biologo cosa fa

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Nel vasto panorama delle professioni scientifiche, il biologo occupa una posizione di fondamentale importanza per la comprensione della vita in tutte le sue forme. Ma cosa fa il biologo esattamente?

Questa figura professionale studia gli organismi viventi, le loro interazioni con l’ambiente e i processi biologici che li caratterizzano. Dal microscopico mondo cellulare fino ai complessi ecosistemi, il biologo svolge un ruolo cruciale nella ricerca scientifica, nella tutela ambientale e nella salute pubblica.

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Nell’articolo che segue esploreremo a fondo la professione del biologo, le sue diverse specializzazioni come il biologo marino cosa fa o il biologo nutrizionista cosa fa, i percorsi formativi necessari per intraprendere questa carriera e le opportunità professionali disponibili. 

Chi è il biologo e quali sono le sue competenze fondamentali?

Il biologo è un professionista laureato in Scienze Biologiche che possiede una solida formazione scientifica e una profonda conoscenza dei sistemi viventi. Ma per comprendere veramente cosa fa il biologo, è importante conoscere le competenze che caratterizzano questa figura professionale.

Le competenze fondamentali di un biologo includono:

  • Conoscenze teoriche approfondite in ambiti come genetica, biochimica, microbiologia, fisiologia e ecologia
  • Capacità analitiche e di ricerca per progettare esperimenti, raccogliere dati e interpretare risultati
  • Abilità tecniche di laboratorio per l’utilizzo di strumentazioni scientifiche avanzate
  • Competenze informatiche per l’analisi di dati biologici complessi
  • Capacità di comunicazione scientifica per presentare risultati e pubblicare ricerche

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Queste competenze consentono al biologo di studiare la vita a tutti i livelli di organizzazione, dalle molecole agli ecosistemi, applicando il metodo scientifico per risolvere problemi e ampliare la conoscenza umana nei vari ambiti delle scienze della vita.

Cosa fa il biologo: principali aree di intervento

Quando ci si chiede biologo cosa fa nella pratica quotidiana, è importante comprendere che le sue attività variano considerevolmente in base al settore specifico in cui opera. Tuttavia, possiamo identificare alcune responsabilità comuni che caratterizzano questa professione:

  • Ricerca scientifica: conduce esperimenti e studi per ampliare la conoscenza in ambito biologico
  • Analisi di laboratorio: esegue test diagnostici su campioni biologici
  • Monitoraggio ambientale: valuta la salute degli ecosistemi e l’impatto delle attività umane
  • Consulenza: fornisce pareri tecnici in ambito nutrizionale, ambientale o sanitario
  • Divulgazione scientifica: comunica informazioni scientifiche al pubblico generale
  • Insegnamento: trasmette conoscenze biologiche in contesti accademici o scolastici

Il biologo può lavorare in una vasta gamma di contesti, dai laboratori di ricerca alle aziende farmaceutiche, dagli ospedali agli enti di tutela ambientale, applicando le proprie conoscenze per risolvere problemi concreti e contribuire al progresso scientifico.

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Le diverse specializzazioni nel campo biologico

La biologia è un campo estremamente vasto che offre numerose possibilità di specializzazione. Vediamo nel dettaglio alcune delle principali figure specialistiche e cosa fa il biologo in ciascuna di queste aree, approfondendo le loro mansioni, competenze e contesti lavorativi.

Biologo marino cosa fa: esplorare gli ecosistemi acquatici

Il biologo marino cosa fa rappresenta una delle specializzazioni più affascinanti nel panorama biologico contemporaneo. Questo professionista dedica la propria carriera allo studio degli organismi che vivono negli ambienti acquatici, esplorando l’incredibile diversità biologica che caratterizza questi habitat, dalle zone costiere poco profonde fino ai misteriosi abissi oceanici.

Nel dettaglio, il biologo marino studia la biodiversità marina analizzando le complesse relazioni tra le diverse specie che popolano gli ecosistemi acquatici. Questo comporta un’approfondita conoscenza tassonomica, ecologica e comportamentale di pesci, mammiferi marini, invertebrati, alghe e microorganismi. Il lavoro si estende al monitoraggio dello stato di salute degli ecosistemi marini attraverso campionamenti regolari, analisi chimico-fisiche dell’acqua e osservazioni dirette delle comunità biologiche. Particolare attenzione viene dedicata all’identificazione di bioindicatori, organismi la cui presenza o assenza può segnalare alterazioni ambientali.

Un aspetto cruciale del lavoro del biologo marino è la valutazione dell’impatto dei cambiamenti climatici sugli ambienti marini. Questo comporta lo studio dell’acidificazione degli oceani, dell’innalzamento delle temperature marine e delle conseguenti alterazioni nella distribuzione delle specie, con particolare attenzione ai fenomeni di migrazione, adattamento o estinzione locale. Il professionista collabora attivamente a progetti di conservazione di specie marine a rischio, partecipando alla stesura di piani di tutela, all’implementazione di aree marine protette e alla sensibilizzazione pubblica sull’importanza della biodiversità acquatica. Sviluppa inoltre strategie per la gestione sostenibile delle risorse marine, bilanciando le necessità umane con la preservazione degli ecosistemi.

Cosa fa il biologo marino nella pratica quotidiana? Le giornate di questo professionista sono estremamente variegate. In un tipico giorno lavorativo, potrebbe trascorrere ore in mare aperto raccogliendo campioni con attrezzature specialistiche come reti planctoniche, draghe o sistemi di immersione. Successivamente, analizzerebbe questi campioni in laboratorio utilizzando microscopi, sequenziatori genetici e altre strumentazioni avanzate per identificare specie, valutare parametri fisiologici o rilevare contaminanti. Gran parte del tempo viene dedicata all’elaborazione statistica dei dati raccolti e alla stesura di relazioni scientifiche. Non è raro che partecipi a spedizioni scientifiche internazionali per studiare habitat remoti, rimanendo in mare per settimane o mesi. La comunicazione dei risultati attraverso pubblicazioni scientifiche, conferenze o divulgazione pubblica rappresenta un’altra componente fondamentale del suo lavoro.

I contesti lavorativi del biologo marino sono molteplici: molti operano presso istituti di ricerca universitari o enti pubblici dedicati allo studio del mare, altri trovano impiego in acquari pubblici dove combinano ricerca e divulgazione. Un numero crescente lavora in parchi marini protetti, contribuendo alla gestione e al monitoraggio di queste aree, mentre altri ancora collaborano con organizzazioni non governative per la conservazione ambientale. Alcuni biologi marini scelgono percorsi più applicativi, lavorando nel settore dell’acquacoltura sostenibile o della consulenza ambientale per enti pubblici e privati.

Biologo nutrizionista cosa fa: guidare verso una corretta alimentazione

Un’altra importante specializzazione che merita un approfondimento riguarda l’ambito nutrizionale. Cosa fa il biologo nutrizionista? Questo professionista rappresenta una figura essenziale nel panorama della salute preventiva contemporanea, dedicandosi allo studio della relazione tra alimentazione, fisiologia umana e benessere psicofisico. Il suo approccio si basa su solide conoscenze biochimiche e fisiologiche che gli permettono di comprendere come i diversi nutrienti interagiscano con l’organismo a livello cellulare e sistemico.

Il biologo nutrizionista elabora piani alimentari personalizzati basati su un’attenta analisi delle esigenze individuali del cliente o paziente. Questo processo inizia con un approfondito colloquio anamnestico per raccogliere informazioni su abitudini alimentari, stile di vita, eventuali patologie non gravi, obiettivi personali e preferenze alimentari. Continua con la valutazione dello stato nutrizionale attraverso misurazioni antropometriche (peso, altezza, circonferenze corporee), analisi della composizione corporea (mediante impedenziometria o plicometria) e valutazione di eventuali esami ematochimici. Sulla base di questi dati, sviluppa strategie alimentari mirate che rispettino le necessità fisiologiche, le preferenze personali e la sostenibilità a lungo termine.

Un aspetto fondamentale del lavoro del biologo nutrizionista cosa fa è l’educazione alimentare rivolta a individui o gruppi. Questo comporta la progettazione e realizzazione di interventi formativi in diversi contesti (scuole, aziende, centri sportivi, comunità) per promuovere una cultura alimentare consapevole e basata su evidenze scientifiche. Il professionista illustra i principi della corretta alimentazione, sfata falsi miti nutrizionali e fornisce strumenti pratici per implementare abitudini alimentari salutari nella vita quotidiana.

Il biologo nutrizionista collabora frequentemente con altri professionisti sanitari come medici, psicologi, fisioterapisti e preparatori atletici per gestire in modo integrato patologie correlate all’alimentazione o per ottimizzare le performance fisiche. Questo approccio multidisciplinare è particolarmente importante nel trattamento di condizioni come il sovrappeso, le intolleranze alimentari non gravi o l’ottimizzazione dell’alimentazione sportiva. Parallelamente, molti biologi nutrizionisti conducono ricerche sull’impatto dei nutrienti sulla salute umana, contribuendo all’avanzamento delle conoscenze in ambito nutrizionale attraverso studi osservazionali, sperimentali o di revisione della letteratura scientifica.

È importante sottolineare che il biologo nutrizionista si differenzia significativamente dal dietologo e dal dietista, pur condividendo con loro alcuni ambiti di intervento. Il dietologo è un medico con specializzazione in Scienza dell’Alimentazione che può prescrivere diete a scopo terapeutico e trattare patologie; il dietista è un professionista sanitario con laurea triennale specifica che opera principalmente in ambito clinico seguendo le prescrizioni mediche; il biologo nutrizionista, invece, è laureato in Scienze Biologiche con specializzazione in nutrizione e opera principalmente nell’ambito della prevenzione e dell’educazione alimentare.

Nel concreto, il biologo nutrizionista può esercitare in diversi contesti professionali: molti scelgono la libera professione aprendo studi privati dove offrono consulenze personalizzate; altri lavorano in centri wellness o palestre, integrando il proprio lavoro con quello di personal trainer e fisioterapisti; altri ancora trovano impiego in aziende alimentari, contribuendo allo sviluppo di prodotti con profili nutrizionali migliorati o alla comunicazione scientifica relativa alle proprietà degli alimenti. Alcuni operano in strutture sanitarie, sempre nel rispetto delle competenze attribuite dalla legge, collaborando con l’équipe medica nell’ambito della nutrizione preventiva.

Biologo sanitario e ospedaliero cosa fa: lavorare per la salute pubblica

Il biologo ospedaliero cosa fa rappresenta un’altra importante specializzazione che merita un’analisi approfondita. Questo professionista altamente qualificato opera principalmente nel contesto sanitario, dove svolge un ruolo cruciale nei processi diagnostici e nel monitoraggio delle patologie. La sua formazione specialistica gli consente di applicare metodologie analitiche avanzate a campioni biologici, generando dati fondamentali per le decisioni cliniche.

Nel dettaglio, il biologo sanitario esegue analisi di laboratorio su diversi tipi di campioni biologici, tra cui sangue, urina, tessuti, liquido cefalorachidiano e altri fluidi corporei. Queste analisi spaziano dalle più comuni indagini ematochimiche fino a sofisticate analisi genetiche o immunologiche. Per ogni campione, il professionista applica rigorosi protocolli analitici, garantendo precisione e affidabilità dei risultati.

Utilizza tecniche analitiche all’avanguardia come cromatografia, elettroforesi, tecniche immunometriche, PCR (reazione a catena della polimerasi) e sequenziamento genetico. La sua competenza nell’uso e nella manutenzione di strumentazioni complesse è fondamentale per la qualità del servizio diagnostico.

Un aspetto particolarmente importante del lavoro del biologo sanitario è l’esecuzione di test diagnostici in ambiti specialistici. In microbiologia clinica, identifica patogeni batterici, virali, fungini o parassitari attraverso colture, test biochimici o molecolari, contribuendo alla diagnosi di malattie infettive e alla scelta della terapia antibiotica più appropriata. In ematologia, analizza le componenti del sangue per identificare patologie come anemie, leucemie o disturbi della coagulazione. In genetica clinica, esegue test per identificare predisposizioni genetiche a malattie o per confermare diagnosi di patologie ereditarie.

Il biologo sanitario partecipa attivamente ai controlli di qualità in ambito ospedaliero, elemento essenziale per garantire l’affidabilità dei risultati diagnostici. Questo comporta la verifica regolare delle procedure analitiche, la calibrazione degli strumenti, la partecipazione a programmi di valutazione esterna di qualità e l’implementazione di sistemi per la riduzione degli errori pre-analitici, analitici e post-analitici. La collaborazione con il personale medico nell’interpretazione dei risultati rappresenta un altro aspetto fondamentale: il biologo sanitario fornisce consulenza ai clinici sui test più appropriati da eseguire, sui limiti delle metodiche utilizzate e sul significato dei risultati ottenuti, partecipando talvolta a discussioni multidisciplinari su casi clinici complessi.

Un biologo sanitario contribuisce anche alla ricerca clinica e allo sviluppo di nuovi test diagnostici. Questo può includere la validazione di nuove metodiche analitiche, la partecipazione a studi clinici per valutare biomarcatori di malattia o la ricerca di indicatori prognostici. In alcuni casi, si occupa di implementare tecnologie innovative come la diagnostica molecolare avanzata o l’applicazione di sistemi di intelligenza artificiale all’interpretazione dei dati di laboratorio.

Cosa fa il biologo sanitario nel quotidiano? La sua giornata lavorativa si svolge principalmente in laboratori di analisi cliniche, sia all’interno di strutture ospedaliere pubbliche che in centri diagnostici privati. Inizia tipicamente con la verifica dei campioni pervenuti e della loro idoneità all’analisi, prosegue con l’esecuzione dei test richiesti utilizzando strumentazioni automatizzate e semiautomatizzate, e si conclude con la validazione tecnica dei risultati. Durante la giornata, può essere chiamato a gestire urgenze cliniche, a risolvere problematiche analitiche o a fornire consulenza ai medici. In posizioni di responsabilità, si occupa anche della gestione del personale tecnico, dell’organizzazione dei turni di lavoro e della gestione delle risorse.

Altre specializzazioni rilevanti nel campo biologico

Oltre alle figure principali già descritte, il panorama professionale della biologia offre numerose altre specializzazioni che meritano di essere esplorate per comprendere la vastità di questo campo scientifico e le sue molteplici applicazioni nella società contemporanea.

Il biologo molecolare rappresenta una figura di grande rilevanza nell’attuale contesto scientifico. Questo specialista studia i processi biologici a livello molecolare, focalizzandosi sui meccanismi genetici, biochimici e cellulari alla base della vita. Si occupa di analizzare la struttura e la funzione di macromolecole come DNA, RNA e proteine, di studiare i meccanismi di replicazione, trascrizione e traduzione genetica, e di comprendere come alterazioni molecolari possano determinare patologie. Le sue competenze trovano applicazione in ambiti diversificati: dalla medicina personalizzata alla diagnostica avanzata, dalle biotecnologie industriali alla ricerca farmaceutica. Un biologo molecolare può lavorare in laboratori di ricerca universitari, in aziende biotecnologiche o in strutture sanitarie specializzate in diagnostica molecolare.

Il biologo ambientale dedica la propria attività professionale alla valutazione dell’impatto delle attività umane sugli ecosistemi naturali. Questo specialista monitora la biodiversità terrestre e acquatica, analizza la qualità di aria, acqua e suolo, e studia come inquinanti e cambiamenti climatici influenzino la distribuzione e il benessere delle specie. Elabora strategie di conservazione e ripristino ambientale, collaborando con enti pubblici e privati per implementare politiche di sostenibilità. Il biologo ambientale può lavorare presso agenzie per la protezione ambientale, enti di gestione di aree protette, società di consulenza ambientale o organizzazioni non governative dedicate alla tutela dell’ambiente.

Il genetista rappresenta una specializzazione in rapida evoluzione che analizza il patrimonio genetico degli organismi e le sue implicazioni biologiche ed evolutive. Questo professionista studia la trasmissione dei caratteri ereditari, identifica geni associati a malattie o tratti specifici, e analizza la diversità genetica nelle popolazioni. Con l’avvento delle tecnologie di sequenziamento di nuova generazione, il suo lavoro si è notevolmente ampliato, includendo analisi di interi genomi e applicazioni in campi come la medicina personalizzata, la conservazione della biodiversità e la genetica forense. Un genetista può trovare impiego in laboratori di genetica medica, centri di ricerca specializzati, aziende biotecnologiche o consulenza genetica.

Il microbiologo si occupa dello studio approfondito dei microrganismi come batteri, virus, funghi e protozoi. Questo specialista ne studia la biologia, l’ecologia, la patogenicità e le potenziali applicazioni biotecnologiche. Il suo lavoro è fondamentale in ambito sanitario per la diagnosi e il trattamento delle malattie infettive, ma ha importanti applicazioni anche nell’industria alimentare, farmaceutica e ambientale. Un microbiologo può lavorare in laboratori ospedalieri, industrie alimentari o farmaceutiche, aziende produttrici di probiotici o enzimi, o in centri di ricerca specializzati nello studio di patogeni emergenti.

Il biologo forense rappresenta una specializzazione particolarmente affascinante che applica le conoscenze biologiche in ambito investigativo e giudiziario. Questo professionista analizza reperti biologici come sangue, saliva, peli o tessuti rinvenuti sulla scena del crimine per ottenere informazioni utili alle indagini. Si occupa di analisi del DNA per l’identificazione di individui, di entomologia forense per la determinazione del tempo del decesso, e di analisi tossicologiche per l’identificazione di sostanze nocive. Un biologo forense può lavorare presso laboratori delle forze dell’ordine, istituti di medicina legale o come consulente per tribunali.

Infine, il biostatistico rappresenta una figura sempre più richiesta che elabora dati biologici con metodi statistici avanzati. Questo specialista progetta studi sperimentali, determina la dimensione dei campioni necessari, analizza i risultati con modelli matematici appropriati e ne interpreta il significato biologico. Le sue competenze sono essenziali nella ricerca biomedica, negli studi clinici, nell’epidemiologia e nella biologia dei sistemi. Un biostatistico può lavorare presso istituti di ricerca, aziende farmaceutiche, agenzie sanitarie pubbliche o società di consulenza specializzate.

Come diventare biologo: percorso formativo e requisiti

Per chi si chiede come intraprendere questa carriera dopo aver compreso cosa fa il biologo, ecco il percorso formativo tipico:

  • Laurea triennale in Scienze Biologiche o discipline affini (3 anni)
  • Laurea magistrale in un ambito specifico della biologia (2 anni), come biologia marina, nutrizione, genetica o altre specializzazioni
  • Esame di Stato per l’abilitazione alla professione di biologo
  • Iscrizione all’Ordine Nazionale dei Biologi (ONB)

Per specializzazioni particolari come il biologo nutrizionista cosa fa o il biologo marino cosa fa, potrebbero essere necessari ulteriori corsi di perfezionamento o master di specializzazione. Molti biologi scelgono anche di proseguire con un dottorato di ricerca per approfondire uno specifico ambito di studio e migliorare le proprie prospettive in ambito accademico o di ricerca.

Il percorso richiede una solida preparazione scientifica, con particolare attenzione alle materie STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) già durante il percorso scolastico superiore. Fondamentale è anche la conoscenza della lingua inglese, essenziale per accedere alla letteratura scientifica internazionale e partecipare a progetti di ricerca collaborativi.

Sbocchi professionali e opportunità di carriera

Dopo aver compreso cosa fa il biologo nelle sue diverse specializzazioni, è importante considerare gli sbocchi professionali disponibili. Le principali opportunità di lavoro includono:

  • Istituzioni pubbliche: università, enti di ricerca, ospedali, ASL
  • Aziende private: industria farmaceutica, alimentare, cosmetica, biotecnologica
  • Laboratori di analisi: cliniche, centri diagnostici, laboratori ambientali
  • Enti di tutela ambientale: parchi naturali, riserve marine, agenzie ambientali
  • Libera professione: consulenza nutrizionale, ambientale o in altri ambiti specifici
  • Organizzazioni internazionali: OMS, FAO, UNESCO e altre istituzioni globali

Per il biologo marino cosa fa esistono opportunità presso acquari, centri di ricerca marina e organizzazioni per la conservazione degli ecosistemi acquatici. Il biologo nutrizionista cosa fa può trovare impiego in centri di consulenza alimentare, aziende del settore food o come libero professionista. Il biologo ospedaliero cosa fa trova naturalmente collocazione in strutture sanitarie pubbliche o private.

Molti biologi scelgono anche percorsi alternativi come la divulgazione scientifica, l’insegnamento o ruoli manageriali in aziende del settore scientifico, dimostrando la versatilità di questa formazione.

Stipendio e prospettive future per la professione del biologo

Quando si considera una carriera professionale, è naturale chiedersi quali siano le prospettive economiche. Lo stipendio di un biologo varia considerevolmente in base alla specializzazione, all’esperienza e al settore lavorativo:

  • Un biologo junior può iniziare con uno stipendio tra i 1.400 e i 1.800 euro mensili
  • Con l’esperienza e specializzazioni specifiche, la retribuzione può arrivare a 2.500-3.500 euro mensili
  • I biologi in posizioni dirigenziali o con particolari competenze possono superare i 4.000 euro mensili

Per quanto riguarda il biologo nutrizionista cosa fa come libero professionista, il guadagno dipende dal numero di consulenze effettuate, con tariffe che generalmente variano dai 60 ai 150 euro per visita.

Analogamente, anche le altre figure come il biologo marino cosa fa o il biologo sanitario cosa fa presentano variabilità retributive in base al contesto specifico di impiego.

Le prospettive future per la professione sono generalmente positive, in particolare per settori emergenti come la bioinformatica, la genetica, la biologia ambientale e la nutrizione personalizzata. L’evoluzione tecnologica e le sfide globali come i cambiamenti climatici, la sicurezza alimentare e le nuove patologie rappresentano ambiti in cui le competenze del biologo saranno sempre più richieste.

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