come aprire una partita iva

La partita IVA rappresenta l’identità fiscale di un professionista, un’impresa o un lavoratore autonomo nel sistema tributario italiano. Si tratta di un codice numerico di 11 cifre che viene assegnato dall’Agenzia delle Entrate e serve per identificare univocamente un soggetto economico nelle sue transazioni commerciali e nei suoi rapporti con il fisco.

Ma quando è davvero necessario aprire una partita IVA? La risposta, contrariamente a quanto si possa pensare, non dipende esclusivamente dal volume di affari generato, ma piuttosto dalla natura dell’attività svolta. La normativa fiscale italiana prevede l’obbligo di apertura della partita IVA quando un’attività economica viene svolta in modo abituale, continuativo e professionale, indipendentemente dal fatturato.

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Sei tenuto ad aprire una partita IVA se svolgi un’attività professionale o di impresa in modo continuativo, come nel caso dei liberi professionisti che offrono servizi in maniera abituale. Questo obbligo si estende anche a chi intende avviare un’attività commerciale o artigianale, costituire una società (sia essa di persone o di capitali), o svolgere attività agricola in forma professionale. Ciascuna di queste situazioni richiede la regolarizzazione della propria posizione fiscale attraverso l’apertura di una partita IVA, essenziale per operare nel rispetto della normativa vigente.

La partita IVA non è invece necessaria quando si effettuano prestazioni occasionali, ovvero attività sporadiche che non rientrano nell’esercizio abituale di una professione. In questi casi, è possibile emettere una semplice ricevuta per prestazione occasionale, purché i compensi annuali non superino la soglia di 5.000 euro. Questa distinzione è fondamentale per comprendere quando è realmente necessario intraprendere il percorso di apertura di una partita IVA e quando invece è possibile operare con modalità più semplici.

Aprire una partita IVA comporta una serie di diritti e doveri: se da un lato permette di operare legalmente nel mercato, emettere fatture e detrarre l’IVA sugli acquisti, dall’altro implica obblighi fiscali e amministrativi che vanno conosciuti e gestiti con attenzione. La decisione di aprire una partita IVA dovrebbe quindi essere presa con consapevolezza, valutando attentamente la propria situazione lavorativa attuale e le prospettive future.

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I diversi tipi di partita IVA: quale scegliere

Quando decidi di aprire una partita IVA, una delle prime scelte da affrontare riguarda la forma giuridica più adatta alla tua attività. Questa decisione influenzerà non solo gli aspetti fiscali, ma anche quelli amministrativi e le responsabilità legali della tua impresa. Vediamo quindi i principali tipi di partita IVA tra cui puoi scegliere.

Le diverse forme di partita IVA: quale fa al caso tuo

La ditta individuale rappresenta la forma più semplice e immediata, ideale per chi intraprende un’attività autonoma senza soci. In questo caso, l’imprenditore diventa l’unico titolare dell’azienda e risponde personalmente con tutto il suo patrimonio delle obbligazioni assunte. Questa soluzione viene scelta frequentemente da artigiani, commercianti, professionisti e piccoli imprenditori, grazie alla semplicità di gestione e ai costi decisamente contenuti. Occorre tuttavia considerare che il principale svantaggio risiede nella mancata separazione tra patrimonio personale e aziendale, esponendo potenzialmente i beni personali dell’imprenditore a rischi legati all’attività.

Quando l’attività viene svolta da più persone che intendono lavorare insieme, le società di persone rappresentano spesso la scelta più adeguata. Questa tipologia comprende diverse forme societarie, con la Società in Nome Collettivo (SNC) e la Società in Accomandita Semplice (SAS) tra le più diffuse. Nelle società di persone, i soci rispondono generalmente in modo illimitato e solidale per i debiti sociali, sebbene la SAS presenti una peculiarità: i soci accomandanti rispondono limitatamente alla quota conferita, godendo quindi di una protezione patrimoniale parziale.

Per chi cerca una maggiore protezione del patrimonio personale, le società di capitali offrono vantaggi significativi. Tra queste troviamo la Società a Responsabilità Limitata (SRL), disponibile anche nella sua forma semplificata (SRLS) con requisiti di capitale ridotti e la Società per Azioni (SPA) per strutture più complesse. La caratteristica distintiva di queste società è la responsabilità limitata dei soci, che rispondono solo nei limiti del capitale conferito. Questo meccanismo protegge efficacemente il patrimonio personale, ma comporta anche costi di gestione più elevati e adempimenti amministrativi e contabili significativamente più complessi.

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Una forma particolare di società è rappresentata dalla società cooperativa, caratterizzata dallo scopo mutualistico. In questo caso, i soci si uniscono per ottenere beni, servizi o occasioni di lavoro a condizioni più vantaggiose rispetto a quelle offerte dal mercato. Le cooperative godono di specifiche agevolazioni fiscali che le rendono particolarmente interessanti in determinati contesti sociali ed economici.

Chi esercita professioni intellettuali, come avvocati, medici, architetti o consulenti, si configura tipicamente come professionista con partita IVA. Questi professionisti possono scegliere di operare individualmente o di associarsi in studi professionali per condividere costi e clientela. È importante sottolineare che per diverse professioni è obbligatoria l’iscrizione a un albo o ordine professionale, requisito indispensabile per l’esercizio legittimo dell’attività.

Una categoria a sé stante è quella dell’imprenditore agricolo, che opera nel settore primario dedicandosi alla coltivazione, all’allevamento o alla silvicoltura. La partita IVA agricola gode di regimi fiscali particolari e agevolazioni specifiche che approfondiremo in un capitolo dedicato, considerando l’importanza strategica che il settore agricolo riveste nell’economia nazionale.

La scelta tra queste diverse forme dipende da un’attenta valutazione di molteplici fattori interconnessi. Occorre considerare anzitutto la natura dell’attività che intendi svolgere e se prevedi di lavorare da solo o con eventuali soci. Anche il volume d’affari previsto e il livello di rischio dell’attività influenzano notevolmente la decisione, così come le tue esigenze specifiche di tutela patrimoniale. Non vanno trascurati gli aspetti fiscali e previdenziali, che variano significativamente tra le diverse forme, e naturalmente i costi di gestione che sei disposto a sostenere nel tempo.

Prima di prendere una decisione, è sempre consigliabile consultare un commercialista o un consulente fiscale che possa valutare la tua situazione specifica e guidarti verso la soluzione più adatta alle tue esigenze. Ricorda che la forma giuridica può essere modificata in futuro, ma un cambio di tipologia comporta procedure amministrative e costi aggiuntivi.

Aprire una partita IVA: requisiti necessari

Prima di avviare la procedura di apertura della partita IVA, è fondamentale verificare di possedere tutti i requisiti necessari. Questi variano in base al tipo di attività che intendi svolgere e alla forma giuridica scelta, ma esistono dei prerequisiti generali che valgono per tutti.

I requisiti fondamentali per aprire partita IVA

Per aprire una partita IVA in Italia occorre soddisfare alcuni requisiti generali che costituiscono la base per qualsiasi attività professionale o imprenditoriale. Innanzitutto, è fondamentale avere la residenza o il domicilio fiscale nel territorio italiano. Questo requisito si applica a tutti, cittadini italiani e stranieri, con la precisazione che questi ultimi devono essere in possesso di regolare permesso di soggiorno per poter operare legalmente nel nostro paese.

L’apertura della partita IVA richiede inoltre il raggiungimento della maggiore età, fissata a 18 anni nella legislazione italiana, salvo rari casi di emancipazione che permettono l’esercizio anticipato di determinate attività. Parallelamente, è necessario essere nel pieno possesso dei propri diritti civili, non essere soggetti a interdizione o inabilitazione, condizioni che limiterebbero la capacità di agire in ambito economico e professionale. Tra i documenti indispensabili figura il codice fiscale, assegnato alla nascita per i cittadini italiani o al momento dell’ottenimento della residenza per gli stranieri.

I requisiti diventano più specifici quando si considerano particolari settori di attività. Nel caso delle professioni regolamentate, come avvocati, medici, ingegneri o architetti, è imprescindibile l’iscrizione all’albo o ordine professionale di riferimento. Tale iscrizione, a sua volta, presuppone il possesso di specifici titoli di studio e, nella maggior parte dei casi, il superamento dell’esame di abilitazione professionale, garantendo così standard qualitativi elevati nell’esercizio della professione.

Per quanto riguarda le attività commerciali e artigianali, il quadro si arricchisce di ulteriori adempimenti. Possono essere necessarie autorizzazioni comunali, licenze specifiche, permessi sanitari o documentazione relativa alla sicurezza degli ambienti di lavoro. Un esempio concreto è rappresentato dall’apertura di un negozio, che richiede la presentazione della SCIA (Segnalazione Certificata di Inizio Attività) allo Sportello Unico delle Attività Produttive del comune in cui l’attività avrà sede.

Nel settore agricolo, l’apertura di una partita IVA agricola richiede requisiti particolari, come il possesso o la gestione di terreni agricoli o strutture dedicate all’allevamento. A questi si aggiungono specifici requisiti professionali, che variano significativamente in base alla tipologia di imprenditore agricolo che si intende diventare, sia esso un Imprenditore Agricolo Professionale (IAP) o un coltivatore diretto, ciascuno con un proprio profilo di diritti e responsabilità.

Prima di procedere con l’apertura della partita IVA, è essenziale raccogliere tutta la documentazione necessaria. Oltre al documento d’identità in corso di validità e al codice fiscale o tessera sanitaria, occorre definire con precisione l’indirizzo della sede legale o del domicilio fiscale dove l’attività sarà formalmente registrata. Nel contesto della digitalizzazione della pubblica amministrazione, risulta ormai obbligatorio dotarsi di un indirizzo PEC (Posta Elettronica Certificata), strumento indispensabile per la maggior parte delle comunicazioni ufficiali.

Un elemento fondamentale nel processo di apertura della partita IVA è la scelta del codice ATECO,  un codice alfanumerico che identifica con precisione la categoria di attività economica che svolgerai. Questa scelta riveste un’importanza strategica perché determina diversi aspetti cruciali della tua attività professionale: il regime fiscale applicabile, gli obblighi previdenziali a cui sarai soggetto, le possibili agevolazioni di cui potrai beneficiare e gli adempimenti specifici richiesti dal settore in cui opererai. L’elenco completo dei codici ATECO è consultabile sui siti ufficiali dell’ISTAT o dell’Agenzia delle Entrate, dove potrai selezionare il codice più pertinente alla tua attività principale e, se necessario, indicare anche codici secondari per eventuali attività complementari.

Verificare attentamente tutti questi requisiti prima di presentare la domanda ti consentirà di evitare ritardi o problemi durante la procedura di apertura della partita IVA, garantendoti un inizio più fluido della tua attività professionale o imprenditoriale.

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Come aprire una partita IVA: procedura passo per passo

Aprire una partita IVA può sembrare un processo complesso, ma seguendo una procedura ordinata diventa più semplice. Ecco una guida dettagliata, passo dopo passo, per aiutarti a completare correttamente tutti gli adempimenti necessari.

Il percorso completo per aprire la tua partita IVA

Il primo passo fondamentale nel processo di apertura della partita IVA consiste nell’individuazione del codice ATECO più appropriato per la tua attività. Questo codice non è un semplice dettaglio burocratico, ma un elemento che classifica con precisione la tua attività economica all’interno del sistema fiscale italiano. Per identificare il codice più adatto, puoi consultare il sito ufficiale dell’ISTAT, utilizzare il motore di ricerca messo a disposizione dall’Agenzia delle Entrate, oppure rivolgerti a un commercialista o consulente fiscale che saprà guidarti nella scelta. È importante considerare che, oltre al codice principale relativo alla tua attività predominante, hai la possibilità di indicare anche codici secondari per eventuali attività complementari che intendi svolgere.

Una volta identificato il codice ATECO, dovrai affrontare una decisione cruciale che influenzerà significativamente la gestione fiscale della tua attività: la scelta del regime fiscale più adatto. Le principali opzioni disponibili sono il regime forfettario, particolarmente vantaggioso se rispetti i requisiti previsti, e il regime ordinario, che può essere semplificato o analitico in base alle dimensioni e alle caratteristiche della tua attività. Questa decisione non va presa alla leggera, ma deve essere ponderata considerando diversi fattori: il volume d’affari che prevedi di realizzare, l’entità delle spese deducibili che sosterrai e il livello di complessità amministrativa che sei disposto a gestire o a delegare.

La fase di preparazione della documentazione richiede particolare attenzione. Dovrai raccogliere tutti i documenti necessari per avviare la procedura: un documento d’identità valido, il codice fiscale o la tessera sanitaria, l’indirizzo preciso della sede legale o dello studio professionale dove svolgerai l’attività, i tuoi recapiti telefonici ed email e un indirizzo PEC (Posta Elettronica Certificata) ormai indispensabile per le comunicazioni ufficiali con la Pubblica Amministrazione. A questi documenti base potrebbe aggiungersi documentazione specifica relativa alla particolare attività che intendi svolgere, come titoli di studio, certificazioni professionali o autorizzazioni preliminari.

Il passaggio formale di apertura della partita IVA avviene attraverso la compilazione del modello AA9/12, il documento ufficiale per la dichiarazione di inizio attività ai fini IVA per i soggetti individuali. Nel caso stessi avviando una società, dovrai invece utilizzare il modello AA7/10, specifico per le persone giuridiche. In questo modello dovrai inserire con precisione i tuoi dati anagrafici completi, la descrizione dettagliata dell’attività che intendi esercitare accompagnata dal relativo codice ATECO, la data effettiva di inizio dell’attività, il regime fiscale che hai scelto di adottare, l’indirizzo completo della sede operativa e ogni altra informazione specifica rilevante per la tua situazione professionale.

Una volta compilato accuratamente il modello, dovrai presentarlo all’Agenzia delle Entrate. Per questa fase disponi di diverse opzioni: puoi optare per la presentazione diretta presso un qualsiasi ufficio dell’Agenzia delle Entrate, scegliere l’invio telematico tramite i servizi Fisconline o Entratel se sei già registrato a questi servizi, procedere con l’invio tramite PEC all’indirizzo della Direzione Provinciale competente per il tuo territorio, oppure affidarti a un intermediario abilitato come un commercialista o un CAF che gestirà la pratica per tuo conto. Ricorda che la presentazione deve avvenire entro 30 giorni dall’inizio effettivo dell’attività, quindi è importante pianificare con anticipo questi passaggi.

In base alla tipologia di attività che intendi svolgere, potresti dover completare ulteriori adempimenti specifici. Se la tua è un’impresa commerciale o artigianale, sarà necessaria l’iscrizione al Registro delle Imprese della Camera di Commercio competente per territorio. Gli artigiani dovranno inoltre provvedere all’iscrizione all’Albo Artigiani, mentre chi esercita professioni regolamentate dovrà iscriversi ai rispettivi albi professionali di categoria. Per semplificare queste procedure multiple, il sistema italiano prevede la Comunicazione Unica (ComUnica), uno strumento che permette di adempiere con un’unica procedura agli obblighi verso Camera di Commercio, INPS, INAIL e Agenzia delle Entrate, riducendo significativamente tempi e complessità burocratiche.

Un aspetto fondamentale da non trascurare riguarda l’iscrizione all’ente previdenziale di riferimento per la tua categoria professionale. Se sei un professionista senza una cassa previdenziale autonoma di categoria, dovrai iscriverti alla Gestione separata INPS. I commercianti e gli artigiani dovranno invece fare riferimento alle rispettive gestioni INPS dedicate, mentre i professionisti appartenenti a ordini che dispongono di casse previdenziali autonome (come avvocati, medici, ingegneri) dovranno iscriversi alla cassa professionale specifica della loro categoria.

Dopo aver completato con successo l’apertura della partita IVA, ti attendono alcuni adempimenti aggiuntivi per rendere pienamente operativa la tua attività. Sarà necessario attivare la fatturazione elettronica, ormai obbligatoria per quasi tutte le partite IVA, e potrebbe essere opportuno aprire un conto corrente dedicato esclusivamente all’attività professionale, una scelta non obbligatoria ma fortemente consigliata per una gestione più trasparente e ordinata delle finanze aziendali. Infine, in base alla professione esercitata, potrebbe essere necessario sottoscrivere specifiche assicurazioni obbligatorie, come la responsabilità civile professionale.

Come aprire una partita IVA online

L’attuale digitalizzazione dei servizi pubblici ha reso possibile completare gran parte della procedura di apertura della partita IVA direttamente online, senza necessità di recarsi fisicamente presso gli uffici dell’Agenzia delle Entrate. Questa modalità offre maggiore flessibilità e risparmio di tempo. Vediamo come aprire una partita IVA online passo dopo passo.

Prerequisiti per la procedura online

Prima di iniziare, assicurati di avere:

  • Identità digitale: SPID (Sistema Pubblico di Identità Digitale), CIE (Carta d’Identità Elettronica) o CNS (Carta Nazionale dei Servizi)
  • Indirizzo PEC (Posta Elettronica Certificata) attivo
  • Tutti i documenti necessari in formato digitale
  • Firma digitale (in alcuni casi)

Procedura per aprire una partita IVA online

1)  Accesso ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate

Il primo passo consiste nell’accedere al portale dell’Agenzia delle Entrate:

  • Visita il sito www.agenziaentrate.gov.it
  • Accedi all’area riservata utilizzando SPID, CIE o CNS
  • Seleziona “Servizi” e poi “Tutti i servizi”

2) Registrazione a Fisconline (se necessario)

Se non sei ancora registrato ai servizi telematici dell’Agenzia delle Entrate, dovrai prima completare la procedura di registrazione a Fisconline:

  • Seleziona “Registrazione” nella pagina di accesso
  • Inserisci i tuoi dati personali
  • Ricevi le credenziali di accesso (una parte online e una parte via posta ordinaria)

In alternativa, puoi accedere direttamente con SPID senza necessità di registrazione a Fisconline.

3) Compilazione del modello AA9/12 online

Una volta effettuato l’accesso, potrai compilare il modello di inizio attività direttamente online:

  • Seleziona “Dichiarazione di inizio attività, variazione dati o cessazione attività ai fini IVA (imprese individuali e lavoratori autonomi)”
  • Compila tutti i campi richiesti con le informazioni relative alla tua attività
  • Indica il codice ATECO scelto
  • Specifica il regime fiscale che intendi adottare
  • Inserisci l’indirizzo della sede legale/operativa e altri dati necessari

4) Invio della dichiarazione

Dopo aver compilato il modello:

  • Controlla attentamente tutti i dati inseriti
  • Firma il documento digitalmente (se richiesto)
  • Invia la dichiarazione tramite il sistema telematico

Al termine della procedura, riceverai una ricevuta di presentazione contenente il numero di partita IVA assegnato e la conferma dell’avvenuta registrazione.

Apertura tramite intermediari online

Un’alternativa alla procedura diretta consiste nell’affidarsi a servizi online di commercialisti o piattaforme specializzate:

  • Diverse piattaforme offrono servizi di apertura partita IVA completamente online
  • Questi servizi spesso includono consulenza iniziale e assistenza nella scelta del regime fiscale
  • I costi variano in base ai servizi aggiuntivi offerti (gestione contabilità, supporto continuativo, ecc.)

Comunicazione Unica (ComUnica) online

Se oltre all’apertura della partita IVA devi anche iscriverti al Registro delle Imprese, all’INPS o all’INAIL, puoi utilizzare la Comunicazione Unica online:

  • Accedi al sito ComUnica (impresainungiorno.gov.it)
  • Compila la pratica telematica con tutti i dati richiesti
  • Firma digitalmente il documento (obbligatorio in questo caso)
  • Invia la comunicazione

ComUnica provvederà a inoltrare la tua pratica a tutti gli enti interessati: Agenzia delle Entrate, Camera di Commercio, INPS e INAIL.

Vantaggi della procedura online

L’apertura della partita IVA online offre numerosi vantaggi:

  • Risparmio di tempo: niente code o appuntamenti da fissare
  • Flessibilità: puoi compilare la documentazione in qualsiasi momento
  • Tracciabilità: potrai seguire lo stato della tua pratica online
  • Archiviazione digitale: tutta la documentazione sarà disponibile in formato elettronico
  • Assistenza remota: molti servizi offrono supporto via chat o videochiamata

La procedura online rappresenta oggi il modo più efficiente per aprire una partita IVA, specialmente per liberi professionisti e ditte individuali.

I regimi fiscali: vantaggi e svantaggi

La scelta del regime fiscale è uno degli aspetti più importanti quando si decide di aprire una partita IVA. Questa decisione influenzerà significativamente non solo il carico fiscale, ma anche gli adempimenti contabili e amministrativi che dovrai affrontare.

1) Regime forfettario

Il regime forfettario, introdotto dalla Legge di Stabilità 2015 e successivamente modificato, rappresenta l’opzione più vantaggiosa per molti piccoli professionisti e imprenditori.

Requisiti per accedere al regime forfettario nel 2025

  • Fatturato annuo non superiore a 85.000 euro
  • Spese per lavoro dipendente e collaboratori non superiori a 20.000 euro
  • Investimenti in beni strumentali non superiori a 20.000 euro
  • Non essere soci di società di persone, associazioni o imprese familiari
  • Non controllare direttamente o indirettamente società che esercitano attività economiche riconducibili a quelle svolte in regime forfettario

Vantaggi del regime forfettario

  • Tassazione agevolata: imposta sostitutiva al 15% sul reddito forfettario (5% per le nuove attività per i primi 5 anni, se rispettano determinati requisiti)
  • Determinazione semplificata del reddito: si applica un coefficiente di redditività al fatturato, variabile dal 40% all’86% in base al codice ATECO
  • Esonero dalla tenuta dei registri contabili dettagliati
  • Esonero dall’applicazione dell’IVA sulle fatture emesse
  • Esonero dalle ritenute d’acconto su compensi ricevuti
  • Esonero dagli ISA (Indici Sintetici di Affidabilità fiscale)
  • Riduzione del 35% dei contributi INPS per artigiani e commercianti

Svantaggi del regime forfettario

  • Impossibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti
  • Impossibilità di detrarre costi effettivi sostenuti per l’attività
  • Limitazioni nelle deduzioni fiscali personali
  • Esclusione da alcune agevolazioni fiscali disponibili per il regime ordinario
  • Impossibilità di avere lavoratori dipendenti o parasubordinati a tempo indeterminato (con limiti)
  • Incompatibilità con alcune tipologie di reddito da lavoro dipendente o pensione superiori a 30.000 euro

2) Regime ordinario

Il regime ordinario è il sistema “standard” per i titolari di partita IVA che non possono o non vogliono optare per il regime forfettario.

Caratteristiche del regime ordinario

  • Non prevede limiti di fatturato o requisiti particolari di accesso
  • Si applica automaticamente se non si opta per altri regimi o se si superano i limiti del forfettario
  • Si articola in due varianti: semplificato (per fatturati fino a 400.000 euro per servizi o 700.000 per altre attività) e ordinario vero e proprio

Vantaggi del regime ordinario

  • Possibilità di detrarre l’IVA sugli acquisti
  • Deduzione analitica dei costi effettivi sostenuti per l’attività
  • Nessun limite al numero di dipendenti o collaboratori
  • Accesso a tutte le detrazioni e deduzioni fiscali previste dalla normativa
  • Possibilità di accedere a più incentivi e agevolazioni fiscali
  • Nessuna limitazione con altri redditi (lavoro dipendente, pensione)

Svantaggi del regime ordinario

  • Tassazione progressiva IRPEF (dal 23% al 43% in base agli scaglioni di reddito)
  • Addizionali regionali e comunali all’IRPEF
  • Obbligo di versamento IVA trimestrale o mensile
  • Complessità degli adempimenti contabili e dichiarativi
  • Necessità quasi sempre di un commercialista per la gestione contabile
  • Costi di gestione più elevati

regimi fiscali partita iva

Quanto costa aprire una partita IVA

Uno degli aspetti che più preoccupa chi sta per intraprendere un’attività autonoma è relativo ai costi. Quanto costa realmente aprire una partita IVA nel 2025? La risposta non è univoca, poiché il costo complessivo dipende da diversi fattori: la forma giuridica scelta, il regime fiscale adottato, il settore di attività e gli adempimenti specifici richiesti.

Costi iniziali di apertura

Per quanto riguarda i costi amministrativi di base, è importante sapere che l’apertura della partita IVA presso l’Agenzia delle Entrate è una procedura gratuita se effettuata personalmente. Tuttavia, potrebbero essere necessarie alcune spese accessorie come l’imposta di bollo su eventuali documenti, che si aggira intorno ai 16-32 euro. A questo va aggiunto il costo per l’attivazione della PEC (Posta Elettronica Certificata), ormai indispensabile per le comunicazioni ufficiali, con prezzi che variano da 5 a 25 euro all’anno a seconda del fornitore scelto. In alcuni casi, potrebbe essere necessaria anche la firma digitale, con un costo che oscilla tra i 20 e i 70 euro, generalmente con validità triennale.

I costi variano significativamente in base alla forma giuridica prescelta. Nel caso di una ditta individuale, bisogna considerare l’iscrizione alla Camera di Commercio, che comporta una spesa di circa 100-200 euro tra diritti di segreteria e diritto annuale. Per chi esercita professioni regolamentate, possono aggiungersi i costi di iscrizione agli albi professionali, che variano considerevolmente a seconda della categoria, da poche centinaia fino a oltre mille euro in alcuni casi.

Quando si decide di rivolgersi a un commercialista per l’apertura della partita IVA, i costi aumentano ma si ottiene una maggiore sicurezza nella corretta esecuzione delle procedure. Nel 2025, il servizio di apertura partita IVA tramite commercialista ha un costo che varia generalmente dai 50 ai 500 euro, a seconda della complessità della pratica e della zona geografica. Per attività che richiedono l’iscrizione alla Camera di Commercio e ulteriori adempimenti, come la SCIA per artigiani e commercianti, i costi possono essere più elevati, spesso intorno ai 150-250 euro, a cui vanno aggiunti diritti e bolli da versare agli enti competenti.

Molte piattaforme digitali offrono oggi servizi di apertura partita IVA a prezzi competitivi, talvolta includendo il servizio gratuitamente nel pacchetto di abbonamento annuale per la gestione contabile. Questi servizi online possono rappresentare una valida alternativa per professionisti che cercano soluzioni più economiche ma affidabili.

Costi di gestione continuativi

Dopo l’apertura, i costi di gestione della partita IVA diventano l’aspetto economicamente più rilevante. La consulenza contabile e fiscale rappresenta una delle principali voci di spesa: per una partita IVA in regime forfettario, il costo medio annuo di un commercialista si aggira intorno ai 700 euro, mentre per il regime ordinario può facilmente salire a 1.500 euro o più, in funzione della complessità della contabilità e del numero di operazioni da gestire.

I contributi previdenziali costituiscono un’altra voce significativa. Artigiani e commercianti devono versare contributi fissi alla Gestione INPS anche in assenza di fatturato, con un minimo che nel 2025 si attesta intorno ai 4.000 euro annui. I liberi professionisti iscritti alla Gestione Separata INPS, invece, versano contributi in percentuale sul reddito (circa il 26-27%), mentre chi è iscritto a casse previdenziali autonome segue le regole specifiche della propria categoria professionale.

Le imposte variano considerevolmente in base al regime fiscale adottato. Nel regime forfettario, l’imposta sostitutiva è del 15% (ridotta al 5% per i primi cinque anni in caso di nuova attività), calcolata sul reddito determinato applicando al fatturato il coefficiente di redditività previsto per il proprio settore. Nel regime ordinario, invece, si applica l’IRPEF progressiva (dal 23% al 43% in base agli scaglioni di reddito), oltre alle addizionali regionali e comunali.

Occorre considerare anche costi indiretti ma necessari per l’attività: software per la fatturazione elettronica, eventuali assicurazioni professionali obbligatorie, spese per la formazione e l’aggiornamento professionale, e naturalmente costi specifici del proprio settore, come attrezzature, materiali, eventuali affitti di locali commerciali o studi professionali.

La pianificazione accurata di tutti questi costi è fondamentale prima di intraprendere un’attività autonoma. È consigliabile elaborare un business plan dettagliato che tenga conto non solo dei costi iniziali di apertura, ma soprattutto delle spese continuative e degli impegni fiscali e previdenziali, per evitare sorprese spiacevoli e garantire la sostenibilità economica della propria attività nel tempo.

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