenti con le offerte di lavoro. Alcuni non hanno avuto opportunità di stage o lavoro durante il percorso di studi, mentre altri hanno accumulato esperienze in settori completamente diversi. Questo li porta a sentirsi inadeguati o addirittura esclusi, creando un circolo vizioso in cui la mancanza di esperienza rende ancora più difficile trovarne una.
  • Competenze tecniche mancanti (30%)
    L’assenza di conoscenze tecniche specifiche è un’altra barriera significativa. Il mercato del lavoro premia chi sa usare strumenti avanzati o padroneggia competenze di nicchia. Quando queste mancano, il CV rischia di essere scartato in pochi secondi. Questo può essere devastante per i giovani, che si sentono costretti a rincorrere competenze sempre nuove senza mai sentirsi “abbastanza”.

Checklist per scrivere un CV che apre le porte al lavoro

La costruzione di un CV efficace non dovrebbe essere lasciata al caso, ma richiede formazione, strumenti adeguati e un supporto personalizzato. Insegnare ai giovani come strutturare, ottimizzare e personalizzare il proprio curriculum è cruciale per garantirne l’impatto e favorire la loro competitività in un mercato del lavoro sempre più complesso e tecnologico.

Un approccio moderno ed efficace integra l’educazione alle soft skill, strumenti digitali avanzati e il contatto diretto con esperti per aiutare i candidati a mettere in luce il loro vero valore. Ecco le strategie chiave per superare le principali criticità:

  • Integra la formazione sulla creazione del curriculum nei percorsi di studio
    Includi nei percorsi scolastici e universitari programmi specifici per insegnare ai giovani come strutturare un curriculum che si adatti al ruolo, all’azienda e ai canali di candidatura. Tratta questa formazione con la stessa dignità delle materie tradizionali, fornendo strumenti pratici che permettano ai candidati di essere pronti per ogni contesto.

  • Insegna ai giovani a valorizzare le proprie esperienze
    Educa i candidati a riconoscere il valore delle loro esperienze personali, formative e professionali. Mostra loro come trasformare attività quotidiane o apparentemente ordinarie in competenze trasferibili e risultati concreti. La capacità di raccontare le proprie esperienze in modo efficace è cruciale per catturare l’attenzione dei recruiter.

  • Insegna la gestione delle emozioni
    Fornisci strumenti pratici per affrontare stress e ansia, come tecniche di mindfulness, auto-riflessione e strategie per gestire il fallimento. Questi metodi aiutano i giovani a rimanere concentrati e motivati durante il loro percorso.

  • Fornisci accesso a strumenti digitali avanzati

    • Piattaforme per l’analisi dei CV: Introduci software basati su intelligenza artificiale che rilevano errori, suggeriscono miglioramenti e verificano la presenza di parole chiave cruciali per superare i filtri di selezione automatica.
    • Generatori di CV ottimizzati: Offri strumenti digitali che guidino i giovani nella creazione di curriculum personalizzati, suggerendo layout professionali e descrizioni orientate ai risultati.
  • Allinea i percorsi formativi alle esigenze delle aziende
    Collabora con le imprese o società specializzate che si occupano di analisi del mercato del lavoro per identificare le competenze più richieste e aggiornare costantemente i programmi formativi. Introduci stage, tirocini e progetti aziendali fin dal primo anno di studio, avvicinando i giovani al mondo del lavoro e riducendo il gap tra formazione e occupazione.

LinkedIn: il potenziale nascosto nella ricerca di lavoro sui social

LinkedIn è un pilastro fondamentale nella ricerca di lavoro moderna, ma spesso i giovani non sfruttano appieno il suo potenziale. Questo social network non è solo una vetrina per il proprio curriculum, ma una piattaforma strategica per costruire relazioni, dimostrare competenze e aumentare la propria visibilità agli occhi dei recruiter. Tuttavia, molti candidati si scontrano con problematiche che limitano significativamente l’efficacia del loro profilo.

come scrivere riepilogo di linkedin

Ecco le principali difficoltà che impediscono ai giovani di emergere su LinkedIn:

  • Profili incompleti o poco curati (73%)
    La sezione “Informazioni”, le competenze e le esperienze lavorative sono spesso lasciate vuote o poco dettagliate. Questo riduce l’efficacia del profilo, che non risponde alle esigenze di chi cerca candidati specifici. Un profilo incompleto trasmette inoltre un’impressione di trascuratezza, penalizzando il giovane ancora prima del primo contatto.

  • Foto del profilo non professionale o mancante (68%)
    Una foto professionale è la prima impressione visiva che un recruiter avrà di un candidato. Tuttavia, oltre due giovani su tre utilizzano una foto poco adeguata o non ne hanno affatto. Un profilo senza immagine risulta incompleto e può indurre i recruiter a ignorarlo, riducendo le possibilità di interazione.

  • Assenza di networking attivo (64%)
    Un profilo LinkedIn statico non genera opportunità. Quasi due terzi dei giovani non interagiscono con altri utenti, non inviano richieste di collegamento strategiche e non partecipano alle conversazioni. Senza una rete solida, anche un ottimo profilo rimane invisibile.
  • Mancanza di personalizzazione nel contatto con i recruiter (57%)
    Molti giovani inviano richieste di collegamento generiche o non accompagnate da un messaggio personalizzato. Questo approccio rende il contatto poco efficace, poiché non trasmette reale interesse o attenzione verso il destinatario. I recruiter cercano autenticità e precisione, aspetti che spesso mancano in questi tentativi di connessione.

  • Uso limitato di parole chiave (56%)
    I recruiter utilizzano LinkedIn come un motore di ricerca per trovare candidati attraverso parole chiave specifiche. Tuttavia, oltre la metà dei giovani non include termini tecnici o rilevanti nel proprio profilo, riducendo la possibilità di apparire nei risultati di ricerca. L’assenza di parole chiave strategiche è uno degli errori più comuni e sottovalutati.

  • Condivisione di contenuti scarsa o non strategica (49%)
    La sezione “Attività” di LinkedIn è spesso trascurata. Quasi la metà dei giovani non pubblica aggiornamenti, non condivide articoli o non interagisce con i post di altre persone. Questo limita la loro visibilità e impedisce di mostrare competenze, opinioni o interesse per il settore di riferimento.

  • Scarsa conoscenza delle funzionalità avanzate (42%)
    Molti giovani inviano richieste di collegamento generiche o non accompagnate da un messaggio personalizzato. Questo approccio rende il contatto poco efficace, poiché non trasmette reale interesse o attenzione verso il destinatario. I recruiter cercano autenticità e precisione, aspetti che spesso mancano in questi tentativi di connessione.

Checklist per insegnare ad usare LinkedIn per trovare lavoro

LinkedIn è una piattaforma straordinaria, ma spesso sottoutilizzata dai giovani. Orientatori, consulenti e professionisti che li affiancano hanno il compito cruciale di colmare questo gap, fornendo strumenti e strategie per sfruttarne appieno il potenziale. Creare un profilo completo, costruire connessioni autentiche e interagire in modo strategico non sono competenze innate, ma possono essere sviluppate con il giusto supporto.

post linkedin

Per aiutare i giovani a trasformare LinkedIn in un alleato nella ricerca di lavoro, è essenziale adottare un approccio strutturato che integri formazione mirata e l’uso di strumenti digitali avanzati per creare e ottimizzare i profili, garantendo che ogni dettaglio lavori a loro favore. Ecco una veloce checklist:

  • Integra LinkedIn nei percorsi di orientamento
    Organizza sessioni formative per insegnare ai giovani come strutturare e ottimizzare i loro profili LinkedIn. Educa i candidati a comprendere il valore di ciascuna sezione del profilo, dalla foto professionale al riepilogo, fino alla descrizione delle esperienze.

  • Utilizza strumenti digitali per l’analisi e l’ottimizzazione dei profili
    Introduci piattaforme che aiutino a valutare la qualità del profilo, suggerendo miglioramenti su formattazione, parole chiave e layout. Usa software in grado di analizzare le competenze dichiarate e confrontarle con quelle richieste nel settore o dai recruiter.

  • Insegna l’importanza del networking attivo
    Forma i giovani su come inviare richieste di collegamento personalizzate e messaggi professionali ai recruiter. Stimola la partecipazione attiva a gruppi di settore per costruire una rete significativa e visibile.

  • Promuovi l’uso strategico dei contenuti
    Spiega ai giovani come condividere articoli, post e aggiornamenti che mettano in luce le loro competenze e il loro interesse per il settore. Insegnagli a interagire con contenuti rilevanti per aumentare la loro visibilità e autorevolezza.

  • Offri un supporto personalizzato
    Prevedi momenti di consulenza individuale per analizzare i profili LinkedIn dei candidati, fornendo feedback specifici e mirati. Personalizza il supporto in base alle aspirazioni professionali e ai settori di riferimento di ciascun giovane.

  • Offri supporto personalizzato con orientatori esperti
    Accompagna i giovani con orientatori e consulenti che possano fornire feedback mirati sui CV, revisioni personalizzate e strategie per valorizzare le esperienze di ciascun candidato. Un supporto umano complementare agli strumenti digitali è utile per motivare e guidare i giovani verso il successo.

Colloqui che intimidiscono e bloccano l’accesso al lavoro

I colloqui di selezione sono un crocevia fondamentale per ogni giovane in cerca di lavoro. È qui che carriere nascono o vengono infrante. Tuttavia, il colloquio non si riduce al solo incontro con il recruiter: è un processo complesso che inizia nel momento in cui il candidato invia la candidatura o viene contattato per l’intervista. Ogni interazione – dalla risposta a una segretaria alla richiesta di informazioni su un’azienda – costruisce (o distrugge) l’immagine che il candidato lascia all’organizzazione.

Cosa non dire ad un colloquio di lavoro: 10 frasi ed espressioni da evitare - Jobiri

In un mercato del lavoro sempre più competitivo, i colloqui richiedono una preparazione elevata. I recruiter cercano candidati con una chiara consapevolezza del proprio valore, un’idea ben definita dei propri obiettivi e un’autentica motivazione verso l’azienda e il ruolo. Spesso, però, i giovani si presentano impreparati o sovrastati dall’ansia e dalle aspettative.

L’osservatorio rivela che molti candidati non sono né tecnicamente né psicologicamente pronti per affrontare questa sfida, commettendo errori che compromettono gravemente le loro possibilità di successo. Ecco un’analisi delle principali difficoltà nelle diverse fasi del colloquio:

Fase di pre-colloquio: la preparazione che manca

Molti giovani sottovalutano l’importanza della preparazione prima di un colloquio. Si presentano senza informazioni sul recruiter o sull’azienda, mostrando una mancanza di interesse che può essere interpretata come scarsa motivazione.

  • L’88% dei candidati non si informa sul recruiter con cui sosterranno il colloquio, perdendo l’opportunità di costruire un approccio più mirato e personale.
  • L’80% non raccoglie dati sull’azienda, come valori, progetti recenti o strategie, limitandosi a una conoscenza superficiale. Questo mina la loro capacità di dimostrare interesse e allineamento con l’organizzazione.
  • Il 77% non si esercita su come rispondere a domande tipiche o situazionali, arrivando al colloquio senza un’idea chiara di come presentarsi in modo efficace. La mancanza di pratica aumenta lo stress e porta spesso a risposte non incisive.

Fase di colloquio: interazione e risposte inefficaci

Durante l’intervista, molti candidati faticano a creare una connessione con il recruiter o a rispondere in modo efficace alle domande. Questo accade spesso a causa di una preparazione inadeguata o della pressione emotiva.

  • Il 59% dei candidati non interagisce attivamente con il recruiter, limitandosi a rispondere passivamente alle domande senza mostrare proattività.

  • Il 58% non sa rispondere ad almeno due domande chiave, come quelle legate al proprio percorso professionale o alle motivazioni per il ruolo. Questo spesso trasmette un’immagine di insicurezza o scarso interesse.
  • Il 44% dei candidati non si presenta con un abbigliamento adeguato, compromettendo la percezione di professionalità. L’abbigliamento non appropriato può essere interpretato come una mancanza di rispetto per l’opportunità o per l’ambiente aziendale.

Fase di post-colloquio: riflessione e follow-up inesistenti

Anche dopo il colloquio, molti giovani non sfruttano il momento per imparare dai propri errori o consolidare il rapporto con l’azienda.

  • Il 93% dei candidati non analizza gli aspetti da migliorare, perdendo l’opportunità di affinare le proprie competenze per i colloqui futuri.

  • Solo il 78% dei candidati invia un follow-up per ringraziare o ribadire il proprio interesse per il ruolo, una pratica semplice ma che potrebbe fare la differenza nella fase di selezione.

Checklist per affrontare i colloqui e conquistare il lavoro

I colloqui di lavoro rappresentano una delle prove più impegnative per i giovani. Superare questa fase richiede non solo competenze tecniche, ma anche una preparazione strategica e psicologica. Orientatori e career coach giocano un ruolo fondamentale nell’aiutare i candidati a sviluppare consapevolezza, sicurezza e capacità di comunicare il proprio valore.

Ecco un mix di strategie vincenti per fornire ai giovani le competenze necessarie per affrontare con successo i colloqui e trasformare queste sfide in opportunità:

  • Integra moduli formativi sulla preparazione ai colloqui nei percorsi di studio
    Inserisci corsi specifici, con pari dignità rispetto alle materie tradizionali, per insegnare ai giovani come affrontare efficacemente i colloqui. Introduci queste competenze fin dal primo anno di studi, rendendo la preparazione ai colloqui parte integrante della loro formazione.

  • Sensibilizza i giovani sull’importanza della preparazione per i colloqui
    Spiega ai candidati che affrontare un colloquio richiede studio ed esercitazione, proprio come una materia scolastica. Aiutali a comprendere che prepararsi strategicamente li rende più sicuri e competitivi.
  • Offri simulazioni mirate
    Organizza sessioni pratiche di simulazione con orientatori esperti, personalizzate per settore, ruolo e tipologia di colloquio (tecnico, comportamentale, situazionale, di gruppo). Le simulazioni permettono ai giovani di esercitarsi in un ambiente sicuro e ottenere feedback immediati per migliorare le loro performance.

  • Dota i giovani di strumenti digitali per il video training ai colloqui
    Fornisci strumenti digitali innovativi che consentano ai candidati di esercitarsi autonomamente. Piattaforme di video training permettono ai giovani di simulare colloqui, analizzare il linguaggio del corpo e affinare le loro risposte in qualsiasi momento e luogo.

  • Forma i giovani nello sviluppo delle soft skills
    Aiutali a sviluppare capacità come comunicazione efficace, gestione dello stress, empatia e problem solving. Queste competenze trasversali sono fondamentali per distinguersi durante i colloqui e affrontare domande complesse con sicurezza.
  • Insegna l’importanza dell’immagine professionale
    Educa i candidati su come presentarsi in modo professionale, dall’abbigliamento alla postura. Spiega come questi elementi contribuiscono a trasmettere sicurezza e rispetto per il ruolo e l’azienda.
  • Supporta la riflessione post-colloquio
    Incoraggia i giovani a rivedere ogni colloquio sostenuto per identificare punti di forza e aree di miglioramento. Aiutali a comprendere come il feedback e l’autoanalisi siano strumenti essenziali per migliorare continuamente.

Conclusioni

Il futuro dell’Italia si gioca oggi, nel presente di migliaia di giovani che ogni giorno cercano, spesso invano, di trovare il proprio posto nel mondo del lavoro. I numeri di questo Osservatorio non sono solo statistiche: sono il riflesso di una generazione che lotta contro ostacoli invisibili, ma concreti. Quasi 8 giovani su 10 si sentono abbandonati, sopraffatti dall’ansia e da un sistema che non riesce a fornire le risposte giuste al momento giusto.

È un’emergenza che non possiamo più rimandare. Orientatori, career coach, istituzioni e decisori politici, questo è il vostro momento. Serve un’azione coraggiosa, visione e determinazione per abbattere le barriere che separano i giovani dalle opportunità.

Il cambiamento è possibile. Le soluzioni esistono e sono già a portata di mano. Jobiri, con il suo ecosistema digitale basato sull’intelligenza artificiale, è in prima linea per costruire un mondo in cui nessun giovane debba rimanere indietro. Un mondo in cui le tecnologie avanzate siano messe al servizio delle persone, per abbattere gli ostacoli della ricerca di lavoro e aprire nuove strade verso il futuro.

Ma la tecnologia, da sola, non basta. È necessario un cambio di mentalità. Dobbiamo ridisegnare i servizi di orientamento, renderli moderni, inclusivi e capaci di adattarsi alla velocità del cambiamento. Non possiamo più affidare il destino dei nostri giovani a modelli obsoleti. Abbiamo bisogno di innovazione, formazione continua e strumenti digitali intelligenti che rendano i servizi di accompagnamento più efficaci e accessibili, 24 ore su 24.

Il tempo per agire è ora. Ogni giorno perso è un’opportunità negata, un sogno spezzato, un giovane che si sente invisibile. È il momento di trasformare le difficoltà in possibilità concrete. Non lasciamo che il futuro dell’Italia si dissolva nell’inerzia. Facciamo la differenza. Investiamo nei giovani, investiamo nelle loro competenze, nel loro talento, nelle loro speranze. Insieme.

Metodologia e Disclaimer

Il sondaggio è stato condotto per costruire una base empirica sulle principali difficoltà riscontrate dai giovani nella ricerca del lavoro online e offline in Italia.

La ricerca si è svolta tramite la somministrazione di un questionario online a un campione di giovani tra i 18 e i 29 anni, nel periodo tra gennaio e dicembre 2024. Di seguito, la ripartizione del campione:

1. Genere (rispondenti: 1.156)

Genere Percentuale (%)
Uomini 48%
Donne 52%

2. Titolo di studio (rispondenti: 1.156)

Titolo di studio Percentuale (%)
Diploma 27%
Laurea triennale 30%
Laurea specialistica 34%
Master 7%
Dottorato di ricerca 2%

3. Area geografica (rispondenti: 1.156)

Area geografica Percentuale (%)
Nord* 47%
Centro** 27%
Sud e Isole*** 23%

*Nord: Liguria, Lombardia, Piemonte, Valle d’Aosta, Emilia-Romagna, Friuli-Venezia Giulia, Trentino-Alto Adige, Veneto
**Centro: Lazio, Marche, Toscana ed Umbria
***Sud e isole: Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia

4. Età (rispondenti: 1.156)

Tipologia contrattuale Percentuale (%)
Tra i 18 e i 22 anni 22%
Tra i 23 e i 25 anni 37%
Tra i 25 ed i 29 anni 41%

La riproduzione e/o diffusione parziale o totale dei contenuti presenti nel seguente documento è consentita esclusivamente con la citazione completa della fonte dell’Osservatorio Jobiri Osservatorio Jobiri “In cerca di futuro: cosa blocca i giovani nella ricerca lavoro” e del relativo link: www.jobiri.com

Il lavoro di raccolta ed elaborazione dei dati non ha velleità di esaustività scientifica.

Trattandosi di una ricerca basata sull’autodichiarazione di dati e informazioni, gli autori non si assumono la responsabilità della completezza ed esattezza degli stessi.

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